Jankto, l'ex fidanzata Markéta dopo il coming out: «Quando me l'ha detto mi sono sentita libera». L'Ascoli dedica un post al centrocampista

La relazione tra i due si è conclusa nel 2021 e la donna non ha voluto fornire dettagli. I due hanno anche un figlio

Jankto, l'ex fidanzata Markéta Ottomanská dopo il coming out del calciatore: «Quando me l'ha detto mi sono sentita libera»
Jankto, l'ex fidanzata Markéta Ottomanská dopo il coming out del calciatore: «Quando me l'ha detto mi sono sentita libera»
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Lunedì 13 Febbraio 2023, 23:20 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 12:35

Tra le tante manifestazioni di sostegno a Jakub Jankto c'è anche quella della ex compagna del calciatore, Markéta Ottomanská, con la quale Jankto ha un figlio di tre anni che ha parlato al sito ceco Idnes.cz: «È la storia di Kuby, la sua confessione. Sono orgogliosa che sia stato in grado di raccogliere le forze per uscire pubblicamente. È il primo calciatore in attività ad annunciarlo. Forse solo quelli che hanno concluso la loro carriera lo hanno ammesso. Tutti gli altri lo tengono segreto. Hanno paura di quello che dice la gente».

Jankto, la reazione della fidanzata

La relazione tra i due si è conclusa nel 2021 e la donna non ha voluto fornire dettagli. «Quando me lo ha detto, mi ha anche dato molta libertà - le parole di Markéta Ottomanská - Ora l'importante è che sia a suo agio e felice. Sarà sicuramente sollevato e niente lo divorerà più nell'anima. Aveva paura che la gente non lo accettasse per quello che era. Era stressato per questo. Credo che alla gente piacerà tanto quanto prima. Del nostro passato non me ne occupo più. Non lo biasimo per come è finita tra noi, spero che ora sia più sereno e in pace con se stesso».

Anche Neymar, attraverso i canali social, ha voluto lasciare un messaggio di sostegno a Jankto: «È un giorno importante. Ogni essere umano deve essere libero di vivere come vuole», le parole del brasiliano.

Il coming out di Jankto

«Voglio vivere la mia vita liberamente.

Senza paura. Senza pregiudizi. Senza violenza. Ma con amore. Sono omosessuale e non voglio più nascondermi»: con un video postato sui suoi profili social Jakub Jankto, 27enne centrocampista dello Sparta Praga e della nazionale della Repubblica Ceca, un passato anche nel campionato italiano tra Udinese e Sampdoria, fa coming out rompendo il tabù del silenzio nel mondo del calcio, almeno quello maschile. Il racconto di Jankto ha ricevuto subito tantissimi commenti di sostegno, da quello della Fifa («Siamo tutti con te, Jakub. Il calcio è per tutti») all'Uefa («Hai fatto bene, Jakub - è il tweet della confederazione europea -. Tu sei un'autentica fonte di ispirazione, e il calcio europeo è con te»). «Per noi non cambia nulla. Vivi la tua vita, Jakub», scrive la federcalcio della Repubblica Ceca mentre lo Sparta Praga (che lo ha preso in prestito dal Getafe) rivela che «Jakub ha parlato apertamente del suo orientamento sessuale con la dirigenza e i compagni qualche tempo fa. Tutto il resto riguarda la sua vita personale: nessun commento ulteriore e basta domande. Hai il nostro supporto. Vivi la vita, Jakub. Non importa nient'altro».

Chi è

Jankto attualmente gioca nello Sparta Praga, in prestito dal Getafe, ma è stato anche in Italia: nel 2015 arrivò all'Udinese, che lo mandò in prestito in Serie B all'Ascoli. L'esordio in A, nella stagione 2016-2017 a Udine, dove resta due stagioni prima di trasferirsi alla Sampdoria; in maglia blucerchiate altri tre campionati, prima di trasferirsi in Spagna nell'estate 2021. In totale ha giocato 155 partite in Serie A, segnando 17 gol.

I precedenti

E con il coming out di Jankto coming out cresce la squadra di calciatori - ex o in casi più rari in attività - che si fa coraggio di fronte al tema omessualità. Ancora tabù per lo sport più diffuso al mondo. Nell'ottobre del 2021 il centrocampista dell'Adelaide United Josh Cavallo ha rivelato di essere gay, così come l'inglese Jake Daniels, che a 17 anni è stato accompagnato nel percorso dal suo club d'appartenenza, il Blackpool, che milita nella seconda serie inglese. Tra i primissimi a raccontare la sua omosessualità, negli anni '90, fu Justin Fashanu. Era un astro nascente del calcio inglese e sperava che il suo coming out avrebbe spinto altri colleghi a fare lo stesso. Ma non andò così. La carriera di Fashanu precipitò, la comunità nera lo accusò di averla esposta, e il 3 maggio del 1998 si tolse la vita. Segni di tempi in cui quel limite era ancora invalicabile. Altri hanno aspettato di chiudere la loro carriera agonistica prima di uscire allo scoperto come il tedesco Thomas Hitzlsperger, ex centrocampista di Aston Villa, Stoccarda, Lazio, West Ham, Wolfsburg ed Everton e oggi direttore sportivo dello Stoccarda: spiegò di aver rimandato il coming out per la paura della reazione dei compagni. E se negli altri sport il coraggio non deve sfidare pregiudizi così forti come per il calcio, nello sport più popolare fa eccezione il calcio femminile. «Gli uomini hanno più remore a raccontare la propria omosessualità - disse un giorno Megan Rapinoe, simbolo della nazionale Usa di soccer - perché non si sentono al sicuro. Sanno che verranno discriminati, esclusi e insultati anche dai tifosi». Ma Jankto ha deciso di non nascondersi più.

Il post dell'Ascoli

«Forza Kuba! Siamo con te e ti sosterremo sempre». Con una nota pubblicata sul proprio sito Internet l'Ascoli Calcio è sceso in campo a sostegno di Jakub Jankto, il calciatore che ieri ha reso nota la propria omosessualità. Jankto ha giocato nell'Ascoli durante la stagione 2015/16. «Quando abbiamo visto il video in cui hai fatto coming out dichiarando al mondo la tua omosessualità, abbiamo avuto una stretta al cuore, non per il contenuto del video - nel 2023 può essere ancora un problema l'orientamento sessuale di una
persona? - ma per i tuoi occhi lucidi alla fine di quel video, dopo aver detto 'Sono gay e non voglio più nascondermì. Subito dopo quella frase lanci uno sguardo al cielo, come se ti fossi liberato di un peso insostenibile», si legge nella nota connotata da grande affetto nei confronti del giocatore della Repubblica Ceca. «Noi come Ascoli Calcio, noi come popolo piceno abbiamo ammirato nella s.s. 2015/16 le tue prodezze in campo, la tua professionalità, la tua voglia di arrivare. Nella tua esperienza all'Ascoli ricordiamo i 5 gol e 9 assist nelle tue 35 presenze, - aggiunge la società - ricordiamo un 'Kubà ambiziosissimo, con una voglia straripante di lanciarsi nel calcio dei massimi livelli, andavi in giro col vocabolario di italiano perché imparare bene la lingua ti avrebbe aiutato ad arrivare. E così è stato. - conclude - A noi, tutto il resto davvero non importa».

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