Vis Pesaro, avanti con mister Banchieri: «Qui c'è un bel progetto»

Vis Pesaro, avanti con mister Banchieri: «Qui c'è un bel progetto»
Vis Pesaro, avanti con mister Banchieri: «Qui c'è un bel progetto»
di Emanuele Lucarini
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Giovedì 1 Giugno 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 10:35

PESARO Avanti con Simone Banchieri. Come preventivabile e preventivato, la prima conferenza stampa col 48enne mister piemontese - organizzata ieri pomeriggio allo stadio Benelli - non sarà certo l’ultima, dal momento che la Vis ha contestualmente ufficializzato il prolungamento contrattuale per una stagione, fino al 30 giugno 2024.


Grato alla Vis

«Non è piaggeria, ma per raggiungere certi risultati c’è bisogno del club che ringrazio - le parole pronunciate da Simone Banchieri -. Grazie alla società e grazie ai ragazzi, che sul campo si sono meritati la salvezza facendosi trovare pronti in partite decisive. Quella con l’Imolese, una sorta di spareggio, è stato vinto con pieno merito, mentre i tre punti sulla Carrarese hanno sancito il superamento dell’Alessandria dandoci la possibilità di ottenere il miglior piazzamento possibile.

Nel mezzo la sconfitta di Cesena, che ancora mi brucia perché, anche se potevamo fare meglio, siamo rimasti comunque aggrappati alla partita fino al 95’. Non era facile venire a capo di una situazione complicata, che ho accettato con tanto entusiasmo». E ancora: «Quando mi è arrivata la chiamata della Vis, ero a vedere mio figlio giocare a Cirié, vicino casa mia. Bene, in quel momento ero tra le persone più felici del pianeta. Mi è bastato andare a Milano, negli uffici del presidente Bosco assieme al direttore Menga, e poche ore dopo preparavo le valigie. Era domenica notte, e il giovedì avremmo avuto la partita con l’Imolese che abbiamo giocato e vinto con pieno merito, al di là delle cose stravaganti che ho letto qua e là in questi giorni». 

Playout? no, grazie 

A precisa domanda sul come abbia fatto a stimolare giocatori che erano sull’orlo del baratro sportivo, Banchieri ha risposto nel seguente modo: «Sapevo che qui c’era qualità. Non mi fare nomi perché non è mai bello, però ero consapevole che a Pesaro avrei trovato giocatori forti. Serviva solo stimolarli, farli «switchare» nella testa dandogli una mentalità differente. Vi rivelo che, quando sono arrivato, ho trovato giocatori che si stavano preparando ai playout, come se fossero un dato acquisito. Bene, ho detto ai ragazzi che bisognava pensare alle tre partite di stagione regolare che ci aspettavano, perché ero convinto che ci potessimo salvare come poi effettivamente è avvenuto. Ho cercato di trasferire questa convinzione fin dalla prima riunione tecnica, i ragazzi hanno recepito ed è finita come tutti sapete. Voi avete visto 3 partite, ma vi assicuro che questa squadra in due mesi non ha sbagliato mezzo allenamento, nemmeno quando eravamo nella non semplice situazione di non sapere se avremmo dovuto disputare i playout o meno, in attesa del pronunciamento sull’Imolese». 

Unità di intenti

Ovviamente una parte della conferenza stampa di ieri del mister è stata incentrata sul futuro. «Sono contento di essere in un club organizzato in tutte le sue componenti - ha detto Banchieri -. E mi riferisco al team manager che vedo qua, all’ufficio stampa, alla segreteria e a tutte le altre componenti… è un piacere poter lavorare ancora per la Vis, con cui ci siamo trovati in pochissimo tempo. E’ scattata una chimica particolare, un’unità d’intenti, con un ambiente dove si può fare calcio e lo si può fare bene. Mi trovo in linea con tutti i punti dichiarati dal presidente Bosco, dal direttore Menga e tutta la società: valorizzeremo i giovani e i giocatori del territorio, partendo già da una buona base. Sarà una squadra all’insegna della sostenibilità, in cui cercheremo di valorizzare i prodotti di un territorio che ha sempre avuto giocatori forti». Banchieri non bada alla carta d’identità: «Dobbiamo uscire da una logica: non esistono giovani e grandi, esistono giocatori bravi e giocatori meno bravi. La gioventù è un plus, non un problema. Eventuali conferme? Di nomi non ne faccio, li farà il direttore, anche perché stiamo ragionando più che altro sulle caratteristiche. Quali? Le cose che chiedo sono abbastanza semplici: voglio giocatori di cilindrata alta nella gamba e nel cervello. Gente che corra e che sia disponibile al sacrificio e alla sofferenza, dall’atletismo importante».

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