Rivoluzione AI, governarla per garantire nuovo lavoro. Paolo Lobetti Bodoni,EY Italia: «Si punti sull'AI-Driven Organization»

Secondo il world Economic Forum si perderanno85 milioni posti di lavoro, ma se creeranno altri 97

Rivoluzione AI, governarla per garantire nuovo lavoro. Paolo Lobetti Bodoni,EY Italia: «Si punti sull'AI-Driven Organization»
di Andrea Boscaro
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Maggio 2023, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 08:13

La macchina fotografica, inventata nel 1820, impiegò poco più di venti anni per acquisire una qualità tale da poter riprendere la realtà in modo così soddisfacente e a costi così accessibili da creare un mercato ampio e capillare.

A quel tempo, in molti, fra questi Charles Baudelaire, si dissero preoccupati dell’impatto che questa invenzione avrebbe avuto sulla creatività umana e sulle occupazioni legate alla pittura. I pittori, in quegli anni, non erano solo gli artisti più rinomati, ma i ritrattisti che dipingevano le famiglie dei borghesi e realizzavano per le classi popolari le medaglie con i volti dei cari. A distanza di 200 anni, come sappiamo, la fotografia non solo ha permesso a Robert Capa e Steve McCurry di raccontare il mondo e la storia, ma ha dato il via a nuove professioni.

LA FOTOGRAFIA

Secondo il World Economic Forum, entro il 2025, la “macchina fotografica” dei nostri giorni, ovvero l’Intelligenza Artificiale creerà 97 milioni di nuovi lavori e causerà la perdita di altri 85 milioni, ma a decidere le sorti di queste proiezioni sarà la diffusione della consapevolezza di questo cambiamento e la capacità, da parte delle istituzioni e delle imprese, di intraprendere iniziative in grado di tenere il passo di questa trasformazione.

Ad accendere i riflettori sul tema è EY che, in una sua recente analisi, evidenzia come molti dirigenti non siano finora stati in grado di utilizzare il pieno potenziale delle soluzioni di AI e sottolinea il fatto che solo l’8% delle aziende si impegna a supportarne l’adozione diffusa.

«Il governo italiano ha già avviato diverse iniziative per promuovere l’adozione della AI in Italia - commenta Paolo Lobetti Bodoni, consulting leader, EY Italy - ma il livello degli investimenti nel nostro Paese è di svariati ordini di grandezza inferiore rispetto a Cina, USA e ad altri Paesi europei. Ignorare la nascente rivoluzione collegata alla AI significa condannare le imprese a una minor competitività nel mercato globale e il nostro Paese a perdere l’opportunità di accelerare la sua trasformazione digitale.

Un treno partito, ma che non possiamo perdere».

L’ACCELERAZIONE

L’avvento, lo scorso novembre, di ChatGPT e il dibattito pubblico suscitato dal blocco del Garante della Privacy, ormai sospeso, hanno avuto il merito di accendere i riflettori sulle opportunità di questa nuova tecnologia e di aver impresso un’accelerazione sia sullo sviluppo di ulteriori strumenti basati sulla AI che sulla ricerca di impieghi puntuali in ogni fase dei processi aziendali, dalla progettazione alla comunicazione, dall’amministrazione al customer service. Se EY stima l’impatto dell’uso della AI sul prodotto interno globale di 15 trilioni di dollari entro il 2030, il suo osservatorio si fa anche carico di proporre un modello - la “AI-Driven Organization” - secondo il quale l’organizzazione non utilizza solo l’Intelligenza Artificiale, ma è interamente progettata attorno ad essa e può perseguire i propri obiettivi sia semplificando i processi e consentendo feedback rapidi e continui tra funzioni e team diversi sia accrescendo la raccolta di dati e informazioni grazie ad una loro opportuna governance. «L’adozione della AI richiede un cambio di mentalità da parte delle aziende e delle organizzazioni - mette in guardia Paolo Lobetti Bodoni - non si tratta solo di acquisire tecnologie avanzate, ma di implementare un approccio olistico all’interno dell’organizzazione. Questo significa comprendere i bisogni degli utenti finali, sviluppare competenze specifiche, costruire una cultura della sperimentazione e dell’innovazione, e definire processi di lavoro che possano integrare la AI in modo efficace».

LA CONSAPEVOLEZZA

Una “AI-Driven Organization”, consapevole del ruolo della AI, è proprio per questo responsabile del consenso in merito alla raccolta dei dati e attenta a mantenere l’impiego degli algoritmi in modo equo, non discriminatorio, inclusivo, affidabile e trasparente. Se, come stima EY, il 40% delle professioni verranno supportate dalla AI entro il 2030, si comprende quanto sia importante il rispetto di questi valori non solo nelle aziende, ma anche nelle organizzazioni pubbliche. «È fondamentale - conclude Paolo Lobetti Bodoni - affrontare i temi etici legati all’adozione della AI per garantire che la tecnologia sia utilizzata in modo responsabile e benefico per la società nel suo complesso. Ciò richiede un dialogo aperto e collaborativo tra gli sviluppatori, i governi, le organizzazioni della società civile e il pubblico in generale».

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