Vincere con lo stile coding: nasce 42 Roma Luiss, la scuola per i talenti digitali

Vincere con lo stile coding: nasce 42 Roma Luiss, la scuola per i talenti digitali
di Alessandra Camilletti
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Novembre 2020, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 16:34

Si scrive École 42, si legge 42 Roma Luiss. In principio era Parigi. Oggi sono oltre trenta campus nel mondo, passando per Fremont, nella Silicon Valley, fino ad arrivare in Italia. Nasce nella Capitale, all’Università Luiss Guido Carli, sul modello francese, la scuola che ha l’obiettivo di formare la futura generazione di professionisti del digitale, con competenze in linea. Si chiama 42 Roma Luiss, appunto. E si parte a gennaio. In una parola coding, letteralmente programmazione informatica, ma soprattutto analisi dei problemi e risoluzione. Ma dimenticate l’immagine del nerd solitario nella stanzetta illuminata dal solo schermo del pc. Immaginatevi piuttosto i ragazzi muoversi come in un videogioco. Gli studenti sviluppano competenze attraverso i progetti che realizzano, accumulando crediti e punti esperienza. Ogni progetto completato consente di accedere al progetto successivo, in una sfida crescente. Durante i tre anni di scuola gli studenti dovranno affrontare 200 progetti divisi in 21 livelli che compongono il processo di apprendimento dalle conoscenze di base del coding fino ai diversi percorsi di specializzazione. Cybersecurity, design di videogame, sviluppo di mobile app, imprenditorialità.
 

 

IL MODELLO

Niente corsi tradizionali né classi tradizionali. E neppure professori. Non si paga retta né servono titoli di studio per accedervi. La selezione si basa solo sulle capacità dei talenti digitali. Nessun esame di profitto da sostenere: i ragazzi saranno messi alla prova con problemi da risolvere e allenandosi sin da subito a lavorare in squadra e a pensare fuori dagli schemi. La formula è quella del peer to peer, da pari a pari. Al termine di ogni step il lavoro dei ragazzi sarà “validato” dai compagni. Quartier generale l’Hub di LVenture, a Stazione Termini, dove è già presente l’acceleratore di strartup Luiss EnLabs, nato da una joint venture tra LVenture Group e l’Università Luiss. Un cuore digitale, nel cuore di Roma. La scuola apre a gennaio. «Proprio in questi giorni si è conclusa la prima piscine», racconta Massimo Angelini, direttore External affairs, Corporate communication & Partnership della Luiss.

Già, perché neppure le selezioni sono tradizionali. Dopo il superamento di un primissimo test online, i ragazzi affrontano in due step la “piscina digitale”, dove si impara a nuotare scrivendo i codici del futuro e dove bisogna restare a galla con le proprie forze. «Nelle piscine non hai ancore di salvezza – sottolinea Angelini – In una full immersion, i ragazzi da subito lavorano su coding e progetti. Caratteristica fondamentale è capire quanto abbiano la capacità di lavorare insieme. Se fossero 150 giovani bravissimi ma super individualisti, il modello non funzionerebbe. Nelle quattro settimane devono imparare a lavorare insieme, si giudicano nel lavoro insieme e il team della Luiss li osserva». Parola anche di ragazzi. «Nella piscine devi davvero imparare a nuotare e i salvagente sono le persone che hai intorno – racconta Roberto in un video sulla pagina Facebook della scuola – Qui siamo studenti e professori allo stesso tempo. Mi giro a destra e chiedo una cosa, mi giro a sinistra e trovo qualcuno che chiede qualcosa a me». E Victoria, in un ping pong di domande che è già gioco di squadra: «Tanti aspetti della piscine sono studiati per metterti i bastoni tra le ruote. C’è interesse a vedere come reagisci davanti a una sfida o a un fallimento. Cosa fai nel momento in cui la vita ti colpisce in faccia? Stai tre ore a rimanerci male sprecando tempo o reagisci e vai avanti?».

L’IDEA

Oltre 4.600 candidati hanno affrontato l’iniziale test di logica e circa 870 lo hanno superato. La scuola aprirà con 150 studenti. Il sito di 42 Roma Luiss, lanciato a luglio, ha registrato 500 mila visitatori unici. E come École 42 sia diventata un’esperienza anche italiana è una storia nella storia. «École 42 nasce sull’idea di realizzare una scuola di coding per far fronte al rischio molto forte della mancanza di competenze digitali – sottolinea Massimo Angelini – Ma nasce sotto una veste estremamente innovativa e con la previsione della gratuità. Parte in Francia e si estende in una crescita progressiva: in tutto il mondo si è creato un network di 10mila ragazzi». Lo spunto italiano arriva da Riccardo Zacconi, imprenditore digitale già chairman di King.com, azienda leader nel gaming online e creatrice di successi globali come Candy Crush Saga, laureato dell’Ateneo e nel Luiss Alumni 4 Growth, club di filantropia “intelligente” che investe su start-up Luiss-related. «Tre anni fa i vertici della Luiss, con il direttore generale Giovanni Lo Storto in testa, sono andati a Parigi a vedere la scuola. E se la vedi, non puoi non innamorarti di questo modello, talmente è nuova l’idea, forte la finalità e potente l’impatto della formazione dei ragazzi – racconta Angelini – Un’occupabilità del cento per cento al termine dei tre anni. I due terzi vengono “bloccati” già durante il triennio dalle aziende in cui fanno tirocinio. Dopo il primo anno c’è anche l’opportunità di continuare la scuola all’estero. La Luiss è licenziataria per l’Italia».

LA PROSPETTIVA

Coding oggi parola chiave? «Parola chiave sicuramente – dice Angelini – ma insieme a coding si possono dire tante altre cose. La scuola punta sul coding ma ti mette nella condizione di prendere il tuo percorso, la tua specializzazione: cybersecurity, networking, system administration, programmazione avanzata, data management, sviluppo di mobile app. Dopo tre anni esce dalla scuola un professionista del digitale a tutto tondo». Nella filosofia del progetto, anche la riattivazione dell’ascensore sociale... «È nella logica della scuola – spiega Angelini – E stiamo lavorando per garantire l’alloggio almeno a una parte dei ragazzi non romani, così da metterli nelle condizioni di frequentare la scuola in grande serenità. Se ci riusciamo, avremo fatto bingo».

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