Inclusione in azienda, il metodo Ericsson: organizzazione flessibile del lavoro

Inclusione in azienda, il metodo Ericsson: organizzazione flessibile del lavoro
di Marco Barbieri
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Mercoledì 17 Novembre 2021, 10:44 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 06:54

Il direttore Risorse umane di Ericsson Italia “si chiama” Head of people. E non è un caso. «È un modo per ribadire la centralità delle persone in azienda» sostiene Laura Nocerino che ricopre il ruolo non solo per l’Italia, ma anche per tutta l’area dei Paesi del Sud Est Mediterraneo. In Italia i dipendenti della multinazionale svedese sono 2.800 suddivisi in sei centri: Genova, Roma, Pagani (Provincia di Salerno), Milano, Mestre e Napoli. «In azienda c’è una lunga tradizione di welfare, non solo per la cultura scandinava, abituata a sistemi di protezione sociale molto avanzati, ma anche per una consolidata abitudine di valorizzazione dei collaboratori, che da sempre passa per un investimento sul loro benessere» aggiunge Nocerino. Ericsson Italia ha partecipato all’iniziativa interaziendale “4weeks4inclusion” per promuovere la cultura dell’inclusione in azienda. «Creare un’organizzazione inclusiva e in grado di valorizzare ogni diversità è in linea con i valori di Rispetto, Professionalità, Perseveranza e Integrità di Ericsson» aggiunge Nocerino, che ricorda: «Ericsson Italia per il secondo anno consecutivo è stata inserita tra le “Italy’s Best Employer”».

I MEETING

Ben prima che il tema dello smart working, o del telelavoro, venisse alla ribalta, Ericsson Italia lo applica e lo propone alla totalità dei suoi collaboratori. «L’accordo sindacale che abbiamo siglato – continua Laura Nocerino – propone strutturalmente un modello ibrido, fatto del 60% di tempo di lavoro da remoto e del 40% in presenza, ma sempre con la possibilità per i dipendenti di introdurre soluzioni più idonee alla propria condizione. E contrattualmente prevede il diritto alla disconnessione».

La parola-mantra è flessibilità. «Colloqui virtuali e assunzioni a distanza sono diventati una prassi normale oggi – continua Nocerino – ma il contatto con i colleghi e i diversi team resta fondamentale per cogliere la cultura e l’approccio di un’azienda. È in quest’ottica che abbiamo deciso di organizzare “Meet Emanuele”, meeting informali tra i neo-assunti e il nostro ad e presidente, Emanuele Iannetti, in modo da raccogliere le loro prime impressioni e fornirgli, al contempo, una visione dell’azienda». Salute, assistenza familiare, supporto psicologico: sono alcuni dei bisogni che si sono fatti più espliciti nel corso delle survey aziendali durante la pandemia. «Di più: è emerso un forte bisogno alla socializzazione, così come a un recupero di mobilità, dopo tanti periodi stanziali, imposti da Covid-19 – racconta Laura Nocerino – e facendo tesoro di questa sollecitazione abbiamo organizzato alcune passeggiate in città, o un vero e proprio trekking in campagna, tra colleghi di sede. Un modo per incontrarsi, dopo tanto distanziamento, e un modo per recuperare un po’ di mobilità. Il 20% dei dipendenti ha aderito: riprenderemo l’iniziativa appena sarà passato l’autunno e l’inverno».

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