Messi para, Roby Mancini segna
Paolo Rossi allena: quanti omonimi

Andrea Mandorlini, omonimo dell'ex Inter, in azione con la Folgore. Oggi gioca con l'Helvia Recina
Andrea Mandorlini, omonimo dell'ex Inter, in azione con la Folgore. Oggi gioca con l'Helvia Recina
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Giovedì 9 Febbraio 2017, 21:54 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 00:46
ANCONA - Alla poesia ci pensano Alighieri della Cuprense, che non si chiama Dante ma Cristian ed è un difensore, e pure Leopardi del Porto d’Ascoli, Fabio e non Giacomo, centrocampista. Per entrare nel mito ci sarebbe Michele Ulisse dei Portuali Ancona, ma forse è meglio puntare su Messi: un lusso concesso solo ad Appignanese, Ankon Dorica, Robur Macerata e Vigor Montecosaro. Nomen omen: scritto nel destino, di nome e di fatto. Sono gli omonimi dei dilettanti, calciatori rampanti che evocano lieti presagi nei loro cognomi.
Sono quattro i Messi di periferia: nessuno si chiama Lionel e guadagna 22 milioni l’anno come l’asso argentino, ma sono tutti contenti lo stesso. In Prima Categoria con l’Appignanese scorna Samuele, 27 anni, centrocampista, in Seconda Alessandro, classe ‘97, centrocampista dell’Ankon Dorica, quindi Alessio, 30 anni, per assurdo portiere della Robur Macerata, e pure Alessandro Messi, 29, della Vigor Montecosaro. Tombola, fa l’attaccante proprio come la Pulce del Barcellona, le cui origini sono alla lontana marchigiane: il suo trisavolo Angelo Messi emigrò da Recanati a Rosario nel 1883 e il bisavolo Angelo era di Ancona.

Ogni lettera al posto giusto con Roberto Gagliardini, 26 anni, centrocampista del Victoria Strada di Villa Strada, frazione di Cingoli. Gioca insieme al gemello Simone portando però anche lo stesso nome del mediano bergamasco di 22 anni finito all’Inter per 28 milioni. In questo caso le radici dell’ex atalantino sono per metà marchigiane: il papà è Alessandro Gagliardini, oggi professore di scienze motorie all’istituto Einaudi di Dalmine, originario però di Cupramontana e in passato calciatore dilettante. Nella stagione 1975/76 collezionò 25 presenze e una rete con il Marina in Seconda Categoria, giocò pure con Marzocca e Montemarciano.

Talento più talento meno, ci sono anche due Orsolini: Stefano, 25 anni, ala della Pro Calcio, e Manuel, 30, terzino destro della Valtesino. Solo quest’ultimo è lontano parente dell’appena diciottenne Riccardo, ascolano di Rotella sbocciato nell’Ascoli e da luglio bianconero della Juventus. Vedremo in Serie A anche Stefano Sensi, 21, nato a Urbino ma fiorito a Urbania, oggi in B con il Cesena, già del Sassuolo ma in orbita Juve. Il suo alter ego è Matteo, 29 anni, centrocampista del Porto d’Ascoli, comunque generoso in Eccellenza. Altri prospetti interessanti i Romagnoli, da non confondere con l’Alessio del Milan. Almeno uno in ogni categoria: Francesco con il Tolentino, Andrea nel Trodica, Gioele a Montemarciano e pure Alessandro al Morro d’Alba.

Non alleneranno invece mai il Chelsea i fratelli Conte: Francesco, 30 anni, dirige il centrocampo della Futura, Giuseppe, 32, è il bomber del Rapagnano con 12 gol in Seconda Categoria. Come pure Alessandro, terzino classe ‘95 dello Staffolo, di cognome Conte anche lui. C’è poi Ventura, che non è il ct azzurro Gian Piero, bensì Francesco, centrocampista classe ‘95 della Jrvs Ascoli. Il bello è che gioca insieme a Cosmi, che non è Serse, ma Andrea, 25 anni, attaccante. L’assonanza giusta torna con Andrea Mandorlini, 25enne anche lui, centrocampista dell’Helvia Recina e omonimo per intero dell’ex terzino interista oggi allenatore. E, soprattutto, con Roberto Mancini, attaccante di 22 anni del San Costanzo, girone B di Seconda. Non sarà come il Mancio jesino, ma 6 gol finora li ha comunque segnati. Male che vada, occhio alla juniores regionale del Potenza Picena: c’è un Roberto Mancini anche lì.

Altri cognomi e suggestioni con Mickael Massaro, centrocampista classe ‘98 della Laurentina, Andrea Berti, difensore del Montecalvo, e Moreno Tacconi che con l’Helvia Recina difende ma non fa il portiere. Poi Renato (non Bruno) Giordano, difensore della Nuova Folgore, Michael (non Eraldo) Pecci, portiere dell’Argignano, Leonardo (non Claudio) Gentile del Grottammare e Pietro Bini, numero 10 della Sampaolese che richiama il Graziano di nerazzurra memoria. Tra i tanti Conti non c’è un Bruno, in compenso l’unico Paolo disponibile tra una trentina e più di Rossi è l’allenatore del Muccia. Passabile Gianni Baggio, sebbene sia solo il fisioterapista del Grottammare, autorevoli i due Giannini che di nome cominciano per G come Giuseppe, ex Principe della Roma: Gabriele a centrocampo con l’Argignano e Giancristiano in difesa con l’Ankon Dorica. Tra una decina di Marini solo uno ha il nome che inizia per G come l’ex interista Gianpiero, invero Giammarco, centrocampista under dell’Aurora Treia, la sponda giusta la offre anche Luca Cesarini, difensore dello Staffolo, tanto per rievocare il mitico Renato da Senigallia che segnava sempre al di là del 90’.

Confidando nel ritorno di un tipo come Filippo Maradonna, centrocampista classe 1965 di Monteprandone, che con la sua enne di troppo concluse la carriera nel 1998 con il Centobuchi in Prima Categoria dopo aver attraversato la C2 con il Giulianova e pure la D con Mazara e Trapani, lo sguardo non può che volgere al futuro. Oltre a Cristian Cassano, allievi regionali della Jesina, e Sami Zidane, juniores regionali del Marzocca, per i gol di domani puntiamo su Sofieane Ait Salah, stesso cognome dell’egiziano della Roma: il marocchino classe ‘97 ha debuttato sabato scorso in Seconda Categoria segnando una doppietta in Fermignano-Mercatellese 2-0. Che sia davvero un lieto presagio scritto in quel cognome.
 
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