Il nuovo liceo digitale, la rivoluzione parte da Roma. Ecco come sarà

Liceo Matteucci di Roma
Liceo Matteucci di Roma
di Lorena Loiacono
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Novembre 2021, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 12:21

Come sarà il nuovo liceo digitale? A rispondere alle domande di Moltofuturo è Maria Gemelli, dirigente scolastica dell'Itgc Matteucci di Roma

«Nel nostro liceo a partire dal prossimo anno scolastico ci saranno nuovi contenuti ma anche e soprattutto un diverso approccio all’apprendimento: i docenti stessi saranno preparati appositamente, a cominciare dal prossimo gennaio, con corsi di formazione mirati all’insegnamento delle competenze digitali. Cambierà in questo modo anche il modo di insegnare ai nostri ragazzi».

La classe come sarà composta?

«La classe che partirà a settembre prossimo sarà a numero chiuso, per un massimo di 30 iscritti, le iscrizioni saranno aperte dal prossimo gennaio come per tutti gli altri indirizzi. Così si avvierà la sperimentazione: è previsto per ora un orario settimanale di 30 ore al biennio, quindi due in più rispetto al tradizionale liceo scientifico delle scienze applicate, e 32 al triennio. Anche al triennio i ragazzi avranno due ore in più a settimana.»

Ci saranno nuove discipline?

«E' previsto, rispetto allo scientifico delle scienze applicate, l'inserimento di due diverse discipline come economia aziendale e diritto. In questo modo forniamo agli studenti gli strumenti per valutare come il mondo digitale, che andranno a scoprire e approfondire, possa influire anche a livello giuridico ed economico. Il percorso della classe sarà composto da due bienni e poi da un anno conclusivo con cui porteranno a termine il percorso»

Come si svolgerà il corso di studi?

«Nel primo biennio è prevista l'introduzione all’intelligenza artificiale mentre nel secondo biennio e nell'ultimo anno partiranno sia la realizzazione di un progetto vero e proprio, da sviluppare con tutta la classe, sia lo stage aziendale che verrà avviato con realtà altamente professionalizzanti.

Il corso si conclude con l'esame di Stato e, per la seconda prova scritta vale a dire quella di indirizzo, sono state individuate come materie possibili matematica, fisica e scienze naturali».

Il rapporto con il mondo del lavoro è quindi costante?

«Assolutamente sì. Questo progetto rappresenta un modello per rafforzare il ciclo virtuoso nel rapporto tra scuola ed azienda: vogliamo creare un’osmosi continua di competenze e conoscenze utili e necessarie ad entrambe le realtà per formare lo studente a 360 gradi. Affiancheremo alla formazione tecnica ed umanistica anche una pre-professionalità in campo scientifico. Si tratta di un aspetto molto richiesto dalle aziende, dagli enti pubblici e dagli istituti di ricerca pubblici e privati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA