Djokovic, accoglienza da eroe a Belgrado. Doccia fredda da Parigi, Roland Garros a rischio

Il governo francese fa sapere che la regola sarà applicata anche agli sportivi che arriveranno dall'estero

Francia, obbligo di vaccino per gli atleti (anche stranieri). Per Djokovic a rischio anche Roland Garros
Francia, obbligo di vaccino per gli atleti (anche stranieri). Per Djokovic a rischio anche Roland Garros
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Lunedì 17 Gennaio 2022, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 16:35

Dopo aver perso la possibilità di partecipare all'Australian Open, il primo dei grandi slam del 2022, Novak Djokovic vede allontanarsi la possibilità di partecipare anche al Roland Garros. La Francia ha introdotto infatti l'obbligo vaccinale per tutti gli atleti sportivi, professionisti o dilettanti, che arrivano nel Paese per partecipare a eventi sportivi. Il governo ha precisato che le regole per il super green pass francese, si applicheranno anche agli stranieri che entreranno nel paese per gareggiare. Il riferimento al numero uno del tennis mondiale è chiaro. Djokovic, che nelle scorse ore è tornato in Serbia, dovrà riflettere sul futuro della sua carriera, che almeno per questa stagione, sembra legata a doppio filo con la questione vaccini.

Accoglienza da eroe a Belgrado.

All'aeroporto di Belgrado, dove è giunto oggi dopo la sua espulsione dall'Australia, Novak Djokovic, oltre che da un massiccio schieramento di reporter e troupe di cineoperatori, è stato accolto da numerosi sostenitori che hanno scandito a lungo e a gran voce 'Nolè, 'Nolè, tra lo sventolio di bandiere tricolori della Serbia. Il campione, secondo Tanjug, ha tuttavia evitato di incrociare i media e i tifosi, lasciando l'aeroporto senza fare dichiarazioni. Gli inviati sul posto parlano di delusione dei fan che senza dubbio continueranno a esprimere il loro appoggio al numero uno del tennis mondiale, considerato in Serbia un autentico eroe nazionale. Durante la lunga vicenda giudiziaria che ha opposto Djokovic alle autorità australiane, manifestazioni in appoggio al campione serbo si erano svolte davanti al Parlamento a Belgrado.

 

Djokovic, Roland Garros a rischio

Dopo il caso Australian Open, la Francia si era attivata per studiare una misura che evitasse di ripetere il caos Djokovic in vista del Roland Garros, in programma il prossimo maggio. La ministra dello Sport, Roxana Maracineanu, aveva lasciato immaginare l'esistenza di una «bolla» per i tennisti del Roland Garros, che avrebbe consentito di ricevere sportivi non vaccinati che arrivano dall'estero, come nel caso di Djokovic. Attualmente, precisa invece il governo, non è necessario essere vaccinato per entrare in Francia ma il pass vaccinale (super green pass) si applicherà a chiunque entri in un impianto aperto al pubblico. 

La situazione

«Il passaporto vaccinale – ha spiegato oggi la ministra – sarà obbligatorio per spettatori, ma anche per chi pratica sport, per gli sportivi professionisti, francesi e stranieri». Niente concessioni per il numero uno al mondo, ma prevale la linea dura. Fondamentale, a cento giorni dalle elezioni presidenziali, evitare polemiche sul caso vaccini e green pass. Adesso servirà l'approvazione della nuova regolamentazione, che dovrà essere compatibile con i principi democratici.

Cosa può cambiare per Djokovic?

Se la legge - come sembra - farà il suo corso e verrà approvata, Djokovic dovrà dunque necessariamente vaccinarsi per prendere parte agli Open di Francia. In alternativa, dovrà sperare in un netto miglioramento della situazione sanitaria che potrebbe spingere il governo a sospendere il super green pass, che per ora ha validità fino a fine luglio. Intanto il serbo, espulso ieri dall'Australia, è atterrato a Belgrado, dopo aver fatto scalo nella notte a Dubai con un volo proveniente da Melbourne. 

L'aereo che ha riportato in patria il campione serbo numero uno del tennis mondiale è atterrato alle 12.16 all'aeroporto Nikola Tesla di Belgrado, dove da ore attendevano numerosi reporter e troupe di cineoperatori. La notizia della sua espulsione dall'Australia campeggia stamane su tutte le prime pagine dei giornali belgradesi, con in primo piano termini quali "scandalo" e "vergogna".

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