Luna Rossa Prada Pirelli e Emirates Team New Zealand é ancora pareggio: 3 a 3 nel match più combattuto dal 1983

Luna Rossa Prada Pirelli e Emirates Team New Zealand é ancora pareggio: 3 a 3 nel match più combattuto dal 1983
Luna Rossa Prada Pirelli e Emirates Team New Zealand é ancora pareggio: 3 a 3 nel match più combattuto dal 1983
5 Minuti di Lettura
Sabato 13 Marzo 2021, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 11:16

Ancora un pareggio  tra  Luna Rossa Prada Pirelli e Emirates Team New Zealand nella terza giornata della 36° America’s Cup. Ancora un alternarsi tra una prima regata perfetta ed esaltante della bella barca volante italiana, e una seconda decisa in partenza, con Luna Rossa che dopo una strambata, a causa di un buco di pressione, dei rifiuti di vento dell’avversario, e  forse di  un problema nella parte alta della randa, la vela principale, stenta a decollare  e ha la frustrazione di avanzare  troppo lentamente verso il via, mentre i kiwi si allontanano veloci e conducono con ampio margine per tutta la regata.

Scriveva Sir Peter Blake, l’artefice della prima conquista della Coppa da parte dei neozelandesi, grande estimatore di Luna Rossa, che quello della Coppa America “non è uno sport per deboli di cuore.” In effetti la 36° America’s Cup si sta rivelando una sfida al cardiopalma nella quale, specie con vento leggero – oggi si era tra gli 8 e i 9 nodi – non solo le partenze sono vitali, ma  gli uomini diventano più importanti che mai, sia nell’abilità attiva, che nella capacità di non fare errori che si trasformano poi in condanne senza possibilità di appello. Altro dato che emerge, è che le barche continuano a mostrare performance sorprendentemente equivalenti, anche con vento leggero, contrariamente alle previsioni della vigilia e  considerate le differenti scelte progettuali. Con Luna Rossa che compensa con la maggior manovrabilità, la migliore uscita dalle virate e la capacità di stringere di più il vento,  lo spunto di maggior velocità. che mostrano i kiwi.

Un’ultima considerazione, che contribuisce al pathos di questa sfida tra il Defender kiwi e il Challenger italiano: l’ultima volta  in cui si è andati al 3 a 3  in un’America’s Cup è stata quella dell’edizione storica del 1983 a Newport tra il Defender  Liberty, il 12 metri rosso del New York Yacht Club portato da Dennis Conner e il Challenger bianco Australia II del Royal Perth Yacht Club di Alan Bond, con la geniale chiglia alata inventata da Ben Lexcen, portato dal baffuto John Bertrand, che poi vinse nell'ultima prova.

Tornando alle regate di questo sabato 13 marzo, partiamo  dallo spettacolo della prima prova della giornata in cui il “triumvurato” della Luna costituito da Jimmy Spithill, Checco Bruni e Pietro Sibello, con ingresso dalla parte destra, sfata il mito che la partenza la vince solo il concorrente che entra da sinistra, come è successo fino ad oggi.  I tre infatti,  applicando uno schema di perfetto match race, anticipano il ritorno verso la linea di partenza e mentre Team New Zealand è in difficoltà ad alzarsi e a decollare, La Luna  taglia perfetta, mostra manovrabilità e agilità sull’acqua e inizia una danza tattica in cui  controlla l’avversaria virandole sulla prua, infliggendole i propri “rifiuti” di vento sporco, e costringendola verso i confini virtuali del campo di regata A sul quale si corre “assediati” da una flotta impressionante di quasi1600 barche di spettatori, un record, che festeggia in mare  i propri beniamini e il ritorno di Auckland al livello 1 di lockdown.

Un festeggiamento sottolineato dalla squadra acrobatica dell’aviazione neozelandese, della quale fa parte lo zio del flight controller kiwi, il prodiere olimpico di  Peter Burlington Blair Tuke, che sorvola il campo di gara.

Luna Rossa Prada Pirelli alla prima boa ha 32 aecondi di vantaggio, che restano tali alla boa di poppa, diminuiscono a 22 alla fine della seconda bolina, dimostrando una volta di più la forza di Te Rehutai, risalgono a 27, riscendono a 23 e si cristallizzano in 18 secondi all’arrivo.

Delusione e timore nel campo kiwi con l’afterguard che si riunisce, anche con i coach per fare il punto della situazione e pensare alla reazione.

Soddisfazione,  espressa nell’ormai usuale stile a basso profilo, sullo scafo italiano con Checco Bruni che loda l’ottimo lavoro fatto da Spithill in partenza e aggiunge “Abbiamo regatato bene, abbiamo fatto manovre migliori, vedevamo miglior vento a sinistra e li abbiamo spinti dal lato opposto. Sono molto contento del nostro “pacchetto.” Il tutto mentre Shirley Robertson, la due volte medaglia d’oro olimpica inglese che dall’acqua commenta la regata del canale ufficiale della 36°America’s Cup presented by Prada, definisce  quella della Luna  “ una performance dominante.”

Parte la seconda prova.  Luna Rossa entra da sinistra  nel box di partenza, e arriva  la doccia fredda.

Ci sono chiazze di minor vento sul campo di regata e  Luna Rossa sembra ben posizionata, ma  quando stramba per riportarsi verso la linea di partenza, nasce il problema che la condanna, quasi il film a parti invertite della prima regata. Luna Rossa perde velocità anche a causa dei rifiuti del vento propri e  dell’avversario, scende dai foil  e stenta a riprendersi. Da bordo si sente la voce di Sibello che menziona più volte  il “banner”,  la parte alta della vela con l’insegna dell’America’s Cup che dall’elicottero un commentatore televisivo segnala esser restato invertito, rispetto al resto della vela. Fatto sta che mentre i kiwis tagliano volando la linea di partenza, Luna Rossa stenta ad avanzare e a quel punto, è la fine dei giochi  con uno svantaggio che alla prima boa è già di 51 secondi e aumenta  lungo il percorso fino al minuto e 41 secondi dell’arrivo. “ Siamo finiti in un buco di vento. Era un campo minato e non abbiamo potuto accelerare.  Una sfortuna - dice asetticamente Jimmy Spithill tagliato l’arrivo -  Esamineremo e impareremo la lezione anche da oggi. Quanto a domani, prendiamo una regata per volta.” Appuntamento quindi a domenica 14 marzo alle 16.15 ora di Auckland, le 4.15 del mattino in Italia, per le regate 7 e 8 della 36°America's Cup che si concluderà quando uno dei due avversari riuscirà ad aggiudicarsi 7 delle 13 prove in programma, a due al giorno, non stop, fino alla fine. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA