Alla Vis Pesaro il presidente Bosco invita i tifosi in tribuna: «Aiutiamoci tutti»

Alla Vis Pesaro il presidente Bosco invita i tifosi in tribuna: «Aiutiamoci tutti»
di Emanuele Lucarini
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Domenica 17 Luglio 2022, 06:20

PESARO  - La prima domanda sulla prima squadra è arrivata dopo 40 minuti di botta e risposta, intervallati da battimani a intermittenza. Il segno che la tifoseria pesarese - un centinaio i presenti sui gradoni della tribuna del Benelli - comprende la portata a medio-lungo termine del progetto Vis. Mauro Bosco ha risposto pazientemente a tutti i quesiti, in un sabato mattina estivo d’incontro presidente-tifosi che non si ricorda a memoria.

 
Anno cruciale per l’affezione 
La prima questione toccata è l’affezione da implementare. «Meglio avere 2.000 abbonati a prezzi stracciati piuttosto che 500 a costo pieno», ha notato un tifoso. «Il tema è centrale, ma non facciamo esempi di altre realtà non replicabili a Pesaro - ha risposto Mauro Bosco, davanti al copresidente Marco Ferri, all’uomo mercato Michele Menga, al dirigente Amadori e all’addetto stampa Bertuccioli - Ogni scelta va adeguata alla platea. Questo è l’anno cruciale. I prossimi giorni presenteremo le campagne promozionali e anticipo solo che aboliremo le tanto criticate Giornate biancorosse. Mi gioco tutte le carte per far affezionare la città alla Vis: oltre alle offerte, ho preso un mister che fa giocare le sue squadre perché il calcio è spettacolo. Una cosa, però, fatemela dire. Anche voi dovete fare la vostra parte».

L’imprenditore napoletano non si riferiva ai presenti, ma a Pesaro in generale: «Una buona parte della città la pensa diversamente da me. Mi spiego meglio: ai tempi della Serie D c’erano 2.000 persone allo stadio, perché qualcuno pensa che è più bello stare in alto tra i dilettanti piuttosto che soffrire in C. La mia natura mi porta però a cimentarmi sempre con chi è più forte, per sfidare in primis me stesso. A oggi l’ambizione mia e della Vis non si sposa con quella di parte della città. Bisogna che tutti riflettano e si allineino ai nostri obiettivi, che sono quelli di non sfigurare al cospetto di veri colossi».
I 2 Prato 
Stuzzicato sullo stadio che necessita di lavori a 360 gradi, Bosco ha risposto nel seguente modo: «A Villa Fastiggi, da privato, sto facendo un investimento sul pubblico che mi ha dato l’area per 31 anni.

Il Benelli è un bene del Comune: ogni discorso va condiviso con l’amministrazione. Se pensassi al mio orticello, e a fare qualche abbonamento in più, opterei prima di tutto per l’abbassamento e l’allungamento della tribuna Prato con tanto di copertura. Ragionando, però sui prossimi tre anni, dico che sono più urgenti lavori su un campo a cui non si mette mano da 40 anni, se non a livello di manutenzione straordinaria. Prima il quadro e poi la cornice: inutile allungare la Prato quando poi, il prossimo anno, magari si sposta il campo di 20 metri verso la tribuna centrale». Il pres ha anche detto che, in ogni caso, per la Prato coperta è meglio aspettare la fine della prossima stagione.


Tra giovani e prima squadra
Necessario riallacciare i rapporti con le società minori, «ma ci deve essere la mano tesa pure dall’altra parte, pensando che la Vis di oggi è diversa da quella di 25 anni fa e che quindi va messa una pietra sopra eventuali accordi non rispettati che non riguardano me, Ferri e chi ci ha preceduto negli ultimi 5, 7 o 10 anni». Si è parlato dell’Academy, «col prezzo dell’iscrizione aumentato perché la crescita passa dall’immagine e dal fatto che ogni anno va dato ai tesserati un kit nuovo», e ovviamente della prima squadra. «L’obiettivo è definire il 90-95% degli innesti nei prossimi 7 giorni, per fornire a Sassarini in ritiro il gruppo quasi definitivo». Dopo il colpo Di Paola («Non facile convincerlo, era sotto contratto col Modena e aveva mercato»), sono arrivati giovani di belle speranze. «Ma non dimenticate i giocatori che abbiamo già: stiamo facendo di tutto per trattenere chi ha dimostrato che potrebbe giocare in B o in C con ambizioni diverse. E mi riferisco a Farroni che vorrebbero tutti, a Cannavò che è un under solo sulla carta, e a Marcandella. Nomi importanti che fino a due anni fa sarebbero andati via da Pesaro a maggio, e invece ora cerchiamo di tenerci stretti».

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