Rugby, fantastica Italia batte per la prima volta l'Australia 28-27: due mete volanti di Capuozzo a Firenze

Rugby Italia - Australia diretta live oggi 12 novembre: gli azzurri cercano il bis dopo Samoa. Garbisi out
Rugby Italia - Australia diretta live oggi 12 novembre: gli azzurri cercano il bis dopo Samoa. Garbisi out
di Paolo Ricci Bitti
12 Minuti di Lettura
Sabato 12 Novembre 2022, 13:09 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 20:59

Rugby Italia - Australia 28-27

La partita a Firenze è finita: una cinquantina di australiani sul prato del “Franchi” si rivolge in silenzio a una vasta gamma di divinità perché siano propizie al giocatore esordiente Ben Donaldson che sta per calciare la palla fra i pali per trasformare la meta segnata a tempo scaduto. Dall’altra parte gli azzurri in campo e i 20.321 fedeli sulle tribune, ugualmente in silenzio, alzano gli occhi alle basse nuvole grigie: «Te prego fa’ che lo sbaglia» confesserà di avere pensato Michele Lamaro, il capitano, senza specificare il destinatario dell’auspicio. Donaldson si prende tutto il secolo disponibile per concentrarsi: in realtà è un minuto, ma ieri non passava davvero mai. Poi la breve ricorsa e il calcio: l’ovale svirgola a destra della porta ad acca anche se si trattava di una trasformazione quasi banale. Viene giù il “Franchi”, l’Italia ha vinto 28-27, ovvero non ha perso 28-29, ovvero ha sfatato un tabù che durava da 49 anni e 20 partite, tutte finite male per gli azzurri.

L’Australia è fra le 8 grandi potenze storiche del rugby, ha vinto due Mondiali ed è 7a nel ranking rispetto al 12° posto azzurro. Quella italiana è un successo di misura (3 mete azzure, 4 australiane, decisivi anche i piazzati di Allan e Padovani), ma è un trionfo perché supera parecchie questioni a iniziare dalla circostanza che vede gli italiani ripetersi quasi mai di seguito ad alti livelli. E sabato scorso l’Italia aveva strabattuto i rocciosi samoani 47-17 a Padova.



Invece ieri Lamaro e compagni hanno fin da subito seguito lo stesso brillante spartito: difesa asfissiante, il che vuol sacrificarsi nel placcare giganti che stazzano anche 140 chili, e gestione lucida del possesso. Al the si è arrivati sul 17-8, logica conseguenza di una netta superiorità fisica, tecnica e tattica. E peggio per i canguri se il loro ct Rennie aveva orchestrato un massiccio turn over cambiandone 11 su 15 rispetto alla sconfitta di un punto con la Francia. E che mete quelle dei trequarti Bruno e Capuozzo, di nuovo capolavori di eleganza e velocità. Ma quante volte in questi tribolati anni gli azzurri hanno cominciato bene, benissimo, salvo spegnersi nel finale? Infinite amarezze.

Ennò, ieri no: gli australiani sono risaliti anche a meno 2 punti (17-15), ma ancora la squadra del ct Crowley si è mostrata matura e determinata. La terza meta è il bis di Capuozzo (25-15) con uno slalom dei suoi, favorito da un’azione corale da antologia. All’80’ la partita era vinta (28-22) invece è arrivato il patatrac: meta (5 punti) australiana per il 28-27 con la possibilità di trasformare (2 punti), sorpassare per la prima volta gli azzurri e vincere a tempo scaduto. Pur con il fegato abituato a 36 ko di seguito nel Sei Nazioni, una sconfitta maturata così sarebbe stata proprio impossibile da mandare giù. E adesso, in attesa del Sudafrica campione del mondo sabato a Genova, gli azzurri vantano 5 vittorie (3 di altissimo rango, Galles, Samoa e Australia) nelle ultime 6 partite. «Non è che ora siamo diventati Superman - dice Lamaro, capitano anche del Treviso, laurea in Management dello Sport - È solamente che Kieran (il ct) ci sta aiutando a costruire credibilità. Tutti lavoriamo al progetto che punta a dare una nostra identità al gioco: vincere è la conseguenza di una prestazione attenta. E comunque sì, un messaggio all’estero lo abbiamo mandato: l’Italia c’è». 
 

La partita

Al diavolo gli allibratori che, come sempre, ci davano al tappeto contro l'Australia come era sempre accaduto dal 1973 in 20 partite, al diavolo pure quell'ultima meta allo scadere dei Wallabies che, se trasformata, avrebbe punito nel più crudele dei modi di azzurri. L'Italia è stata fantastica, ha guidato il match per tutti gli 80 minuti e alla fine ha vinto per la prima volta contro gli australiani perché, come ha detto il ct Crowley, "oggi c'erano le condizioni per vincere e i ragazzi lo hanno fatto". In passato, troppe amarissime volte, queste condizioni si erano registrate, ma poi gli azzurri erano tornati a capo chino negli spogliatoi.

L'Italia ha vinto 28-27 segnando tre mete magnifiche, di nuovo tutte con i trequarti come accaduto a Padova  (delle 6 marcature contro Samoa solo una stata firmata dall'avanti Lorenzo Cannone, ma schierato in posizione da trequarti), il che vuol dire che gli azzurri giocano bene, costruiscono sullle fondamenta del gioco - la mischia e la touche - e poi scatenano la linea leggera. L'Italia, battendo la settima potenza del ranking dalla 12a posizione, battendo i Canguri due volte campioni del mondo, ha lanciato un messaggio al resto di pianeta ovale: 5 vittorie nelle ultime sei partite, alla cintura gli scalpi di Galles, Samoa e adesso anche Australia. La generazione precedente, quella dei Parisse e dei Castrogiovanni, ci ha messo un decennio a comporre un palmares così di prestigio e, fino a un anno fa, la nazionale azzurra era quella "che predeva sempre" e che non vinceva un match nel Sei Nazioni dal 2016. Ora invece non si potrà più affrontare con sufficienza l'Italia: il ct australiano Dave Rennie, passaporto neozelandese, ha detto che non ha mancato di rispetto gli avversari di Firenze cambiando 11 giocatori su 15 rispetto a quelli schierati contro la magna Francia, ma la prossima volta non lo rifarà, ne siamo certi. E poi che bello ricordare che proprio qui al Franchi nel 2016 un Sudafrica supponente cadde come è caduta l'Australia. Gli azzurri faranno festa questa sera ("Una birra ce la concediamo, ma poco altro", ha detto il capitano Michele Lamaro) poi testa proprio a Sudafrica che sabato prossimo sarà a Genova.

Primo tempo

L'effetto Samoa di Padova continua a Firenze anche se al Franchi c'è l'Australia, settima potenza mondiale che in 18 partite non abbiamo mai battuto. Al the si arriva con uno stellare 17-8 (due mete a una) con l'Italia di capitan Lamaro sempre davanti grazie di nuovo a un gioco ordinato, efficace e parecchio bello, anzi bellissimo con le due mete volanti di Bruno al 18' e Capuozzo al 25'. La prima costruita fase su fase, la seconda frutto di un contrattacco di 60 metri innescato dal legittimo furto del pallone effettuato da Lucchesi: "mani" rapidissime di Allan, Morisi, Iaone e infine proprio lui, il folletto di Grenoble che sprinta con leggerezza fuminea. Magnifico.

Secondo tempo

Il forsennato ritmo del primo tempo, come era logico attendersi, cala, con l'Australia che recupera un po' di mestiere e un po' di idee: accordia con McReight al 43' (17-15) , poi All allunga ancora dalla piazzola (20-15): l'Italia continua a guidare nel punteggio, ma non c'è più la superiorità del primo tempo. Allan cicca anche un calcio difficile ma non impossibile: si teme il peggio, si teme quanto si è già vissuto tante volte. Invece al 64' di nuovo una meta da antologia con il pack che conquista metri e serve poi i trequarti che offrono cambi di passo ed eleganti "finger pass" (la palla sfiora appena le dita, ma va dove vuole il giocatore) fino ad arrivare a Capuozzo che aggira due australiani e si tuffa: 25-15. Insomma, forse, magari, dai si può vincere davvero? Macché: tre minuti dopo l'unico vero grande pasticcio degli azzurri che regalano un pallone in touche permettendo a Robertson di accorciare: 25-22. Padovani, subentrato ad Allan, sbaglia proprio del tutto un penalty, ma al 75' infila quello del 28-22. Sei punti di vantaggio, ma una meta trasformata ne vale 7. All'80' segna Neville: 28-27. I due punti della trasformazione darebbero all'Australia il sorpasso e la vittoria a tempo scaduto dopo avere sempre inseguito. I cuori degli azzurri e dei 20.321 fedeli del Franchi si fermano mentre l'esordiente Ben Donaldson si prepara a calciare. Passa un secolo. Donaldson sbaglia. L'Italia è diventata grande, grandissima.

I commenti

“Sicuramente festeggeremo stasera, una vittoria di questo tipo in un test-match ufficiale richiede anche di sapersi godere i momenti positivi”, esordisce il tecnico azzurro Kieran Crowley in una conferenza stampa mai così affollata. “C’è tanto da imparare da una gara come questa, oggi i ragazzi hanno dimostrato che erano disposti a morire per la maglia, e questo è un valore importantissimo che va loro riconosciuto, e da cui partire sempre. Con l’Australia abbiamo peraltro esplorato alcune soluzioni nuove nel nostro gioco, che sono riuscite molto bene, sono davvero soddisfatto. 

Prosegue il c.t. neozelandese: “Battere l’Australia è un grande risultato, lo sport a volte ti sorride facendoti vincere di un punto, altre volte no facendoti perdere per quello stesso punto. Il significato di un risultato così è importante per la gente, per il movimento, ma soprattutto per la squadra, che dà sempre il 110% in ogni singolo allenamento. Se lo meritano davvero, sono felice principalmente per loro”.

Netta la considerazione di Crowley alla domanda sulla presunta sottovalutazione dello staff australiano per la formazione decisa alla vigilia: “Nessuna mancanza di rispetto: la rosa dei Wallabies è ampia, sono tutti atleti del Super Rugby, del Top 14, della Premiership, ed è giusto che un allenatore voglia mettere alla prova tutti nell’ambio di un tour come questo”.

Sul progetto nato un anno fa: “È passato un anno da quando questo gruppo ha cominciato il suo percorso: stiamo costruendo la nostra identità, senza copiare o ispirarci a qualcun altro. È un percorso, che a volte può avere anche dei momenti negativi: vogliamo guadagnarci il rispetto dei nostri avversari, partita dopo partita, lavorando sulle nostre caratteristiche per metterle nelle migliori condizioni di esprimere appieno il nostro potenziale”.

Sull’attitudine in campo dei suoi ragazzi: “Stiamo provando cose nuove, è vero, fin dallo scorso Sei Nazioni: la riuscita di un sistema, l’efficacia di una qualunque struttura, passa però solo ed esclusivamente dall’attitudine dei ragazzi, a volte può funzionare, a volte no, ma il loro impegno è sempre massimale e come allenatore questo è l’aspetto per me più importante. Parlando in particolare del triangolo arretrato con Capuozzo, Ione e Bruno, sicuramente oggi è stato protagonista, ma la nostra ricerca di allargare il gruppo è in continua evoluzione, e non si fermerà certo dopo questa vittoria”.

Anche per Michele Lamaro, sempre più “il Capitano”, un fuoco di fila di domande, in un mix tra racconto emotivo e analisi lucida: “Con Kieran stiamo lavorando tanto sulla performance, chiaro che vincere fa tutta la differenza del mondo, ma anche perdendo di un punto la prestazione della squadra non avrebbe avuto un valore inferiore.

Onestamente la certezza di poterla portare a casa si è vista dall’inizio, sapevamo che facendo bene il nostro lavoro, gestendo al meglio anche i dettagli del nostro piano di gioco, saremmo stati in partita fino alla fine, e così è stato. 

L’atmosfera di Firenze è sempre speciale, si sente nell’aria che questa è una città di sport vera, e allo stadio tutta questa energia l’abbiamo sentita tantissimo. Quando indossiamo la maglia Azzurra noi del resto vogliamo sempre dare il massimo per i nostri tifosi, ma così come oggi non siamo diventati super-eroi, a Batumi non eravamo diventati dei dilettanti.

Trovo che a distanza di un anno il gruppo abbia trovato lo spirito giusto. credendo pienamente nel lavoro che stiamo facendo: ogni singolo sa che deve dare il 100%, apportando il proprio contributo al risultato collettivo. Abbiamo un progetto nel quale crediamo profondamente, e questo ci tiene saldi anche nei momenti difficili della partita, come è accaduto in alcuni passaggi anche oggi. 

Sull’ultimo calcio ci siamo tutti sentiti di fare pressione salendo assieme, a quel punto valeva un po’ tutto, e se poteva essere utile, perché non provarci. 

Non esiste il famoso “click” che ti fa cambiare il corso delle cose improvvisamente: è la somma di quello che facciamo giorno dopo giorno, lavorare per avanzare quel centimetro in più, per sbagliare quel calcio in meno, per chiudere un placcaggio in più. A questo livello la differenza la fanno davvero i dettagli, non le magie improvvise.

Questa sera festeggeremo, ci sta, ma da domani si comincia ad entrare con la testa al test col Sudafrica: dobbiamo proseguire nella costruzione del nostro progetto, lavorando e basta, e sapendo che anche con gli Springboks dobbiamo dare continuità alla nostra performance, senza focalizzarci sul risultato. L’Italia sta lavorando per riconquistare il rispetto di tutti, e questo passa solo per una continuità di prestazioni ad alto livello, che è esattamente quello su cui siamo focalizzati da mesi”.

Il tabellino

Firenze, Stadio Artemio Franchi

Italia - Australia 28-27 (p.t. 17-8)

Marcatori: PT 1’ cp Allan (3-0); 5’ cp Lalosio (3-3); 18’ m. Bruno, t. Allan (10-3); 25’ m. Capuozzo, t. Allan (17-3); 31’ m. Wright, nt (17-8). ST 43’ m. McReight, t. Lalosio (17-15); 52’ cp Allan; 64’ m. Capuozzo, nt (25-15); 67’ m. Robertson, t. Lalosio (25-22); 74’ cp Padovani (28-22); 80’ m. Neville, nt (28-27)

Italia: Capuozzo; Bruno, Brex, Morisi (46’ Menoncello), Ioane; Allan (69’ Padovani), Varney; Cannone L., Lamaro (cap), Negri (57’ Halafihi – 69’ Sisi); Ruzza, Cannone N.; Ferrari (46’ Ceccarelli), Lucchesi (57’ Nicotera), Fischetti (57’ Nemer)

n.e. Garbisi A.

All. Crowley

Australia: Campbell (66’ Petaia); Nawaqanitawase, Ikitau, Paisami, Wright; Lolesio (75’ Donaldson), Gordon (54’ McDermott); Samu (66’ Gleeson), McReight, Hanigan; Skelton (57’ Neville), Swain; Ala’alatoa (cap – 60’ Tupou), Fainga’a (54’ Lonergan), Gibbon (60’ Robertson)

All. Rennie

Arbitro: Pickerill (NZRU)

Calciatori: Allan (ITA) 4/8; Lalosio (AUS) 3/4; Padovani (ITA) 1/2; Petaia (AUS) 0/1

Cartellini: 15’ giallo a Gordon (AUS)

L'attesa

L'obbiettivo parecchio comolicato degli azzurri del ct Kieran Crowley è di fare il bis dopo la larga, inattesa nei modi e quindi esaltante vittoria contro Samoa sabato scorso a Padova, ma evidentemente il ct dell'Australia, Dave Rennie, non si preoccupa troppo delle velleità degli italiani a Firenze e propone una squadra rinnovata per 11/15i e con ben due esordienti rispetto ai titolari che hanno perso di un misero punto a tempo quasi scaduto a Parigi contro la formidabile Francia, seconda potenza mondiale. I Wallabies sono al 7° posto nel ranking mentre l'Italia è risalita al 12° tanto per chiarire subito su che cosa poggiano le convinzioni dell'allenatore neozelandese alla guida dei canguri. Per di più stamattina il regista Paolo Garbisi, la stella dell'Italia e del Montpellier, ha accusato dolori per un ematoma rimediato contro i samoani ed è uscito dal foglio partita: al suo posto Tommy Allan mentre in panca si accomoderà Edoardo Padovani. Averne avuto, in passato, di tale abbondanza per la maglia numero 10. 

La verità è che agli australiani, eleganti nei modi, ma arroganti nei fatti, starebbe proprio bene fare la fine del Sudafrica che nel 2016 si comportò più o meno nello stesso modo venendo poi clamorosamente abbattuto dagli azzurri proprio qui al Franchi. Clamorosamente, perché gli echi di quell'impresa ancora riecheggiano. Ma in realtà gli allibratori, pur benevoli, ci danno ko sia pure solo di 7 punti, un meta trasformata, un gol, si potrebbe dire. Vedremo. In azzurro, per aiutare la squadra a scalare almeno due marce, torna Ange Capuozzo, il folletto che innescò la vittoria a Cardiff, dolcissimo ricordo, che stoppò la striscia nera di 36 sconfitte nel Sei Nazioni. 

Test match

Italia - Australia oggi 12 novembre 

Calcio d'inizio alle 14 Diretta Tv8 in chiaro e  SkySport

Le formazioni

Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Pierre Bruno, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Luca Morisi, 11 Montanna Ioane, 10 Tommaso Allan, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (cap.), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolo Cannone, 3 Simone Ferrari, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti
A disp. 16 Giacomo Nicotera, 17 Ivan Nemer, 18 Pietro Ceccarelli, 19 David Sisi, 20 Toa Halafihi, 21 Alessandro Garbisi, 22 Edoardo Padovani, 23 Tommaso Menoncello.

Allenatore: Kieran Crowley

Australia: 15 Jock Campbell, 14 Mark Nawaqanitawase, 13 Len Ikitau, 12 Hunter Paisami, 11 Tom Wright, 10 Noah Lolesio, 9 Jake Gordon, 8 Pete Samu, 7 Fraser McReight, 6 Ned Hanigan, 5 Will Skelton, 4 Nick Frost, 3 Allan Alaalatoa (cap.), 2 Folau Fainga’a, 1 Matt Gibbon
A disp. 16 Lachlan Lonergan, 17 Tom Robertson, 18 Taniela Tupou, 19 Darcy Swain, 20 Langi Gleeson, 21 Tate McDermott, 22 Ben Donaldson, 23 Jordan Petaia.

Allenatore: Dave Rennie