Repesa si gioca già Sassari-Vuelle: «Ci aspetta un grande impegno fisico e mentale»

Il coach croato Jasmin Repesa durante un time out della Carpegna Prosciutto
Il coach croato Jasmin Repesa durante un time out della Carpegna Prosciutto
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 16:02

PESARO Domenica si torna in campo per la prima di ritorno e la Carpegna Prosciutto volerà domani, da Milano, alla volta di Sassari. Anche il Banco di Sardegna (che ha tesserato Massimo Chessa) viene da un momento positivo, una volta Pesaro l’ha battuta ed era la Supercoppa. Ci sono delle assenze, ma è un match difficile. «E’ l’avversario più conosciuto, l’abbiamo già incrociata tre volte – concorda coach Jasmin Repesa -. Sappiamo come gioca, è la squadra che segna di più, tiene una grande intensità per 40’, ha un gioco interno, i lunghi possono creare vantaggi spalle a canestro. Ci sono ottimi tiratori piedi per terra, tatticamente ci aspetta un grande impegno fisico e mentale, occorre mantenere l’attenzione con una formazione che tiene l’intensità altissima. La Dinamo è stata costruita per lottare per i trofei, la società è in enorme crescita, organizzata. Sono terzi in classifica. Se mi fa piacere incontrarli anche in Coppa Italia? Non si può scegliere».

La Carpegna Prosciutto ha fatto molti progressi da agosto a oggi e ha margini di crescita. «Tutto vero.

Abbiamo qualche giovane che potrebbe e dovrebbe dare qualcosa più dopo quattro mesi insieme, non è facile, c’è un nuovo allenatore, un nuovo sistema di lavoro. Si chiedono attenzione, concentrazione, approccio fisico e mentale. Comunque sono soddisfatto, come ho detto diverse volte in questi mesi. Stiamo conquistando risultati importanti come le Final Eight dopo nove anni all’indomani di un anno non buono. Mi manca come minimo una vittoria, ma andiamo avanti a lavorare con questo gruppo straordinario. Vogliamo essere competitivi in ogni gara. Dentro mi è rimasta la sconfitta con Cantù dove sono stato espulso: finora nessuno mi ha spiegato perchè, è stata una mancanza di rispetto per me, conta nella vita. Il rapporto con gli arbitri è buono, vengo da una riunione tra allenatori e arbitri a Bologna, ho lasciato la squadra con gli assistenti. Sono andato per rispetto verso di loro».

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