Rugby Sei Nazioni, Scozia-Italia 26-14, finale thriller, gli azzurri sconfitti all'ultimo secondo. Lamaro: «Delusi per l'occasione mancata». 4 fratelli in campo: record

Italiani, in partita fino alla fine, sbagliano l'attacco decisivo. I Garbisi e i Cannoni da primato. All'Irlanda il Torneo con il Grand Slam

(Foto Cfp)
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di Paolo Ricci Bitti inviato a Edimburgo
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Sabato 18 Marzo 2023, 03:21 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 13:31

Rugby Italia Scozia Sei Nazioni oggi diretta live

Volevamo emozioni e vittoria. Abbiamo avuto le emozioni, tante, quasi insostenibili, ma la vittoria è invece svanita fra le mani quando la si poteva quasi toccare, scolpita nel silenzio dei 67.154 fedeli stipati a Murrayfield e impietriti da un finale di partita che non verrà dimenticato insieme all'amarezza di chiudere il Sei Nazioni al palo, solo il 12° cucchiaio di legno in 24 edizioni (tutti ko) da imbarcare sull'aereo.

Il tabellone dice 26-14 (ovvero 4 mete a una; primo tempo 12-6) ma il risultato che dice la verità è il 19-14 maturato al 67' grazie alla meta di Allan e al piazzato di Paolo Garbisi. Un punteggio thriller che aveva persino scacciato le nubi sopra lo stadio incorniciato da un doppio arcobaleno stampato sul celeste.

Quel punteggio dice che gli azzurri erano sotto il break e che una loro meta avrebbe fruttato un pareggio e che la trasformazione di quella meta avrebbe dato la vittoria all'Italia, una vittoria che sarebbe stata applaudita anche dagli scozzesi per l'orgoglio che gli azzurri avevano riservato a questa ultima tappa del Torneo

E quella meta sotto i pali, trasformabilissima quindi, l'abbiamo vista costruire dal 75' fino all'80', quando l'Italia ha restituito alla Scozia un repertorio di cariche furibonde a testa bassa: una, due, tre, almeno cinque volte un avanti azzurro è arrivato a un amen dalla linea di meta, attacco dopo attacco. In tribuna i cuori si sono fermati per tutto per quel tempo, un'eternità. E' una grave mancanza non essere stati in grado di vincere questo match: in un occasione praticamente identica nel 2015 proprio quella maledetta ultima meta venne segnata dalla squadra di Parisse, certo più cinica di quella attuale ma poi al capolinea anche con i successori perché iniziò la penitenza di 36 match sempre al tappeto nell'arco di sette anni.

Per trovare il dolore dei lividi del ko questa volta però bisogna scavare in fondo all'anima degli azzurri che di nuovo, partendo da sfavoriti, si sono invece superati restando vivi, vivissimi fino alla fine. Mantenuta la promessa di non far scappare gli scozzesi nella prima parte del match, i ragazzi di Lamaro hanno sfoderato una difesa mostruosa contro una squadra che in questo Torneo aveva battuto Inghilterra e Galles. 

Italia ancora agganciata nel punteggio (12-6) quando l'arbitro Gardner manda tutti a prendere il the a Murrayfield. Detto che gli scozzesi si sono presentati con un'inedita maglia pervinca o malva, colore dei fiori che tappezzano le highlands evidentemente ignoti anche all'arbitro australiano Gardner che ha chiamato "pink" la squadra di casa, finalmente gli azzurri hanno mantenuto le promesse. Non hanno infatti concesso mete soft (soffici) agli avversari, puniti dalla loro stessa supponenza che li ha spinti a non mettere il pallone fra i pali cercando mete che gli italiani non hanno invece regalato. Molto bene, perché la difesa azzurra ha fatto davvero miracoli alzando una barriera durissima anche quando ci si è trovati in inferiorità per il giallo a Riccioni, penalizzato perché cedeva in mischia chiusa, secondo l'arbitro australiano. 

Fatto sta che la Scozia ha piantato le tende nella metà campo azzurra con un possesso del 61% che ha fruttato due mete (12' Van der Merwe, il gigante decollato sulla bandierina e 29' Kinghorn): molto poco per la mole di gioco sviluppato che è però franato davanti 117 placcaggi degli azzurri (21 quelli sbagliati). Per dire, gli scozzesi sono stati costretti a farne solo 76 ciccandone 5 e ben pochi in zona rossa. 

Demoniaca la tigna azzurra che dal 12' al 29' ha impedito alla Scozia di marcare nonostante millanta fasi di attacchi furibondi sostenuti dai canti del popolo in kilt.

Intanto Allan ha infilato due penalty (7' e 15') che ci tengono sotto il break. Missione compiuta, insomma, sin qui.

Nella ripresa subito l'affondo scozzese di nuovo con Kinghorn che vale il 19-6 al 42'. Invece non è l'inzio della fine, ma è l'avvio del recupero azzurro che in 20 minuti prende in mano il match e si porta sul 19-15, appunto sotto il break.

In mezzo, di nuovo e ancora, occasioni su occasioni sprecate per l'ultimo passaggio, ingenuità di Bruno, esecuzioni goffe di Fusco, due touche buttate. L'Italia costruisce e disfa, ma intanto è lì e la Scozia non riesce a scrollarsela di dosso. Nel secondo tempo anche il record dei Fratelli d'Italia inseguito dall'inizio del Torneo: si trovano in campo, contemporaneamente, i fratelli Niccolò e Lorenzo Cannone e i fratelli Paolo e Alessandro Garbisi, quest'ultimi due record nel record perché per una coppia di mediani fratelli bisogna tornare ai leggendari ai samoani Bachop negli anni Novanta, e ai francesi Albaladejo e ai neozelandesi Going oltre mezzo secolo fa. Primati buoni non solo per la statistica e le cronache perché la meta di Allan è frutto di una felice giocata dei due Garbisi.

Si arriva al finale da cuori forti, ma questa volta l'impresa del 2015 non si ripete.

"Una delusione enorme - dice, parecchio affrantoi, il capitano Michele Lamaro - perché in quei minuti noi azzurri abbiamo davvero creduto di vincere e gli scozzesi hanno davvero temuto di, clamorosamente, perdere. Ci sono mancanti 20 centimetri, ci sono mancati quei dettagli nell'esecuzione che dobbiamo migliorare. Avete visto che restano in contatto nel punteggio alla fine si può vincere. Oggi, come ci era accaduto con la Francia, una grande squadra come questa Scozia, non ne siamo stati capaci, ma da questo dobbiamo ripartire per crescere ancora".

Edinburgo, Murrayfield Stadium
Guinness Sei Nazioni, V giornata
Scozia - Italia 26-14
Marcatori: p.t. 7’ cp. Allan (0-3); 12’ m. Van der Merwe (5-3); 15’ cp. Allan (5-6); 29’ m. Kinghorn tr. Kinghorn (12-6); s.t. 3’ m. Kinghorn tr. Kinghorn (19-6); 22’ m. Allan (19-11); 26’ cp. Garbisi P. (19-14); 80’ m. Kinghorn tr. Kinghorn (26-14)
Scozia: Smith (27' st. Healy); Steyn, Jones, Tuipulotu (27' st. Redpath), Van der Merwe; Kinghorn, White (19' st. Price); Dempsey, Watson (10' st. Fagerson M.), Ritchie J. (cap); Gray J. (19' st. Cummings), Skinner; Fagerson Z. (30' st. Nel), Turner (10' st. Ashman), Schoeman (19' st. Sutherland)
all. Townsend
Italia: Allan; Bruno, Brex, Morisi (30' st. Zanon), Gesi S. (28'-39' pt. Ceccarelli); Garbisi P., Fusco (10' st. Garbisi A.); Cannone L. (20' st. Pettinelli), Lamaro (c), Negri (6' st. Zuliani); Ruzza, Iachizzi (22'-32' pt. e 6' st. Cannone N.); Riccioni (16'-39' st. Ceccarelli), Nicotera (32' st. Manfredi), Fischetti (16' st. Zani)
all. Crowley
Cartellini: 28' pt. giallo Riccioni (Italia)
arb. Gardner (Australia)

Quinto turno e classifica finale: il Torneo all'Irlanda che fa Grand Slam e Triplice Corona

Quinto e ultimo turno: Scozia-Italia 26-14; Francia-Galles 41-28; Irlanda-Inghilterra 29-16.

Classifica: Irlanda (+79) p.27; Francia (+59) p. 20; Scozia (+20) p. 15; Inghilterra (-35) p. 10; Galles (-63) p. 5; Italia (-60) p. 1.

L'attesa

dal nostro inviato

EDIMBURGO Nubi scure, basse e cariche di pioggia gelida: la Scozia ha accolto  così l’Italia che aveva portato la Primavera in Inverno nelle prime tre giornate del Sei Nazioni, salvo poi infeltrirsi nel match clou della stagione cadendo malamente con il Galles all’Olimpico. Vero, gli azzurri avevano perso anche con Francia, Inghilterra e Irlanda, ma che magnifiche sconfitte, che elogi da tutta Ovalia. 


Adesso invece a che punto siamo della ripartenza della nazionale nella storia del Torneo? 

ONORE A CUTTITTA
Il giudice sarà oggi la Scozia che ci vuole persino bene nonostante gli scherzi che le abbiamo giocato anche qui sul prato riscaldato di Murrayfield nel 2007 e nel 2015. Ci vuole così bene da allestire nello stadio in tartan, kilt e cornamuse una cerimonia per onorare Massimo “Maus” Cuttitta, pilone architrave della squadra di Georges Coste che ci issò nel Sei Nazioni. Prima del match ai fratelli Marcello, asso azzurro pure lui, e Michele verrà consegnata per la prima volta a Edimburgo un'elegante coppa voluta dall’Union scozzese per celebrare il lavoro di sei anni durante i quali l’allenatore Maus, portato via dal Covid nell'aprile 2021, insegnò al Cardo come si gioca in mischia, origine di tutto nel rugby. Un pensiero che in Fir non hanno avuto. 


Due appigli per la partita odierna? Non, e ribadiamo non, siamo assolutamente favoriti nel pronostico anche se gli allibratori si sono tenuti un po’ più stretti (solo 8 punti di margine per la Scozia che ha sin qui battuto Inghilterra e Galles) dopo che sono finiti in infermeria gli assi stellari di casa, l’estremo Hogg e l’apertura Russell che valgono, diciamo per capirci, almeno tre Ange Capuozzo, forse quattro. E si sa che questi giovani azzurri affidati al capitano Lamaro soffrono se ci sono anche rare chance di vittoria. Il peso della responsabilità si impara a portarlo con l’esperienza.

E poi, luccicanti nel captain’s run (l’ultimo allenamento, quello di rifinitura) i sorrisi bambini di Simone Gesi e Marco Manfredi, i debuttanti che il ct Crowley manda in campo per allargare la rosa in vista del Mondiali in settembre. Gesi, ala ad alto tasso di marcature, parte persino titolare ed è un bel premio per una matricola di 22 anni nata e cresciuto in un famiglia livornese di rugbysti da tre generazioni a cominciare da nonno Silvano e poi papà Stefano e zio Andrea, senza dimenticare il fratello minore già azzurrino Andrea. Una famiglia di ingegneri che oggi sarà senza respiro quando sentirà Mameli riecheggiare allo stadio.

Anche Marco Manfredi, 25 anni, natali in Germania, tallonatore, viene dalle Zebre di Parma e finalmente, pur partendo dalla panca, ha l’occasione che troppi infortuni gli hanno negato finora. Soddisfazioni negate a Tommaso Menoncello, il forte centro placcato da una gastroenterite due ore prima del calcio d'inizio. Per lui entra Morisi e in panca arriva Marco Zanon.


«L’imperativo - dice il capitano Lamaro - è non prendere mete nei primi 20 minuti, poi, con il massimo rispetto degli scozzesi, sono convinto che ce la possiamo giocare. Abbiamo recuperato morale dopo il ko romano e i cambi voluti dal ct (ecco Iachizzi e Fusco titolari) hanno portato nuova freschezza. Sarà durissima, ovvero come piace a noi». Riusciranno i nostri eroi a evitare il cucchiaio di legno (tutti ko)? La risposta è nel vento delle Highlands.
 


Il programma

V e ultimo turno (dirette SkySport, NowTv e Tv8): 18 marzo Scozia-Italia alle 13.30; Francia-Galles alle 15.45; Irlanda-Inghilterra alle 18.

Classifica: Irlanda (+66) p.19; Francia (+46) p. 15; Scozia (+20) p. 15; Inghilterra (-22) p. 10; Galles (-50) p.5; Italia (-60) p.1.

 

 

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