Romano Fenati, fenomeno su due ruote
"Corro per Valentino, ma vinco per me"

Romano Fenati, fenomeno su due ruote "Corro per Valentino, ma vinco per me"
3 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Maggio 2014, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 17:36
ROMA - "Le Mans mi piace, firmato Romano Fenati". Categorico e simpatico, ma ogni giorno meno scaramantico, il pilota rivelazione del campionato Moto3 2014 gia cammina spedito per i box del gran premio di Francia, quinta prova del motomondiale 2014 in programma domenica. Entusiasmo al potere e in classifica. Dopo il secondo posto nel gran premio delle americhe sono arrivati i due successi nel Gp di Argentina e poi in quello di Spagna, terza vittoria in carriera, lontana anni luce però da quel primo alloro sempre sul tracciato di Jerez, nel 2012. Nel frattempo, una stagione poco piacevole lo scorso anno e l'occasione di un cambio di marcia e d'aria che il diciottenne di Ascoli Piceno ha colto al volo.



LA CURA ROSSI



«Lo Sky Racing Team VR46 mi ha messo nelle condizioni giuste, le migliori sia dal punto di vista tecnico che umano. È troppo facile pensare sia soltanto una iniziativa promozionale. Questa è una squadra con un clima del tutto particolare, si sorride». Il progetto che ruota attorno a Valentino Rossi e il suo team è tra le sorprese della pit lane. «È un leader, partecipa alla gestione della squadra, la sua presenza c'è e si sente. Funziona».



SHOW A JEZEZ



Fenati è secondo nel mondiale a 74 punti, solo 5 di distacco dal leader Miller a quota 79, a Jerez ha mostrato un carattere di ferro. Decimo alla partenza, ha innescato un festival di sorpassi e staccate al limite che in 23 giri di vera bagarre, tutti da incorniciare, gli hanno consegnato un successo in volata, in casa e contro gli spagnoli Efren Vazquez e Rins, arrivati dietro per poco più di un decimo di secondo. «Come pilota sto crescendo molto, proprio nell'anno in cui questa categoria sta diventando matura. La Moto3 non è più la cenerentola del motociclismo, la mia KTM ora ha una elettronica sofisticata e la tecnica di guida assomiglia sempre più a quella delle classi superiori. Si “spigola”, si scelgono traiettorie più decise entrando in curva e non si lascia correre la moto come nella vecchia 125. Finalmente possiamo lavorare con un telaio con regolazioni molto importanti e il motore c'è. Posso essere aggressivo come piace guidare a me».



IMPREVEDIBILE



Come sta piacendo anche al circus del motomondiale, in effetti. Nonostante le caute previsioni di inizio stagione, il team SkY non si è limitato a qualche podio per poi vincere nel 2015, ma sta già incassando successi, arginando un predominio iberico che non lasciava alternative. «La nostra è come una nazionale, siamo tutti italiani al box e con la guida di un team principal come Vittoriano Guareschi. È bello quando chi guida una squadra capisce davvero di moto, ne ha un esperienza reale in pista per averle guidate e non solo gestite. Anche questa è stata una scelta azzeccata di Valentino, Vittoriano è un personaggio intelligente. La nostra non è solo una scuderia vivaio per giovani emergenti, vogliamo vincere». I rivali per il campionato sono nomi noti: Alex Marquez, fratello del fenomeno Marc, Miller, Loi, Rins, Vasquez e Vinales, con moto e team di grande valore. Il punto per Romano, ora che i riflettori sono accesi, è mantenere la voglia di vincere e progettare un futuro sulla strada imboccata da Capirossi, Biaggi, Rossi e Dovizioso. «È presto per sapere se il team Sky mi seguirà in una avventura in Moto2, ma io ho la mia strada conquistare titoli». Cominciando da Le Mans. L’ultima volta che un pilota italiano ha centrato due successi di fila nella categoria cadetta è toccato ad Andrea Iannone nel 2009, per il tris bisogna andare al 1999 di Marco Melandri. Idee? «Io non voglio assomigliare a nessuno»
© RIPRODUZIONE RISERVATA