Intelligenza artificiale, Giuseppe Italiano (Luiss): «Progettiamo algoritmi responsabili»

Il direttore del corso di laurea magistrale in “Data science” presso la Luiss:v«La ricerca è fondamentale per eliminare rischi di privacy e usi malevoli»

Il professore Giuseppe Italiano
Il professore Giuseppe Italiano
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 07:46

Prof Giuseppe Italiano, direttore del corso di laurea magistrale in “Data Science and Management” della Luiss, l’Intelligenza artificiale applicata allo studio e alla ricerca sembra poter dare ottime prospettive di sviluppo e di lavoro. Fin dove possiamo arrivare?

«Come dimostrato da ChatGPT, l’AI ha il potenziale di rivoluzionare molte nostre attività, soprattutto il nostro modo di lavorare, ed è difficile dire fin dove possiamo arrivare. C’è chi sostiene che in molti rischieremo di essere rimpiazzati dall’AI. Io credo invece che rischieremo molto di più di essere rimpiazzati da chi conosce l’AI meglio di noi».

Alla Luiss, nel gennaio del 2022, è stato inaugurato un Lab dedicato: il Quantum & AI Lab. A un anno dall’avvio, come stanno andando lo studio e la partecipazione dei ragazzi?

«Il Quantum & AI Lab fa ricerca e innovazione di AI con importanti applicazioni, che vanno dai mercati finanziari al biotech. Lo abbiamo creato insieme ad Antonio Simeone, ceo di euklid.com, con cui siamo impegnati in molte attività di ricerca comuni. Lavoriamo in team fortemente interdisciplinari, insieme a giovani professionisti di background molto diversi, come economisti, fisici, biologi, matematici, psicologi e imprenditori digitali. Il Lab ha avuto successo, e abbiamo coinvolto anche molti nostri studenti in progetti innovativi».

Si tratta di un settore molto affascinante, quanto è importante per uno studente partecipare e sviluppare progetti di ricerca?

«È molto importante per la formazione professionale, perché partecipare a progetti di ricerca significa acquisire alcune capacità tipiche dei ricercatori, come rimanere aggiornati sui nuovi sviluppi, porsi continuamente domande, essere capaci di individuare nuovi approcci e nuovi metodi per inquadrare e risolvere i problemi complessi che la nostra società deve affrontare. Capacità sempre più apprezzate in ambito professionale».

L’AI Lab coinvolge professionisti di molti settori. È necessario mantenere il rapporto con le aziende?

«Il rapporto con le aziende è cruciale, e porta a un aumento dell’innovazione, della formazione, della conoscenza del mercato e delle opportunità di lavoro.

Direi che oggi gli studenti stessi sono alla ricerca di un’università che sia in grado di fornire un intero ecosistema della conoscenza, che integri ricerca, didattica e profonde interazioni con il sistema socio-economico, e che sia capace di creare apprendimento e valore che vada ben oltre la semplice somma di questi tre aspetti».

Gli studenti vivono anche momenti di riflessione su questo tipo di tecnologia? 

«Cerchiamo di far riflettere i nostri studenti sulle implicazioni dell’AI e sul fatto che questi sistemi sono in realtà socio-tecnologici, con un impatto profondo sulle nostre vite e sulla nostra società».

Quali sono i rischi dell’AI, da cui mettete in guardia gli studenti?

«Per esempio, affrontiamo con loro i rischi di bias, in cui sistemi di AI possono portare a discriminazioni, i problemi di privacy, in cui sistemi di AI sono utilizzati per raccogliere dati personali e monitorare le attività delle persone senza il loro consenso, e parliamo dell’utilizzo di AI per scopi malevoli, come per la diffusione di disinformazione. Approfondiamo anche lo studio di tecniche innovative per risolvere queste criticità, favorendo la progettazione di algoritmi che siano non discriminatori, responsabili e trasparenti».

Sono in corso le iscrizioni per i corsi di Laurea magistrale per il prossimo anno accademico: nell’era di ChatGPT, cosa consiglierebbe a chi si sta approcciando nella scelta dell’Università?

«Direi che qualsiasi traiettoria professionale vorrà intraprendere nel suo futuro non può prescindere dallo studiare l’intelligenza artificiale e il suo linguaggio, che è quello dei dati. Perché anche se viviamo in un’epoca di cambiamenti veloci e non sappiamo ancora cosa succederà nel futuro, senza parlare bene il linguaggio dei dati si rischia di non andare molto lontano. Per esempio, in Luiss offriamo una laurea magistrale in Data Science and Management, che ha l’obiettivo di formare i professionisti, i manager e i leader di domani, che siano in grado di parlare fluentemente sia il linguaggio del business sia il linguaggio dei dati. Come continuano a dirci le aziende, questa è una figura professionale molto richiesta». 

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