Stefano Turchi, ex Ancona con la Sla (in carrozzella), picchiato durante la partita: il mondo del calcio lo abbraccia

Stefano Turchi, ex Ancona con la Sla (in carrozzella), picchiato durante la partita: il mondo del calcio lo abbraccia
Stefano Turchi, ex Ancona con la Sla (in carrozzella), picchiato durante la partita: il mondo del calcio lo abbraccia
di Peppe Gallozzi
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 08:19

ANCONA Assurdo quanto accaduto all’ex biancorosso Stefano Turchi, malato di Sla dal 2007 e in carrozzina, aggredito fisicamente durante la sfida disputata nell’ultimo weekend nel bergamasco tra Brusaporto (club in cui ricopre la carica di dirigente) e Uesse Sarnico valevole per il campionato Allievi élite under 17. Turchi, classe 1969 protagonista con l’Ancona della storica promozione in Serie A nel 1991-1992 (ha militato anche nella Vis Pesaro), è stato ripetutamente colpito con calci e pugni da un genitore di un giovane calciatore avversario, rimediando un trauma cranico e diverse ferite curate all’ospedale Bolognini di Seriate. 

La denuncia 

Immediata la denuncia ai Carabinieri con l’aggravante dello stato di salute: Stefano Turchi è infatti malato dal 2007 (lo rese pubblico due anni dopo, ndr) di sclerosi laterale amiotrofica (Sla) ma non ha mai voluto abbandonare il mondo del calcio, la sua grande passione.

Nel giugno scorso nel corso del trentennale della Serie A festeggiato al Del Conero, ha presenziato all’evento insieme ai compagni di quell’impresa sotto la guida di Vincenzo Guerini ricevendo in dono una maglia da gioco utilizzata quel giorno dai tifosi nella partita celebrativa. Domenica era in campo, come sempre, per seguire i suoi allievi. La partita, terminata per la cronaca 1-1, era tesa per via della classifica. Alla fine del primo tempo, un giocatore del Sarnico si è sentito male e avrebbe chiesto al proprio allenatore di essere sostituito. Il padre del ragazzo, in conseguenza di ciò, ha preso l’auto entrando nell’area riservata alle società per prelevare il figlio. Il ragazzo, tuttavia, si era ripreso decidendo di rimanere in panchina.

L’inaudita violenza

Il genitore, secondo la ricostruzione fornita da Turchi ai militari, sarebbe rimasto nella zona dove lo stesso Stefano segue le partite a causa della sua condizione e avrebbe cominciato ad alterarsi lanciando insulti rivolti al campo. Turchi ha tentato di calmarlo, suscitando la reazione sconsiderata. Finito a terra, è stato aggredito con inaudita violenza. Fortunatamente c’è stato l’intervento dei presenti che ha scongiurato conseguenze ben peggiori: «Così non si fa calcio, sono distrutto moralmente – ha commenta Turchi ai cronisti dopo l’episodio -. Sono anche spaventato al pensiero che una persona come me che ama il calcio e che si trova in condizione di non potersi difendere può diventare vittima di una tragedia. Sto pensando di abbandonare tutto, di farmi indietro, nonostante tutta la mia vita sia stata dedicata al calcio»

«Stefano, non mollare»

«Non riesco a commentare una cosa del genere – ha confessato Vincenzo Guerini raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione –. Assurdo dare una spiegazione di come si possa essere arrivati a tanto. Persone del genere vanno bandite dai campi. Cosa dico a Stefano? Lo conosco da troppo tempo, non mollerà certo ora. Per quello che ha passato e quello che sta passando ha dimostrato di avere la scorza ben più dura per farsi mettere ko da un gesto vile come questo». Sempre nelle scorse ore entrambe le società hanno preso le distanze da quanto accaduto. Il mondo del calcio, all’unisono (compreso il capitano per sempre Massimo Gadda), ha invece manifestato la vicinanza a Stefano Turchi condannando fermamente l’episodio. A maggior ragione avvenuto durante una partita di ragazzini.

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