«Bisogna distinguere tra la sua e la mia epoca.
Oggi un infortunio al ginocchio è tutta un'altra cosa rispetto agli anni 80. Quasi sempre oggi dopo sei mesi torni a giocare partite ufficiali. Io sono stato fermo un anno, il ginocchio me l'hanno aperto da una parte all'altra, mi misero cinquanta punti. Alla mia epoca c'era davvero la paura di non poter tornare a giocare. Però cavolo, a quell'età, farsi due ginocchia, è pesante. Serve carattere. Sei mesi passano prima di un anno, io fui l'ultimo giocatore a portare il gesso, ma come detto una volta era diverso. I ragazzi oggi hanno tutto per stare bene e recuperare velocemente. Zaniolo non deve avere paura», ha commentato Sebino Nela, ex giocatore di Roma, Napoli e Genoa ai microfoni di Rai Radio2, nel format 'I lunaticì l'infortunio di Zaniolo in Nazionale. Proprio quando si infortunò, a Nela venne dedicata una canzone da Antonello Venditti: «Antonello scrisse per me 'Correndo, correndò. Io ero in ritiro in Toscana con la Roma, ero stampellato, mi vennero a chiamare in camera, mi dissero di scendere perché c'era Venditti. Nella hall dell'albergo c'era un pianoforte, Venditti si è messo a suonare e mi ha fatto sentire la canzone che mi aveva scritto. Fu una cosa bella, molto emozionante», ricorda l'ex difensore.