L'allarme di Ghirelli: «A gennaio i primi club saltati se non arriveranno ristori adeguati dal Governo»

Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, in tribuna al Riviera delle Palme di San Benedetto insieme a Domenico Serafino, presidente della Samb
Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, in tribuna al Riviera delle Palme di San Benedetto insieme a Domenico Serafino, presidente della Samb
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Giovedì 26 Novembre 2020, 08:20

ANCONA - Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, vuole scongiurare l’ipotesi della sospensione del campionato di Serie C. Lo ha ribadito in una nota sviluppando un argomento che nelle ultime settimane, con l’aumento dei contagi da Covid 19, è stato molto dibattuto tra gli addetti ai lavori. «La situazione nelle nostre squadre nelle ultime giornate è migliorata – afferma Ghirelli - Domenica scorsa non è stato spostata ad altro orario alcuna partita, mentre sono state tre le gare non disputate e rinviate. È un trend positivo che sta interessando il nostro campionato da almeno tre giornate. Cosa succederebbe se ci fermassimo per un periodo? Saremo costretti ad andare oltre i termini della fine programmata del campionato e con quali conseguenze? Ci sarebbe l’aumento dei costi per pagamento emolumenti ed attività di gestione dei club.

Ed ancora più grave, non potremmo pensare più ai ristori. Governo e Parlamento sanno che a gennaio, al più tardi, potremmo vedere saltare i primi club se non dovessero arrivare i ristori in grado di dare ossigeno alle casse in deficit delle società».


Ghirelli afferma che in un solo caso potrebbe essere sospeso il campionato: «Le autorità scientifiche e sanitarie, in accordo con il Governo, potrebbero constatare l’aggravarsi della situazione e potrebbero arrivare alla decisione di bloccare il Paese. A quel punto dovremmo fermarci come tutti gli altri settori. Certamente non ce lo auguriamo e speriamo di uscire dal Covid quanto prima. Finchè ci sarà consentito, giocheremo. Sapendo che lo facciamo non a rischio zero. Il pericolo del rischio si attenua essendo sempre rigorosi nel rispettare il protocollo sanitario».

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