Italia Campione del Mondo 40 anni dopo. L'11 luglio 1982 gli azzurri di Bearzot battevano 3-1 la Germania al Bernabeu di Madrid e, dopo una incredibile scalata in terra di Spagna, estromettendo a sorpresa Argentina, Brasile e Polonia, si laureavano Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo (citando il Maestro Nando Martellini). Riguardare (o ricordare) quelle immagini è come prendere in mano una cartolina di un mondo che non c'è più: sulla pagina Instagram del Corriere Adriatico abbiamo deciso di celebrare quel giorno, quella estate, quella fantastica annata.
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Notti che volevano dire libertà, quella di uscire di casa dopo che il sole era tramontato anche per quelle bambine dell’82 che si sono esaltate durante i mondiali, perse dietro la bellezza di Cabrini e si sono poi ritrovate appassionate di calcio per tutto il resto della vita. Confesso che c’ero: tranne che il mio preferito era Tardelli. Probabilmente per non essere banale e forse anche un po’ maliziosa visto che poi Moana Pozzi nel suo libro lo avrebbe gratificato con il voto più alto tra i suoi amanti. Ma questa è un’altra storia.
La profezia sul diario
La storia vera è che la ragazzina di allora, terza media, nel suo diario aveva solo quella squadra e quei giocatori al posto dei cantanti. E con intuizione quasi paranormale profetizzò in un compito in classe non solo la vittoria - che tre mesi prima neppure i bookmaker ipotizzavano - ma pure il risultato e l’avversario compreso il rigore sbagliato dal Bell’Antonio.
L'adoloscenza (per alcuni) che continua da allora
Una certezza che continua probabilmente ad albergare in fondo al cuore di quei giovani dell’82 che si ritrovarono chi in piazza chi, come noi, sul lungomare di San Benedetto per celebrare un momento storico che sapeva di rinascita dopo la paura degli Anni di piombo: a 13 anni non li capivamo ma sentivamo sulla nostra pelle il terrore diffuso. Un’Italia finalmente grande grazie a 11 uomini in "mutande" che correvano dietro a un pallone segnó l’esordio di una adolescenza che per qualcuno ancora dura.