Il presidente della Lega Pro Marani in esclusiva al Corriere Adriatico: «Calcio e territorio, le Marche sono un modello»

Il presidente della Lega Pro Marani in esclusiva al Corriere Adriatico: «Calcio e territorio, le Marche sono un modello»
Il presidente della Lega Pro Marani in esclusiva al Corriere Adriatico: «Calcio e territorio, le Marche sono un modello»
di Peppe Gallozzi
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Sabato 11 Febbraio 2023, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 08:14

ANCONA- Matteo Marani, da giovedì pomeriggio lei è il nuovo presidente della Lega Pro per il prossimo biennio.
«La sto metabolizzando, sono state ore molto intense. Anzi, a dir la verità sono subito entrato nel vivo. Dalle 8 della mattina di oggi (ieri, ndr) sono arrivato a Firenze, ho conosciuto l'ufficio e tutti i collaboratori. Ci sono tanti giovani e tante donne, un bel messaggio. Come primo giorno di scuola possiamo ritenerci soddisfatti, vivo le stesse emozioni che ho provato da giornalista, con il museo di Coverciano. È solo il contesto che è cambiato».

Una proposta che ha raccolto il gradimento di due terzi dei club. Quali sono stati i tasti giusti con cui ha mosso le corde delle società?
«La voglia di aggregarsi, di condividere un progetto e un percorso. È stato questo l'elemento che più ci ha premiato.

Riassumendolo in due parole: un progetto aggregante. Sarà un percorso difficile ma insieme con le società che sono il vero motore raggiungeremo dei risultati importanti».

 
La Serie C ha bisogno di una riforma o di qualche ritocco ben assestato?
«Qualche ritocco. Bisogna ripartire dalle tante cose fatte bene e aggiungere esperienza e competenza. Se poi si parla di riforma questa è necessaria a trecentosessanta gradi per tutto il calcio italiano e non solo per la Lega Pro. Tanti paesi prima di noi hanno fatto questo percorso traendone beneficio».

Le Marche in Lega Pro: quattro realtà molto diverse (Ancona, Fermana, Recanatese e Vis Pesaro). Che idea si è fatto del territorio?
«Una terra che conosco bene, dove ho tanti amici e dove, negli anni dell'Università, mi sono spesso trovato a fare serate insieme con un gruppo di ragazzi di Tolentino. Le Marche rappresentano alla perfezione il concetto di calcio e territorio attraverso un rapporto stretto e coeso. Gran merito va dato anche al Commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini, uno degli emblemi principali della regione. E poi le Marche significano anche Filippo Grassia (tra le più importanti "firme" italiane, anconetano di nascita e milanese di adozione, ndr) la persona che mi assunse a 22 anni al Guerin Sportivo e che ha cambiato il corso della mia vita».

Roberta Nocelli, ad dell'Ancona, tra l'altro sarà anche in corsa per il ruolo di consigliere...
«Mi ha fatto molto piacere il suo appoggio, un appoggio evidenziato già dalla mattina ancor prima che si procedesse con le votazioni. Ha parlato molto bene di aggregazione, sono state parole condivise da tanti presidenti».

Domenica subito il derby tra Ancona e Fermana a proposito di quanto dicevamo.
«Esattamente, non una partita banale. Parliamo di due club di tradizione che hanno espresso sostegno alla mia candidatura e ai quali voglio mandare un grande in bocca al lupo. Domenica, da appassionato, seguirò sicuramente la partita delle 14.30 sperando che possa essere uno spot per il calcio, per le Marche e per la categoria. Con la promessa, quanto prima, di venire fisicamente da voi».

La presidenza è stato un sogno realizzato o un obiettivo raggiunto?
«Un sogno realizzato, inutile negarlo. Sono veramente felice di aver conquistato la fiducia di tanti professionisti. Il loro appoggio è una prova tangibile che mi riempie d'orgoglio. Da oggi inizia il nostro lavoro e ognuno potrà dare un contributo importante a questo percorso».

E allora buon lavoro presidente o buon lavoro Matteo?
«Matteo, preferisco sempre Matteo»

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