Tavecchio tra presente e futuro
"Il 2015 deve essere l'anno delle riforme"

Tavecchio tra presente e futuro "Il 2015 deve essere l'anno delle riforme"
2 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Gennaio 2015, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 13:37
ROMA - Polemiche e tanti occhi puntati addosso, il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio guarda agli obiettivi del nuovo anno. «Mi auguro che questo sia l'anno giusto per iniziare la riforma dei campionati. Vorrei che fosse messa al centro del sistema la Federazione che non può stare alla finestra, deve diventare un elemento di riferimento, poi vorrei vedere meno violenza negli stadi». Sono questi gli auspici per il 2015 espressi dal presidente della Figc Carlo Tavecchio ospite ai microfoni di 'Radio anch'io Sport' su Rai Radiouno.



«Il sistema sportivo italiano implode perché le risorse stanno diminuendo. Se si riduce a 18 il numero di squadre in Serie A, la B ipoteticamente a 20, e la Lega Pro smette di fare storture sportive come i ripescaggi: i campionati si vincono sul campo e non a tavolino», prosegue il numero uno della Figc, si può sfruttare il possibile «incremento» per un paio d'anni dei diritti radiotelevisivi a cui affiancare una «riduzione» degli attori in campo. «Ho avuto contatti con Damiano Tommasi (presidente Assocalciatori ndr). Non abbiamo ancora proposto un piano di riforma organico dei campionati, sono in corso delle trattative non di poco conto: prima dobbiamo trovare la quadra tra le leghe».



«Le società sono soggetti privati, senza il loro apporto non si costruisce un sistema sportivo. Però si stanno trasformando sempre più in entità che producono crediti o debiti -prosegue il presidente della Figc. È inutile iscrivere squadre che a metà campionato si ritirano, parlo delle serie intermedie e inferiori. Servono controlli preventivi».



I primi segnali della riforma che ha portato ad un tetto delle rose a 25 giocatori, di cui almeno 4 cresciuti in Italia e 4 nel vivaio del club, con il libero tesseramento degli under 21, oltre al fair play finanziario nel sistema delle licenze, Tavecchio aggiunge: «Si vedono i primi risultati positivi sul mercato, mettendo assieme le garanzie e il fair play finanziario le società non possono più andare in rosso».



Sulla spending review nel calcio Tavecchio vede necessario un sacrificio anche da parte dell'Associazione italiana arbitri: «Su un budget di 160 milioni, con un costo di 50, una spending review

dell'8% sulla spesa arbitrale secondo noi è fattibile. Per un direttore di gara di terza categoria è inutile prenderlo a 50 km di distanza da dove di disputerà la gara ma magari a 20. In B ci sono in ballo 27 milioni».



«Se le società di A ritengono opportuno il gol non gol si possono valutare risparmi come 1,5 milioni di euro sugli arbitri di porta, bisogna vedere se il gioco vale la candela. Sono franco con il presidente dell'Aia, non posso non pensare a una revisione che non sia almeno dell'8%, non è una chimera arrivare a recuperare 4 milioni».









Clicca qui per la PROMO




© RIPRODUZIONE RISERVATA