IL CAIRO - «Perdere il titolo mondiale per una stoccata brucia, ma sono comunque contento di un percorso che mi sta portando in cima al mondo e mi ha dato tante soddisfazioni». Sono le parole di Tommaso Marini, ventiduenne schermidore anconetano che al Cairo ha ottenuto, alla prima partecipazione, la medaglia d’argento ai campionati mondiali di fioretto.
Dall’argento all’oro
Tommy, tra l’altro, è andato a letto con l’argento sul comodino, con l’adrenalina ancora in corpo mercoledì notte, ed il mattino dopo si è svegliato da numero uno del mondo, avendo vinto la Coppa del Mondo grazie al secondo posto nella rassegna iridata. «Quasi mi viene da ridere – prova a scherzare – a vedermi come numero uno ma evidentemente tutti i sacrifici che ho fatto stanno pagando.
Non solo sport
Tommaso viene descritto come amante della moda ed estroso, anche se rimane un ragazzo essenzialmente educato e gentile, sempre disponibile. «Sì, è vero, mi piace vestire bene e ni piacciono gli abiti firmati, potrei anche pensare ad entrare nel mondo della moda una volta riposto il fioretto al classico chiodo». Anconetano purosangue, primi approcci con la scherma a 9 anni al Club Scherma Ancona, poi a 16 a Jesi ed ora pupillo di Stefano Cerioni che vede in lui il talento del futuro. E quando si parla di futuro il pensiero non può non andare alle Olimpiadi di Parigi dove Tommaso sarà sicuramente protagonista. «In gara alla fine ero stanco ma ci ho sempre creduto ed ho dato tutto, cercando di non mollare neanche quando ero indietro nel punteggio, come al secondo turno contro lo statunitense Meinhardt ed in finale con Lefort, un avversario sicuramente tosto, che sono riuscito a riagganciare dopo essere stato sempre in svantaggio. Poi l’ultima stoccata – sospira - Ho provato anticiparlo ma lui è stato bravo a parare ed a colpirmi in risposta. Chapeu. È andata così ma sono contento lo stesso». Ma Marini ha sentito l’affetto che in tanti, in televisione, lo hanno seguito fino all’ultima, decisiva, stoccata? «Dopo la gara mi sono arrivati tanti di quei messaggi – racconta – che ho fatto fatica a leggere. Grazie a tutti. Volete sapere una cosa? Sono più contento di questi attestati che del secondo posto perchè ho capito di avere tanta gente alle mie spalle. È una sensazione bellissima che mai avrei pensato di provare.
È vero sono il numero uno del mondo ma rimango sempre lo stesso: umile e determinato, con i piedi per terra. La strada è ancora lunga. E poi ho ritrovato la voglia di fare sport e di considerarlo come un divertimento. Questa è la cosa più importante». i