Rio 2016, il setterosa sfida stasera gli States con la veterana Tania Di Mario

Rio 2016, il setterosa sfida stasera gli States con la veterana Tania Di Mario
di Emiliano Bernardini
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Venerdì 19 Agosto 2016, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 18:45

dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Un déjà-vu. O forse no. Quella in acqua con la calottina dell'Italia in finale (oggi alle 20.30 contro gli Stati Uniti) alle Olimpiadi del torneo di pallanuoto femminile è proprio Tania Di Mario. Il filo si riallaccia dodici anni dopo. Ora non resta che fare un bel fiocco azzurro. È lei la veterana di questa squadra. È lei la capitana che ha guidato l'Italia sul podio. Ora resta da capire se quella medaglia avrà il colore e il sapore dell'oro o dell'argento. In ogni caso darà un grande successo. Al Setterosa la medaglia d'oro manca proprio dalle Olimpiadi di Atene del 2004. Allora Tania aveva 25 anni. Un po' testona ma con un grande talento, che la rese capocannoniere del torneo con 14 reti. Ora alla soglia dei 40 anni è maturata, come donna, ma mette in piscina sempre la stessa voglia. In questi dodici anni sono passati quattro diversi commissari tecnici e un ritiro temporaneo dalla Nazionale. E poi tante delusioni. Ma la Di Mario non si è mai fatta scoraggiare. Anzi. Ora lei è la guida tecnico-spirituale di queste straordinarie ragazze che stanno facendo sognare. «Spesso mi chiedono le analogie tra questo e quel gruppo. Secondo me non bisogna fare nessun paragone. Dico solo che le ringrazio per avermi consentito di vivere un altro sogno», probabilmente l'ultimo con la calottina della Nazionale.

MARITO E FIGLI
Eh sì perché Tania, tornata da Rio, cambierà vita. O almeno in parte. Ha fermato le lancette del tempo pur di vivere questa avventura. Al suo rientro sposerà il compagno Raffaele che ha fatto attendere proprio per cogliere questa ultima chance. «Vorrei anche avere dei bambini. È ora di lasciare a quelle più giovani di me. Io mi tufferò in una nuova avventura», lei laureata in economia e commercio sarà dirigente nella Orizzonte Catania, squadra nella quale ha militato 19 stagioni vincendo praticamente tutto. Non perderà però il contatto con l'acqua: «Allenerò le più piccole, vorrei insegnare alle atlete di domani tutti i miei segreti trasmettendo loro la passione per questo sport». L'amore per la Nazionale sboccia nel 1999, anno del suo esordio. Vince subito i Campionati Europei di Prato. Poi altri due ori agli Europei a Lubiana nel 2003 e ad Eindhoven nel 2012, due medaglie d'argento, a Budapest nel 2001 e a Belgrado nel 2006 e il bronzo di quest'anno sempre nella capitale serba. Ha giocato cinque mondiali: oro a Fukuoka nel 2001, argento a Barcellona nel 2003, capocannoniere a Montreal nel 2005, a Melbourne nel 2007. Poi il disastro di Roma 2009, che la spinse a dare l'addio all'azzurro. Torna nel 2012 e nel 2015, ai Mondiali di Kazan, trascina le ragazze al bronzo.

 
ULTIME BRACCIATE
Il sogno è lì a portata di bracciata. La sirenetta del Setterosa queste acque le conosce bene, nel 2011 ha giocato anche nel Botafogo. L'ultimo ostacolo tra lei e il bis olimpico sono le fortissime statunitensi: «Loro sono campionesse olimpiche e del mondo in carica. Dalla prima edizione dei Giochi sono sempre andate a medaglia. Sarà difficile ma noi daremo tutto. Le abbiamo già battute lo scorso anno al Mondiale nel girone. Siamo state tra le poche nazionali a farlo». Gli occhi diventano quelli della Tigre. Con un capitano così, anche gli dei dell'Olimpo tifano per l'Italia.
 

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