Marcell Jacobs, madre bresciana e papà yankee: la compagna è Nicole Daza, star social

Marcell Jacobs, madre bresciana e papà yankee: la compagna è Nicole Daza, star social
Marcell Jacobs, madre bresciana e papà yankee: la compagna è Nicole Daza, star social
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Domenica 1 Agosto 2021, 15:58 - Ultimo aggiornamento: 17:59

Meno di dieci secondi, 9 e 80 per la precisione, portano Marcell Jacobs sul tetto del mondo. Alla prima finale olimpica dei 100 metri piani per un italiano, l'azzurro non solo ha partecipato, ha stravinto. E no, oggi non saremo imparziali, per nulla. Perché è bello, bellissimo, è una festa, è un pezzo di Storia. Dell'atletica e dell'Italia. Una storia che, ormai si sa, parte dal Texas, da El Paso, e arriva fino a Tokyo, passando per Desenzano sul Garda. Una storia, quella di Jacobs, che è un capolavoro.

Diretta Jacobs medaglia d'oro 100 metri. Nuovo record europeo (9''80)

LE ORIGINI. Mamma e papà, lei bresciana, lui un marine statunitense, si incontrano quando lui è di stanza in Italia, a Caserma Ederle, nella base Nato di Vicenza.

Si innamorano e decidono di trasferirsi negli States dove, nel 1994, nasce Marcel. Poco dopo, però, la storia d'amore finisce e Viviana torna a casa con il suo piccolo. E infatti l'uomo più veloce del mondo tentenna non poco con l'inglese. I rapporti con il padre non sono dei migliori, ma arriva anche la riappacifazione, più formale che sostanziale: «Non è ancora tutto risolto - dice lui -, però adesso ci parliamo: il traduttore di Google mi dà una mano con la lingua...».

LA COMPAGNA E I FIGLI. Dal 2018, l'atleta azzurro sta insieme a Nicole Daza, romana e molto attiva sui social, e insieme hanno due bimbi: Anthony, nato nel 2019, e Meghan, l'ultima arrivata in casa Jacobs. Jeremy, il terzo (o primo) figlio di Marcell, ha invece sette anni ed è nato da una precedente relazione del centometrista campione olimpico, quando lui aveva solo diciannove anni tra l'altro.

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LO SPORT. Inizia come cestista la sua carriera agonista, forse un omaggio al papà lontano, amante della palla a spicchi, poi sposta al calcio, e infine l'atletica, prima con il salto in lungo e poi con la velocità. Di strada ne ha fatta parecchia, e Marcell deve ringraziare soprattutto Paolo Camossi, il suo coach, quello che non l'hai mai mollato e che l'ha fatto diventare l'erede di Usain Bolt (se non altro perché prima di lui, sul podio a cinque cerchi, c'era salito il jamaicano, con lo stesso identito tempo). Ma c'è anche Nicoletta Romanazzi tra le persone che hanno contribuito a questo exploit dell'azzurro: la mental coach è riuscita a levare le ansie da prestazione a Jacobs e con serenità oggi si è presentato all'appuntamento con la storia.

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