Croazia, la svastica sul campo
"Arriverà sanzione pesantissima"

Croazia, la svastica sul campo "Arriverà sanzione pesantissima"
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Sabato 13 Giugno 2015, 18:01 - Ultimo aggiornamento: 18:02
SPALATO - Erano tutti col naso all'insù, a guardare se dal cielo arrivava il temuto drone. Forse anche per questo polizia e autorità locali si sono accorte in ritardo - pare su segnalazione degli italiani - della svastica segnata ieri sul terreno di gioco di Spalato, per la partita Croazia-Italia. Il retroscena su come la sicurezza fosse allertata sul rischio ultrà e su come sia stata 'beffatà la dice lunga: sulla situazione a Zagabria e sui rischi ai quali va ora incontro la nazionale del ct Kovac.



Il giorno dopo è choc in Croazia per la sfida degli hooligan più violenti ed estremisti, per quel simbolo di odio e tirannia che è un segnale chiaro: non vogliamo questa Croazia - il messaggio dei tifosi dalmati - buttatela fuori dall'Europa. Tutto frutto di una guerra interna, oltre che di una tradizione di violenza e intolleranza filonazista. Gli ultrà di Zagabria contro la federcalcio, quelli di Spalato contro i favori a Zagabria. E poi le polemiche per le porte chiuse, non aperte neanche per un allenamento.



Così lo stadio dell'Hajduk, quello della tifoseria più calda d'Europa, ha partorito la minaccia-beffa, la fantasia al potere ma una fantasia tetra, superiore alla svastica umana disegnata dai tifosi croati a Livorno nell'agosto 2006 e anche all'inventiva degli albanesi piloti di drone su Serbia-Albania. Ora un pò di vernice sul prato verde rischia di costar caro alla rivale dell'Italia nella corsa a Euro 2016. L'Uefa aprirà lunedì un inchiesta sui fatti di Spalato.



«Tremo all'idea di quando dovremo andare di fronte alla disciplinare di Nyon», ha ammesso stamattina dalla città dalmata il presidente della federcalcio, l'ex attaccante Davor Suker, mentre il dg Vrbanovic si dice certo «che l'Europa ci punirà severamente». Il rischio in chiave Euro 2016 c'è, sulla carta: pesano l'articolo 14 del regolamento e soprattutto le recidive. Dopo i fumogeni di Italia-Croazia ci furono i cori razzisti di Croazia-Norvegia: a questo punto, le regole prevedono sanzioni che vanno da altre partite a porte chiuse fino all'esclusione dalle competizioni. Dipenderà dalla voglia di tolleranza zero dell'Uefa di Platini nei giorni dello scandalo Fifa. Ma Suker è stato cooptato nell'esecutivo a marzo proprio come segnale di fiducia contro la sfida degli hooligan di Zagabria, e l'Europa del calcio non ama esclusioni traumatiche (i precedenti si chiamano Heysel e Jugoslavia '92).



La partita persa a tavolino favorirebbe l'Italia che non ne ha motivo (tra l'altro Tavecchio ha condannato, la figc ha segnalato all'Uefa, ma nessuna idea di proteste ufficiali, che non avrebbero senso); e per di più non penalizzerebbero più di tanto la squadra di Kovac. «Siamo vittime di un sabottaggio, volevano colpire noi e tutto il popolo croato: lo Stato deve aiutarci», l'appello di Suker, in apparenza più rivolto all'Uefa che al governo di Zagabria. Se non prevarrà la linea di un giudice giustizialista a Nyon, la massima pena potrebbe essere la squalifica del campo, per far giocare i croati lontani da casa e a porte chiuse. In ogni caso, la federazione locale è già pronta a spostare da Spalato la partita di ottobre con la Bulgaria.



«'Decidiamo lunedì», ha spiegato un Suker sotto choc, aggiungendo che 'nessuno dei rappresentanti dell'Hajduk, ma neanche del comune di Spalato, era presente ieri alla partita, come se giocasse una squadra privata e non la nazionale«. Ma ora a essere nazionale è il caso. La polizia ha aperto un'indagine, ma dai primi rilievi le telecamere non hanno ripreso gli autori della beffa: una vernice che ha bruciato l'erba, facendo comparire il simbolo nazista solo ieri sera, via via, sotto la luce dei riflettori. Tutti i partiti croati hanno condannato, il presidente Kitarovic parla di »discredito non solo al calcio ma all'interno paese«, mentre il governo accusa la federazione di negligenza: come è stato possibile non accorgersi di nulla? »Noi non possiamo farci nulla«, la resa del centrocampista Rakitic, ieri sera. »Ma è veramente necessario continuare con queste insofferenze personali, tutto per un pò di vanità?«, si è invece chiesto Suker. Vallo a spiegare al mondo, però, che una svastica può esser definita vanitosa.
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