Figc, Tavecchio è il nuovo presidente
Eletto alla terza votazione con il 63,63%

Figc, Tavecchio è il nuovo presidente Eletto alla terza votazione con il 63,63%
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Lunedì 11 Agosto 2014, 17:26 - Ultimo aggiornamento: 18:42

ROMA - E' Carlo Tavecchio il nuovo presidente della Figc.

L'Assemblea federale lo ha eletto presidente al terzo scrutinio con il 63.63% dei voti. Lo sfidante Demetrio Albertini si è fermato al 33,95%. Le schede bianche hanno raggiunto il 2,42%. "Sarò il presidente di tutti soprattutto di quelli che hanno espresso il loro dissenso": sono le prime parole di Carlo Tavecchio dopo l'elezione a presidente Figc. "Cercherò di migliorare il mio modo un po' ruvido e poco glamour come qualcuno lo ha definito giustamente", ha detto ringraziando tutti, in lacrime. "Con le parole sono poco a mio agio ha detto Tavecchio, dopo aver ringraziato dal palco tutti senza trattenere le sue lacrime - ma invito le componenti ad abbandonare le divisioni e mettersi al lavoro".

L'ADDIO DI ABETE

«Spero che la Figc abbia un presidente, non un commissario. Non ho mai creduto agli unti del signore, non serve chi non ha dimestichezza con i voleri che vengono dal basso, dalla base», ha detto il presidente dimissionario della Figc, Giancarlo Abete, che ha aperto l'assemblea che eleggerà il suo successore.

«La Figc è una casa di vetro, ogni tanto vanno lavati, ma dall'interno sono tutti puliti anche se c'è chi tenta di sporcarli dall'esterno - ha continuato il presidente uscente - La federazione ha i conti in ordine, non contribuisce al debito pubblico e il mondo del calcio ha un credito forte nei confronti dello Stato e dello sport. Toglierle soldi sfavorirà chi cerca di portare avanti gli interessi generali e di contrastare quelli privatistici».

«Lascio con grande serenità per quello che ho fatto e per come l'ho fatto», dice Abete, a tratti commosso, congedandosi con un lunghissimo intervento arricchito da citazioni di Emmanuel Kant,

Alcide De Gasperi, Steve Jobs, Isabel Allende, Gabriele D'Annunzio. «Da gennaio 2015 mi prendo qualche mese di riflessione, farò anche io l'opinionista. In tanti mi dicono 'sei troppo signore, sei troppo buono, non ti vendichì. Forse hanno ragione, cercherò di non cambiare: non ne vale assolutamente la pena. Ho sempre considerato la

federazione come una casa. Ma ora torno a casa, da quelli che amo», ha concluso prima di ricevere l'abbraccio di Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini, i candidati alla presidenza.

Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, segue in diretta l'assemblea elettiva. Il numero uno dello sport italiano, in vacanza in barca, viene aggiornato costantemente su quanto accade.

Presente questa mattina all'Hotel Hilton di Fiumicino il segretario generale del Coni, Roberto Fabbricini, che si augura che dall'assemblea della Figc esca una «governance forte».

FUORI DAL CORO

Prima dell'inizio dell'assemblea, il direttore generale della Juventus Beppe Marotta aveva predetto che

«Il consiglio della Figc sarà frammentato e non sarà facile attuare le riforme nell'immediato.Non credo in un ricompattamento, al di là che ci siano sette, otto o dieci club le posizioni sono chiare e ci sono due anime in Lega».

«Lascia perplessi il super attivismo di Lotito, che fa da tutor al candidato Tavecchio -aggiungeva Marotta-. È una cosa impopolare e unica nella storia della federazione italiana, sembra che ci siano interessi personali a discapito di quelli collettivi. Non abbiamo trovato riscontro in questa nomination (di Tavecchio ndr) ma le riforme e il programma sappiamo tutti che li dobbiamo attuare». Marotta commenta poi le voci secondo cui potrebbero essere nominati Michele Uva come direttore generale della Figc e Giulio Napolitano nel ruolo di commissario ad acta nel caso di una vittoria di Tavecchio, il grande favorito alla presidenza: «L'ho appreso dai giornali, toccherà al presidente comporre la sua squadra». Un commento anche su Antonio Conte, dato come papabile ct dell'Italia. «È un'ottima scelta, un grande allenatore, un professionista serio che può far bene sia a livello di club sia di nazionale.

Ma le scelte non competono a noi».

L'ad della Roma, Mauro Baldissoni, liquida invece la questione con uno sbrigativo: «La nostra posizione la conoscete». La società giallorossa, al contrario della maggioranza dei club della Lega di A, non voterà il candidato Carlo Tavecchio.

«Aspettiamo il voto e vediamo: la maggioranza decide». Urbano Cairo, presidente del Torino e tra i promotori della lettera dei club di A che aveva chiesto il passo indietro di Tavecchio e Albertini, resta cauto dopo che il Cesena ha fatto un passo indietro. «Sarà la federazione di Lotito? Non credo - ha detto dall'assemblea Figc - Se vuole un ruolo in federazione, deve fare un passo indietro nella Lazio. Sarebbe come se io, editore de La7, volessi avere un ruolo nella Rai».

Tante parole e pochi fatti secondo il presidente della Sampdoria Massimo Freccero. «Oggi ho sentito tante chiacchiere ma ci voglio fatti», ha commentato il numero uno della società blucerchiata, che non ha voluto rivelare a chi è andato il suo voto. «Io ho sentito sia Albertini sia Tavecchio e qualunque sia stato il mio voto speriamo che si uniscano per un calcio migliore. Diamo una botta forte a questo calcio».

PRO-TAVECCHIO

Claudio Lotito parla, al contrario di Marotta, di «programma condiviso: perdere l'occasione sarebbe un delitto», dice.

«La Lega di A è spaccata? L'urna parlerà». Da sempre sostenitore di Tavecchio, Lotito è fiducioso. «C'è chi lavora per il sistema e chi a livello personale - aggiunge - Contro Tavecchio ci sono stati atti di killeraggio mediatico, fanno capo a dei riferimenti ben precisi sia di chi li ha promossi sia di chi li ha messi in atto».

Non è d'accordo con le parole di Marotta nemmeno Enrico Preziosi, presidente del Genoa, da sempre schierato a favore di Tavecchio. «Contro di lui solo falso moralismo. Difficile governare con la Lega spaccata? Lo dice chi perde...», commenta.

Secondo il presidente della Lega A, Maurizio Beretta, che sostiene Tavecchio, «L'importante ora è lavorare tutti insieme. Sono fiducioso».

Tavecchio è la persona giusta per la Figc anche secondo l'ex presidente Antonio Matarrese. «Visto quello è successo, lo spavento è passato quindi non ci saranno sorprese. Io non ho mai dubitato - spiega - Tavecchio è la persona giusta per la Figc? In questo momento sì. Il calcio, con tutti i difetti che ha, poi capisce che arriva il momento in cui bisogna fermarsi e creare insieme. In questo momento Tavecchio è l'uomo pratico che può mettere intorno a sé gli uomini giusti. Lega Serie A spaccata? E quando mai la Lega è stata unita...Non è una novità».

Anche Andrea Abodi, presidente della Lega di Serie B, ha spiegato i motivi alla base della decisione di appoggiare la candidatura di Carlo Tavecchio.

«Dobbiamo ripartire dall'unità delle Leghe che non c'è mai stata. Abbiamo una strada tracciata, abbiamo deciso di appoggiare una persona e un sistema. Si parla dell'importanza dell'autonomia dello sport: più saremo intraprendenti e costruttivi, meno spazio ci sarà per profanare la nostra realtà».

A sostegno di Carlo Tavecchio anche la Lega Pro. «Spero che il candidato che abbiamo scelto riesca a prevalere e vincere questa battaglia sportiva - spiega il presidente Mario Macalli - Poi già da domani bisognerà cominciare a ragionare su un mondo del calcio nuovo. Spero che questa unità di intenti delle quattro leghe venga estesa alle

componenti tecniche, solo così si può fare il bene del mondo del calcio».

PRO-ALBERTINI

L'associazione arbitri ha annunciato ufficialmente che sostiene Albertini. «Noi arbitri sosteniamo la candidatura di Demetrio Albertini», ha annunciato il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, nel suo intervento all'assemblea elettiva della Figc.

Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori, ha illustrato nel corso del suo intervento il sostegno ad Albertini. «Noi abbiamo candidato Albertini perché abbiamo una nostra idea della federazione e del calcio che vogliamo portare avanti». Parlando della candidatura di Albertini, contrapposta a quella di Carlo Tavecchio, Tommasi ha sottolineato che «i calciatori vengono spesso dipinti con luoghi comuni, pregiudizi e frasi fatte. Invece si scopre che ci sono padri di famiglia che hanno fatto sacrifici e hanno avuto un importante successo. Mi auguro che il 'selfiè che ci faremo oggi rappresenterà realmente la nostra idea di calcio».

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