Vis, Bosco all'attacco: «Non accetto i gattini da tastiera. Cercheremo innesti giusti: il progetto rimane»

Vis, Bosco all'attacco: «Non accetto i gattini da tastiera. Cercheremo innesti giusti: il progetto rimane»
Vis, Bosco all'attacco: «Non accetto i gattini da tastiera. Cercheremo innesti giusti: il progetto rimane»
di Emanuele Lucarini
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Venerdì 30 Dicembre 2022, 06:10

«I risultati della prima squadra stanno deludendo tutti, me per primo, ma non per questo si può mettere in discussione la serietà del progetto complessivo». Rivendica con forza il suo operato alla guida della società Vis Pesaro Mauro Bosco, in un’intervista esclusiva a consuntivo dell’anno 2022 rilasciata a noi del Corriere Adriatico.
Presidente Bosco, si spieghi meglio… 
«Le cose stanno andando peggio del previsto e faremo di tutto per risollevarci, uscendo dal mercato invernale rafforzati e operando all’interno dello spogliatoio. La contestazione dei tifosi ci sta e può anche essere costruttiva, per dare una svegliata a giocatori che stanno rendendo meno, ma non accetto chi vede il marcio ovunque. Io li chiamo i gattini da tastiera».  
Chi sono? 
«E’ la versione pesarese del leone da tastiera. A differenza del leone, il gattino non nuoce, miagola solo. E’ la tipica persona che non segue la Vis, se le cose vanno bene scompare, ma puntualmente ritorna in vita quando le cose vanno male. In poche parole, è l’antitesi del tifoso. Il tifoso vero invece merita rispetto, perché c’è nella buona e nella cattiva sorte».
Che Natale è stato? 
«Di sofferenza. Però è doveroso fare un distinguo perché la prima squadra è sì la punta dell’iceberg ma c’è tanto altro. Nel settore giovanile, ad esempio, abbiamo messo ulteriori tasselli per il domani. Alcuni nostri giovani stanno completando il percorso in Serie D, in piazze importanti. Mi riferisco al portiere Piersanti, un 2003 titolare in un club come il Barletta, dove ci sono pure i 2004 Maccioni e Rastelletti. A Pineto, al vertice del girone F, c’è il nostro Ceccacci. Giocatori che sono il futuro della Vis, dove sono nati calcisticamente e dove torneranno dopo essersi già cimentati col calcio dei grandi. Un tempo i giovani forti andavano via da Pesaro, ora invece vengono da fuori, come Schiattarella, un 2006 nel mirino di club importanti. Anche il femminile è in forte crescita. Grazie anche alla collaborazione con la società Arzilla, abbiamo tutte le squadre: una d’Eccellenza ma anche under 17, under 15, under 12 e under 10». 
Tutto vero, però la piazza è delusa dai risultati recenti della prima squadra. 
«Dico che non me l’aspettavo. Sia per l’avvio di stagione positivo, sia per investimenti e calciatori presi. Volevamo fare qualcosa di diverso e invece ci ritroviamo nelle zone fangose della classifica». 
Il motivo? 
«Premesso che quando cambi tanto è normale commettere errori, penso che il mercato estivo non sia stato sbagliato. Fedato sta facendo un grandissimo campionato, Bakayoko sta andando bene, Zoia è un 2001 appetito da diversi club, senza contare Valdifiori che ha dimostrato subito le sue qualità, e Pucciarelli che deve trovare la giusta condizione. Sono invece deluso dallo «zoccolo duro», giocatori che conoscevamo e che stanno andando peggio delle aspettative». 
Come ci si risolleva? Con qualche aggiustamento o una rivoluzione di gennaio? 
«Da un lato bisogna cambiare registro, aiutandoci con quello che abbiamo. Sia chiaro, però, che io non tratterrò nessuno. Chi resta a Pesaro è perché ci crede ed è motivato. Ad ogni modo sicuramente opereremo sul mercato». 
In che ruolo? 
«Sulla difesa in primis, ma più in generale vanno fatti degli aggiustamenti. Tenendo presente che adesso abbiamo un sistema di gioco diverso da quello con cui è stata costruita la squadra in estate, è chiaro che ci troviamo degli esuberi in alcuni ruoli e delle carenze in altri». 
Quanti ne arriveranno? 
«Difficile dirlo, però faremo più di un’operazione. Tanti ne entrano e tanti ne escono, perché da rispettare ci sono le liste e l’indice di liquidità che incide sui movimenti». 
Bosco fino a quando resterà a Pesaro?
«Fino a che non perde la pazienza. Non è facile fare calcio qui. Delusione e sofferenza per il momento non possono mettere in discussione un progetto intero. Non mi pare che qui si sia mai fatta la Serie A o si abbiano strutture come Milanello. Al di là della delusione per la situazione attuale della prima squadra, un momento di splendore come quello attuale non si è mai avuto». 
 

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