I graffiti diventano interattivi: da Foggia a Roma, la tecnologia fa “parlare” la street art

I graffiti diventano interattivi: da Foggia a Roma, la tecnologia fa “parlare” la street art
di Rosario Dimito
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Dicembre 2021, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 11:12

Un hotspot wi-fi dentro un murale. Graffiti interattivi per città smart. Arte e tecnologia che si fondono per abbattere le barriere, riqualificare le periferie, creare comunità, offrire servizi ai cittadini.

Protagonista di questa piccola grande rivoluzione è Graffiti for Smart Cities, basata a Gravina di Puglia (Bari), una piccola start up innovativa con cinque dipendenti, presente in Basilicata e in Puglia, specializzata nella produzione di smart wall: mosaici digitali composti da tessere in bioresina, progettati per decorare gli ambienti urbani e, allo stesso tempo, grazie a un collegamento con una centralina IoT (Internet of Things) per funzionare come un hotspot wi-fi, compatibile con la tecnologia 5G, in grado di fornire informazioni turistiche e di pubblica utilità, servizi in realtà aumentata e virtuale, pagare il parcheggio o conferire i rifiuti differenziandoli, disegnare sui muri senza imbrattarli creando opere d’arte da condividere.

PAOLO ROSSI E TOSCANI

«Abbiamo creato i nostri smart wall – racconta Mariangela Pepe, ceo dell’impresa, figlia dell’azionista Salvatore – con un prodotto dal design ecosostenibile pensandoli come strumenti per riqualificare le periferie urbane. Un modo innovativo per creare comunità portando arte e servizi in queste aree. Ma i nostri mosaici digitali sono adatti anche ai piccoli borghi che vogliono far vivere ai loro visitatori un’esperienza immersiva attraverso i servizi tecnologici». Due esempi di queste installazioni si trovano a Foggia, uno con l’immagine di Paolo Rossi che esulta al mondiale del 1982 e l’altro con la foto di un bambino che fa la linguaccia scattata da Oliviero Toscani. Un’altra foto di Toscani è stata utilizzata per uno smart wall a Taranto e, nei giorni scorsi, è stato inaugurato un nuovo mosaico digitale a Roma, nella stazione metro della Garbatella. Ma sono tanti i progetti in corso per trasformare i muri delle nostre città in smart wall, da Satriano (Catanzaro) a Tramutola (Potenza) e Cassano delle Murge (Bari). L’ambizione di Graffiti for Smart City è di moltiplicare le sue installazioni in Italia e all’estero per riqualificare gli spazi urbani, trasformandoli in nuove piazze, luoghi d’incontro, d’arte e di attrazione turistica. E il primo passo per raggiungere l’obiettivo è quello di aumentare la capacità produttiva. Per questo, attraverso una procedura completamente digitale, accessibile dal sito, l’impresa ha richiesto al Mediocredito Centrale un finanziamento di 500 mila euro assistito dalla garanzia del Fondo di garanzia per le Pmi, gestito da Mcc per conto del Mise. Proprio quel Fondo che in questi 20 mesi di crisi pandemica ha garantito circa 1,5 milioni di imprese per un totale di finanziamenti garantiti di oltre 210 miliardi, gestendo oltre 2,5 milioni di domande. Con punte di oltre 30 mila domande al giorno. Numeri che evidenziano l’importanza che lo strumento, in carico all’istituto guidato da Bernardo Mattarella, ha avuto per contrastare gli effetti economici della pandemia e assicurare che il flusso di credito alle imprese non si riducesse impedendo, quindi, uno scenario estremamente negativo con una triplicazione delle cosiddette imprese “Zombie” ed evitando un nuovo credit crunch.

IL SEGRETO DELLO STUFO

«Un finanziamento – prosegue Pepe – che ci sta aiutando a dare vita ai nostri sogni, industrializzando e automatizzando la produzione. È stato così possibile acquistare un capannone più grande dove lavorare con macchinari industriali per realizzare un progetto finalizzato principalmente alla nuova edilizia green. Si è avviata la produzione di un nuovo tipo di mosaico, sempre in bioresina, adatto per rivestimenti interni ed esterni, molto leggero (soli 2 millimetri di spessore con un peso di 1 kg per metro quadrato) durevole, resistente agli agenti atmosferici e personalizzabile nella forma delle tessere e nelle grafiche». E non è tutto. «All’interno del nuovo capannone – conclude Pepe – produrremmo lo stufo, un nuovo materiale da costruzione di nostra invenzione, composto da polvere di argilla legata alla resina, che verrà lavorato da stampanti 3D per realizzare nuovi inserti edilizi». La rivoluzione della digital street art è appena cominciata.

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