Tortu riaccende i fantasmi, per gli inglesi è uno psicodramma: «No, ancora l'Italia»

Tortu riaccende i fantasmi, per gli inglesi è uno psicodramma: «No, ancora l'Italia»
Tortu riaccende i fantasmi, per gli inglesi è uno psicodramma: «No, ancora l'Italia»
di Gianluca Cordella
5 Minuti di Lettura
Sabato 7 Agosto 2021, 03:51 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 11:04

dal nostro inviato a Tokyo

A voler scegliere l’istantanea del trionfo d’oro della 4x100 si rischia di fare una fatica bestiale. Potrebbe essere Tortu in lacrime subito dopo la vittoria. O ancora Filippo che abbraccia Lorenzo Patta in modalità apoteosi. O, infine, quel tuffo sul traguardo che ha ricordato tanto Pietro Mennea. Sì, sono tutti momenti che hanno per protagonista Filippo Tortu. Che, al di là dell’essere stato l’uomo della frazione decisiva, della capocciata sulla linea del traguardo che ha confinato nella beffa d’argento Nethaneel Mitchell-Blake, è per mille motivi il volto di questo successo. L’immagine di primo azzurro a scendere sotto il muro dei dieci secondi è stata in questi mesi il malinconico ricordo del Filippo che fu. Tra problemi fisici e lockdown lo sprinter delle Fiamme Gialle si era perso in un labirinto di dubbi. Mai più oltre il suo storico 9”99, nemmeno in grado di fermare il crono sotto il minimo richiesto per le Olimpiadi, alle quali si è qualificato per via del ranking. E più lui faticava, più Jacobs esplodeva. Con tutto il carico di pressione annesso e connesso. Per questo il risvolto più bello di questa medaglia è ritrovare un ragazzo finalmente libero. Di piangere, di ridere, di lasciarsi andare a tutte le sensazioni che gli passano per la testa. Libero di tornare a vincere.

Oro staffetta 4x100, Jacobs: «L'Italia ci ha spinto» Tortu: «Inglesi? It's coming home di nuovo»

Tortu sollevato

«Il momento più lucido della mia serata è stata la corsa. Ora non sono in me», esordisce nel dopo gara. Sorride ma è effettivamente stravolto. «Non so in quanti potevano pronosticare un finale del genere, noi prima di entrare ci siamo detti che l’avremmo portata a casa. E così è stato». Decisivo il tuffo sul traguardo. E Jacobs lo prende in giro. «E’ vero che a volte Filippo si butta prima, ma quando si butta bene so che quei due centesimi li guadagna sempre».

E Filippo se la ride: «Io mi tuffo sul traguardo quando sono dieci metri avanti, quando sono dieci metri indietro, mi tuffo sempre. Forse ho sbagliato sport. Ma quel tutto per me significa che ogni millimetro ha dietro una storia di sacrifici».

 

Ragionamento inappuntabile e allora godiamoci anche queste lacrime di un giovane maturo. «Dopo il traguardo è successo qualcosa dentro di me e sono scoppiato a piangere – racconta Filippo – E penso che piangerò ancora di più in questi giorni. Ho pianto anche prima della gara, quando ho visto Davide che si riscaldava e mi ha sorriso». Digressione: Davide è Manenti, tra i quattro che avevano qualificato la staffetta per Tokyo e che poi è rimasto fuori per fare posto a Patta. Filippo gli è molto legato, "il capitano", come lo chiama", gli ha fatto da mentore sin dagli esordi del 2016 nell’atletica dei big. Ma subito Jacobs la gira ancora sullo scherzo: «Filippo ha pianto per tutti, di lacrime ne ha versate tante, ma credo che lo faremo tutti quando saremo sul gradino più alto del podio e sentiremo l’inno. Comunque Filippo piangerà di più».

La seconda frazione

Tortu e Jacobs, si è detto tanto delle loro sfide nei mesi passati nei meeting italiani o europei. Tutti e due olimpionici, uno a fianco all’altro, adesso sembrano quasi decontestualizzati. Ma non lo sono affatto, ricordiamoci che il romano di Desenzano è il re dei 100. Un re che non ce la fa a restare serio: «Non ho realizzato di aver conquistato la prima, figurati quando penserò che ho preso pure questa. Noi come la Giamaica? Macchè, siamo meglio, siamo l’Italia». La nuova Italia multietnica con Marcell nato in Texas e cresciuto a Brescia e Fausto Desalu, nato a Casalmaggiore da genitori nigeriani. «Ma noi a queste cose qui nemmeno ci pensiamo», taglia corto Tortu. Che forse in onore di Jacobs un sfizio voleva toglierselo. «Volevo rasarmi a zero prima della gara, per fortuna non l’ho fatto, così ho potuto mettermi le mani nei capelli per la vittoria”. Pensiero finale sugli inglesi: “Un centesimo, un rigore… Non è il loro anno. It’s coming to Rome di nuovo».  Bentornato, Filippo. Ci eri mancato.

Le reazioni

«No, anora l'Italia!». È il titolo con cui il Daily Mail presenta la sconfitta della staffetta 4x100 britannica nella finale olimpica. Oro perso per soli 0,01 seondi, poche settimane dopo che gli italiani avevano spezzato il cuore dell'Inghilterra nella finale degli Europei. «Lo straziante risultato della staffetta vede l'Italia superare ancora una volta una squadra sportiva brittannica dopo aver battuto l'Inghilterra», scrive con amarezza il Daily.

© RIPRODUZIONE RISERVATA