Il doppio ex Meoni suona la carica: «Lube, servono forza e concretezza per questa finale Scudetto»

Il doppio ex Meoni suona la carica: «Lube, servono forza e concretezza per questa finale Scudetto»
Il doppio ex Meoni suona la carica: «Lube, servono forza e concretezza per questa finale Scudetto»
di Gianluca Pascucci
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Domenica 30 Aprile 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:25

CIVITANOVA Marco Meoni ha giocato sia con la casacca della Cucine Lube, dal 1996 al 2003, che a Trento, biennio 2005/07, proverà a fare la carte alla serie di finale che assegnerà il titolo di campione d’Italia della stagione 2022/23. Dopo aver appeso le ginocchiere ed essersi diplomato, tra le altre cose, “Maitre Chocolatier”, Meoni da diversi anni è in America ed insegna pallavolo ai giovani palleggiatori in Texas. 
 

Meoni, come va l’avventura in Texas? 
«È una bellissima esperienza. Mi trovo benissimo e ritengo di aver fatto la scelta giusta sia per me che per la mia famiglia.

Qui è strutturato tutto diversamente rispetto all’Italia però avete una buona idea di come si lavori nei college visto che, per esempio, alla Cucine Lube ci sono sia Gabi Garcia che Nikolov, usciti dai college, piuttosto che Gardini a Padova. Mi occupo solo ed esclusivamente di insegnare “i trucchi del mestiere” agli studenti, e studentesse, nel ruolo di palleggiatore». 

 
Visto che ha citato questi “prodotti” del college cosa ci dice di questi giovani talenti? 
«Ho avuto modo di seguire le finals dei college dello scorso anno, a Los Angeles se non ricordo male. Commentavo con Vladimir Nikolov, papà di Alex, che l’esperienza nei college è molto costruttiva quanto limitante per i migliori. Detto che Alex è stato il migliore di quella finale e non aveva ancora firmato per la Lube, sintetizzo: essendo bloccati dal conseguimento del diploma i top players americani impiegano più tempo per maturare perché si misurano ed allenano con gente meno dotata tecnicamente. Almeno fino ai 22 anni, al diploma. Unico giocatore, salvo smentite, ad uscito prima del diploma dal college, è stato Matt Anderson. Uso spesso i video di Superlega, ma direi dei campionati esteri in generale, per poter fare scuola ai miei allievi». 

Segue il campionato di Superlega? 
«Ovviamente si. Il campionato italiano è tra i più al mondo e quest’anno è stato raggiunto l’apice. Tutte e quattro le semifinaliste avrebbero meritato di giocare la finale scudetto per l’elevato livello di pallavolo messo in campo. Non ricordo un campionato bello ed entusiasmante come quello di quest’anno: fighissimo. Naturalmente sarà una finale meravigliosa che sfugge ad ogni tipo di pronostico. Il titolo di questa finale scudetto potrebbe essere: Non ci hanno visti arrivare ma siamo in finale». 

Cosa la intriga di questa finale tra Trento e la Cucine Lube che inizia domani a Trento? 
«Tante cose ma l’aspetto più bello è l’età media dei quattro schiacciatori. Da una parte Alex Nikolov: 19 anni e Marlon Yant, 21. Dall’altra Alessandro Michieletto: 21 anni e Daniele Lavia: 23. Inoltre sono molto contento per come Ivan Zaytsev sia cresciuto, di pari passo con la squadra, dopo le difficoltà iniziali. Ivan è un grande. Ho sofferto per la squadra vittima del tiro al bersaglio sui social ad inizio stagione. Ma il gruppo si è riscattato alla grande».

In campo, da palleggiatore, come la imposteranno Luciano De Cecco e Riccardo Sbertoli? 
«Sono due palleggiatori che mi piacciono da morire per come fanno girare la squadra. Sbertoli è un po’ l’emergente in azzurro. De Cecco è...Luciano De Cecco, un grandissimo. L’aspetto in comune dei due è che giocano tanto con i centrali anche esasperando, o rischiando la giocata. E questo a me piace molto. Come dire: i centrali sono un po’ come la pastura per lo sviluppo del gioco». 

Lei con la Lube ha vinto i primi trofei di questa storica società. Cosa prova? 
«Sono onorato ed orgoglioso di aver fatto parte del progetto iniziale. Quando arrivai alla Lube da Padova il mio diesse era Beppe Cormio. Ora vi è la consacrazione del club. Direi che con queste sei finali consecutive il club ha superato i giocatori: vince cambiando. La Lube non molla mai. Vi è tutta la concretezza e la forza della Lube in questa finale». 

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