Svolta rinviata
Berlusconi vuol tenersi
il 51% del Milan

Svolta rinviata Berlusconi vuol tenersi il 51% del Milan
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Sabato 2 Maggio 2015, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 15:25
MILANO - La svolta epocale

probabilmente arriverà ma oggi non c'è stata. È rinviata, di quanto tempo è difficile dirlo. Il Milan resta nelle mani di Silvio Berlusconi che, prima di cederlo al rampante broker tailandese Taechaubol detto Mr.Bee, dovrà riflettere ancora perchè quando in ballo c'è il cuore non si può avere troppa fretta. Berlusconi ha davanti a sè una giornata complicata che si apre con la visita dell'europarlamentare Licia Ronzulli, colei che ha rivestito un ruolo da sherpa nel tessere i rapporti con Taechaubol. Poi, diviso fra le ragione del cuore e quella mente, si muove da Arcore in tarda mattinata e arriva nel centro di Milano per incontrare l'acquirente nel suo albergo di lusso sotto le guglie del Duomo, quartier generale dell'importante trattativa.



Una certa tensione e un velo di tristezza si leggono sul volto del presidente che - lasciando villa San Martino - esorta i giornalisti a smobilitare per 'convocarlì in un'altra location: «Sto andando a Milano. Qui non succede niente». I cronisti si spostano in tutta fretta da Arcore per raggiungere la sede del summit che dovrebbe sancire il passaggio di consegne dopo 29 anni di gloria dell'era berlusconiana. Intorno alle 11.30 inizia il faccia a faccia che - secondo le previsioni - potrebbe durare ore e ore. E, invece, a sorpresa Berlusconi e il suo possibile partner e socio escono poco dopo e si concedono ai cronisti. Il presidente spiazza tutti e annuncia che vuole mantenere il 51% del Milan. Serve tempo, ci vogliono pazienza e soprattutto garanzie, sopra ogni altra quella di riportare il Milan in alto altrimenti è velleitario il tentativo di esportare e diffondere il brand dall'altra parte del mondo.



Sulle percentuali - maggioranza e minoranza delle quote - si gioca la trattativa con il broker tailandese, definito da Berlusconi una 'persona serissimà anche se il presidente commette una piccola gaffe o forse un lapsus freudiano, chiamandolo Mr.Lee, il nome del leader della cordata cinese anch'essa interessata ad acquistare il club. «È tutto in discussione. È possibile che io mantenga il 51%», dice il presidente che vuole rimanere tale. «Per me è un affare di cuore», ribadisce. «Vi ringraziamo - dice ai giornalisti - per questa attenzione. Ci siamo dati appuntamento tra qualche tempo per poter definire ogni aspetto per quanto riguarda il futuro del Milan».



«Ho trovato in Mr.Bee - dice ancora Berlusconi - una persona assolutamente seria che ha rispettato gli adempimenti tecnici prodromici alla stesura degli accordi e del contratto. Pensiamo di diventare amici. Stiamo lavorando per il brand e per poter fare cose buone continuando nel nostro rapporto. È un giorno che va nella direzione di ciò che combineremo in futuro».



Al suo fianco c'è un tiratissimo Mr.Bee il quale aspetta che Berlusconi termini per prendere la parola e confermare: «C'è ancora da lavorare e alcuni dettagli da sistemare ma speriamo di chiudere al più presto. Non posso parlare di cifre, ci sono diverse operazioni legali e finanziarie da preparare». Qualcosa sembra non tornare: l'entourage di Berlusconi fa sapere che quella di mantenere il 51% non è una semplice possibilità ma una ferma volontà. Il presidente tentenna: troppe le cose da definire dai numeri all'organigramma, dal ruolo di Galliani alle possibili new entry. Ci sarà occasione per discuterne. Alla fine, i due si salutano. Lo fanno alla maniera buddista con il Namastè, mani giunte sul petto e capo chino. Un saluto non di maniera per gli asiatici ma un viatico per un rapporto più profondo e intenso con l'altro. Berlusconi si adegua anche se, per il momento, questo rapporto è tutto da inventare.
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