Tredici anni dopo De Falco esulta ancora con i tifosi dorici: «Che bello vincere così a Cesena»

Tredici anni dopo De Falco esulta ancora con i tifosi dorici: «Che bello vincere così a Cesena»
Tredici anni dopo De Falco esulta ancora con i tifosi dorici: «Che bello vincere così a Cesena»
di Ferdinando Vicini
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Martedì 22 Novembre 2022, 20:43

ANCONA - Lui era in campo quel 2 aprile 2010, quando l’Ancona di Salvioni aveva espugnato per l’ultima volta il Manuzzi. Andrea De Falco oggi vive a Cervia e gioca nella Tre Fiori di San Marino. Domenica non ha resistito al richiamo dei colori del cuore e si è presentato allo stadio per tifare la sua Ancona
De Falco, nel 2010 da calciatore domenica scorsa da tifoso ma sempre vincente a Cesena.
«E’ uno stadio che in me evoca ricordi bellissimi. Non potevo mancare e sono venuto a vedere la mia Ancona».
 

Qual è il suo giudizio sulla partita di domenica scorsa?
«Vi confesso che sono ancora in piena euforia, l’Ancona mi ha regalato una grande gioia vincendo una gara importante con merito». 
Tifo a parte, meglio l’Ancona o il Cesena?
«Sicuramente i biancorossi che hanno giocato più di squadra rispetto al Cesena che pure dispone di un organico sulla carta più attrezzato. Ma nel calcio non contano solo gli investimenti, poi c’è il campo. E lì i nostri sono stati superiori».
Proprio come faceste voi nel 2010. 
«Mi ricordo bene la nostra vittoria a Cesena. Stavamo vivendo un ottimo momento, eravamo in alto in classifica. Era una notturna, fece gol Miramontes subito su punizione, poi la chiuse Mastronunzio alla fine su rigore. Un successo meritato come quello di domenica scorsa».
In entrambi i casi l’Ancona non partiva con i favori del pronostico.
«Anche quella volta era un Cesena molto forte con gente come Parolo e Schelotto. Noi eravamo la sorpresa del campionato, così come potrebbe diventarlo questa Ancona».
Lei ha già acquisito il patentino Uefa B da allenatore. Da tecnico come ha visto l’Ancona di Colavitto?
«Sinora avevo visto i biancorossi solo in tv. Devo dire che vista dal vivo l’Ancona mi ha fatto una grande impressione. Squadra molto compatta, una difesa solida ma sempre pronti a ribaltare il fronte».
Per la prima volta Colavitto ha utilizzato la difesa a tre.
«Nei corsi mi hanno insegnato che una squadra vincente deve avere una difesa granitica. I difensori biancorossi sono molto efficaci, non buttano mai il pallone e questo da sicurezza a tutta la squadra».
Dei singoli chi l’ha colpita di più?
«Considerato che era all’esordio dico Barnabà, ha passo e un buon piede, coraggio e intraprendenza. Non a caso ha fornito l’assist a Spagnoli per il gol. Un grande attaccante quest’ultimo, moderno e completo».
Anche Spagnoli è diventato un vero bomber alla corte di Colavitto, come accaduto a tanti altri in passato. Un caso?
«Non credo. E’ il gioco di Colavitto che permette alle punte di attaccare la porta con continuità e nelle condizioni di maggiore efficacia. Si creano spesso le condizioni per andare all’uno contro uno, anche Moretti e Di Massimo sono sempre pericolosi».
Che cosa c’è nel futuro di Andrea De Falco?
«La passione mi porta ancora a giocare.

Non ho potuto realizzare il mio sogno di chiudere la mia carriera di calciatore ad Ancona, spero di tornare un giorno da allenatore anche solo in seconda».

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