Europei 2032: l'Italia presenta la candidatura all'Uefa

Inoltrata la documentazione, dieci stadi, esclusa Palermo a beneficio di Cagliari. Decisione a ottobre: la rivale è la Turchia

Gabriele Gravina, presidente della Figc
Gabriele Gravina, presidente della Figc
di Pietro Cabras
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 15:08 - Ultimo aggiornamento: 15:12

La corsa dell'Italia è partita: la Figc ha inoltrato il "Final Bid Dossier", la candidatura ad ospitare gli Europei 2032. L'Uefa ora analizzerà la documentazione e deciderà, il 10 ottobre, se assegnare l'organizzazione al nostro Paese che ospitò la rassegna continentale l'ultima volta nel 1980 e in seguito i Mondiali nel 1990, oppure alla Turchia, forte di infrastrutture più recenti. E' qui che l'Italia si mette in gioco, la maggior parte degli impianti sarà soggetta a ristrutturazione, e il Ministro Abodi ha ribadito in queste ore che il dossier stadi in Italia andrà avanti anche se non dovessimo ospitare gli Europei. Ma l'impegno del Governo dovrà essere sostanziale. Sono dieci le città designate ad accogliere la fase finale: Milano, Torino (Stadium), Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari. Il capoluogo sardo è stato preferito a Palermo perché il progetto di rifacimento del Sant'Elia è già approvato e finanziato, mentre per uno dei criteri portanti che devono essere seguiti nel dossier, quello dell'impatto ambientale, concepire spostamenti di protagonisti e tifosi verso entrambe le isole sarebbe stato un punto a sfavore. Palermo continuerà a essere coinvolta nell’iter a supporto della candidatura e beneficerà di eventi collaterali alla manifestazione, pronta comunque a subentrare se ci dovessero essere problemi nelle altre dieci sedi.

Nuovo Rinascimento

«Il dossier di candidatura dell’Italia è ispirato ad un "Nuovo Rinascimento" –  ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravina –; è stato realizzato attraverso continue connessioni con i territori, da un lato esaltandone le bellezze storiche e artistiche, dall’altro rispettandone l’impatto e la sostenibilità.

Il dossier è il frutto di un lavoro intenso, in cui il calcio si è fatto ancora una volta strumento di unità e di aggregazione trasversale, concretizzatasi nell’adozione di diversi provvedimenti, governativi, parlamentari e comunali, che nobilitano la nostra candidatura. Abbiamo immaginato l’Italia e il calcio europeo fra 10 anni, nella consapevolezza che il lascito positivo di un evento del genere moltiplichi straordinarie opportunità per l’intera nazione. Ringrazio tutti gli stakeholder coinvolti, che hanno sposato il progetto con grande entusiasmo e spirito collaborativo».

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