Roma, DiBenedetto in città per chiudere
Unicredit frena: c'è molto da lavorare

DiBenedetto a Fiumicino
DiBenedetto a Fiumicino
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Lunedì 28 Marzo 2011, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 23:16
ROMA - L'imprenditore Thomas Richard DiBenedetto, che guida la cordata americana interessata all'acquisto del 60% della Roma, arrivato stamattina poco prima delle 8 nella capitale per definire gli ultimi passaggi della trattativa. Di Benedetto è atterrato al Leonardo Da Vinci, da Boston, con un volo di linea dell'Alitalia (AZ 615).



Via alla trattativa con Unicredit.
Nella tarda mattinata, presso lo studio legale Grimaldi e associati, è iniziato l'incontro tra lo staff di DiBenedetto e Unicredit per il passaggio di proprietà della As Roma calcio. L'uomo d'affari statunitense era accompagnato dal pool dei suoi legali (Tonucci e Bingham), mentre a seguire la trattativa per Unicredit, oltre allo studio Grimaldi, gli avvocati dello studio Carbonetti. Presenti all'incontro anche Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso, rispettivamente vicedirettore generale di Unicredit e numero uno di Unicredit Corporate Banking. Poco prima delle 13.30 è arrivato anche Cesare Romiti, ex ad della Fiat e attuale presidente onorario di Rcs Mediagroup. Il presidente onorario di Rcs ha però una casa nella stessa palazzina, come ha spiegato il figlio arrivando molte ore dopo.



Dieci ore di trattativa e poi la sospensione. La firma è prevista tra domani e il 30 marzo, termine per la trattativa in esclusiva concessa a Dibenedetto. Il confronto riprenderà domani. «Stiamo lavorando, c'è ancora molto da lavorare. Ci rivediamo domani mattina». Così l'avvocato Roberto Cappelli, legale di Unicredit, al termine di quasi 10 ore di trattative. Poco prima era uscito in auto lo stesso DiBenedetto, senza rilasciare dichiarazioni. Domani si riprenderà con l'intenzione di chiudere in giornata, smantellando gli ultimi dettagli sul prezzo di acquisto.



DiBenedetto: I'm very happy, forza Roma. «I am very happy to be in Rome» e poi «Forza Roma, forza Roma»: sono queste le uniche parole che è stato possibile strappare a DiBenedetto all'arrivo in aeroporto. Un arrivo "protetto" da un folto gruppo di bodyguard che lo hanno prelevato alla scaletta dell'Airbus A330 di Alitalia (ma la livrea era quella di AirOne) e che poi lo hanno scortato per l'intera lunghezza delle aerostazioni fino al Terminal 1, dove speravano di dribblare fotoreporter e cineoperatori. Ma la lunga e faticosa deviazione non è servita a nulla: qui, infatti, l'imprenditore di Boston, già provato dal trasferimento a passo di carica, è stato letteralmente circondato, spintonato, strattonato dagli addetti ai lavori in attesa già dalle 7 del mattino. Alla fine, dopo un capitombolo di alcuni fotografi, protetto anche da agenti della Finanza, DiBenedetto, il viso stralunato e gli occhi diventati un filo di lama, ha potuto prendere posto su una vettura si sarebbe diretta all'hotel Excelsior, dove il possibile futuro presidente della Roma dovrebbe alloggiare in questi giorni. Un soggiorno, peraltro, che a giudicare dal piccolo bagaglio che DiBenedetto ha portato con sé (soltanto un trolley che ha viaggiato con lui in classe turistica), non dovrebbe essere troppo lungo.



L'accoglienza dei tifosi. Maglioncino color pesca, quello dei Red Sox, pantaloni grigio scuro e camicia blu, borsa gialla a tracolla, DiBenedetto, è stato uno degli ultimi passeggeri a scendere dall'Airbus A 330. Pochi minuti prima un curioso qui pro quo ha segnato i suoi primi passi nella Capitale, ingannando gli stessi body guard: questi, infatti, hanno visto prendere posto a bordo del pullmino aeroportuale un signore sconosciuto accompagnato dalla consorte, sotto gli scatti impazziti dei telefonini da parte di operatori dello scalo. Alla fine le grida di incoraggiamento al vero "deus ex machina" della Roma, con scandito ad alta voce in slang romanesco l'incoraggiamento «Daje Thomas, facce vince, forza presidente!».


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