Serie C da rottamare o riformare? Parlano le società marchigiane: «La proposta di Ghirelli interessa ma con prudenza»

Serie C da rottamare o riformare? Parlano le società marchigiane: «La proposta di Ghirelli interessa ma con prudenza»
Serie C da rottamare o riformare? Parlano le società marchigiane: «La proposta di Ghirelli interessa ma con prudenza»
di Peppe Gallozzi
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Giovedì 3 Novembre 2022, 02:40

ANCONA La grande riforma della Serie C, come è stata presentata dal presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli, dovrà ottenere per prima cosa l’ok dei club entro l’assemblea prevista per fine novembre. Incamerato il lasciapassare sarà la volta della presentazione ufficiale agli organi federali nella speranza di un’attuazione che possa avvenire nella stagione 2023-2024 o, al massimo, per quella successiva 2024-2025. Scorporando i tratti salienti, si passerà dagli iniziali 3 gironi da 20 squadre ciascuno a 6 raggruppamenti da dieci formazioni creati per criteri di vicinanza territoriale.  


«Bisogna aumentare i ricavi»


L’annata si snoderà attraverso una regular season, due poule promozione e retrocessione con particolare attenzione alla fase playoff e playout. Non cambieranno nè la sostanza (solo le modalità) nè i numeri: 60 squadre, 4 promozioni in B, 9 retrocessioni in D. Un meccanismo complesso e arzigogolato - molto complicato sotto certi punti di vista - che, nelle idee di Ghirelli e soci, dovrebbe garantire sostentamento e valorizzazione alla terza serie nazionale. Tra i vari pareri marchigiani sul potenziale “restyling”, particolare importanza ha quello del patron della Vis Pesaro Mauro Bosco membro anche del Direttivo di Lega e quindi a stretto contatto con il gruppo di lavoro: «Stiamo ragionando sulla base di una sostenibilità economica perché, senza nulla togliere all’idea del numero uno della Figc Gravina di una riforma generale del sistema calcio, qualcosa per la Lega Pro va fatto. Bisogna aumentare i ricavi. La nuova formula può portarci introiti importanti, nella prima parte, come spettatori visto che aumenterebbero le sfide vicine e i derby. Nella seconda fase, invece, è chiaro che l’interesse dei media crescerebbe progressivamente vista la posta in palio in termini di campo. Forse, con l’attuale formula, siamo un po’ troppo statici. Potremmo, senza dubbio, sposare un dinamismo maggiore del nostro torneo».


«Proposta da rimodulare»


Per Andrea Tubaldi, direttore generale della Fermana, l’idea in sé rappresenta qualcosa di valida ma va rimodulata per definire quegli aspetti ancora poco chiari: «Se parliamo di operazione sostenibile siamo tutti d’accordo. I mini-gironi da dieci, inizialmente, sicuramente contribuiranno ad abbassare i costi ma poi, andando avanti, le cose variano in relazione al posizionamento. Se dalla seconda fase dovessimo trovarci ad affrontare trasferte in Sicilia, Calabria piuttosto che Trentino e Piemonte si può ben capire che il risparmio è relativo. Aspetto di capire come si vorrà muovere la Lega dinanzi a queste problematiche». Josè Cianni, dt della Recanatese, ne fa invece un discorso sportivo: «La riforma può darci un appeal diverso ma il vero scoglio, a mio parere, è rappresentato dalle troppe squadre che compongono il torneo di C.

Non entro nel merito delle spese e delle valutazioni che spettano ai presidenti, dico solo che sportivamente è più inclusivo. Ogni formazione può ritrovarsi a giocare qualcosa di importante. Teniamo a mente che stiamo cambiando le tradizioni del calcio, forse la modifica potrà essere più realistica per il 2024-2025»


«Apertura a proposte club»


Riepilogativo, e riassuntivo di parecchie posizioni in giro per l’Italia, il parere di Roberta Nocelli ad dell’Ancona: «Questa proposta ci è stata presentata all’ultima assemblea. Quando ci sono all’orizzonte dei cambiamenti, c’è sempre scetticismo. Ho avuto modo di confrontarmi con alcuni presidenti tra i quali Adolfo Guzzini (Recanatese, ndr) e Mauro Bosco, ma ho voluto approfondire anche con Emanuele Paolucci segretario generale della Lega Pro. Ho notato apertura per ciò che riguarda le proposte migliorative che si potrebbero apportare qualora ce ne fossero di interessanti da parte dei 60 club. Stiamo valutando gli aspetti innovativi, la mutualità, i diritti televisivi e anche ciò che riguarda l’interesse dei tifosi verso questo modo diverso di concepire il campionato. Continuerò a confrontarmi e a chiedere delucidazioni per arrivare all’assemblea con idee chiare e decise». 
 

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