Le confessioni di Dan Peterson: «Avrei potuto allenare Costa e Magnifico». E la storia del basket sarebbe stata diversa

Le confessioni di Dan Peterson: «Avrei potuto allenare Costa e Magnifico». E la storia sarebbe stata diversa
Le confessioni di Dan Peterson: «Avrei potuto allenare Costa e Magnifico». E la storia sarebbe stata diversa
3 Minuti di Lettura
Martedì 5 Luglio 2022, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 12:46

PESARO - La confessione di Dan Peterson: «Ho rischiato di allenare Ario Costa e Walter Magnifico. A Pesaro grande ambiente». E la storia sarebbe cambiata. Aneddoti, curiosità, lezioni di pallacanestro e la sua immancabile simpatia: coach Dan Peterson nel pomeriggio ospite a Villa Cattani Stuart ha intrattenuto consorziati e sponsor della Carpegna Prosciutto Basket Pesaro intervenuti insieme a tanti appassionati di pallacanestro. Il Coach statunitense – che in carriera vanta una Coppa dei Campioni, una Coppa Korac, cinque scudetti e tre Coppe Italia – ha ripercorso numerosi momenti della sua esperienza di allenatore e ha anche ricordato i match più importanti legati alla rivalità con la Vuelle.

Il presidente del Consorzio Pesaro Basket Franco Arceci ha affermato: «Grazie a Dan Peterson per aver accolto il nostro invito; il Consorzio che ho l’onore di guidare ha voluto fortemente dar vita a questo momento formativo molto importante».

Il presidente del club Ario Costa ha detto: «Credo che un allenatore come Dan Peterson abbia bisogno di ben poche presentazioni: è una leggenda della pallacanestro, questo è un momento molto significativo e siamo orgogliosi di averlo qui».

Costa(va) troppo

Il coach ha parlato proprio di Costa e non solo: «All’epoca Ario – che veniva da Chiavari – aveva un valore di 60 milioni; era mia intenzione portarlo alla Virtus (squadra che allenavo) ma l’avv.

Porelli disse di no perché non voleva investire tutto su un solo giocatore».

Ad ascoltare le parole dell’allenatore che ha scritto pagine di storia anche il Brand Ambassador Walter Magnifico: «Walter era alla Fortitudo ed era sul mercato. Per poco non ho allenato sia lui che Ario. Ricordo che a quei tempi Pesaro era una squadra temibile, aveva una grande mentalità europea. Gracis era un ottimo difensore, Kicanovic era un genio, Bouie aveva tanta fisicità».

«Il basket anni '80 mi piaceva di più»

Tante le differenze tra il basket di allora e il basket odierno: «Mi piaceva molto di più la pallacanestro degli anni ’80 rispetto a quella di oggi: le squadre avevano diverse soluzioni offensive, ogni match era un rebus. Secondo me il tiro da tre ha rovinato il basket. All’Hangar di Viale dei Partigiani si respirava un grande ambiente: la gente era vicinissima al campo.

Tanti i successi conquistati che restano ben impressi nella memoria di Peterson dove però c’è spazio anche per dei momenti meno felici: «Quali sono state le sconfitte più pesanti? Quella del 1984 in finale di Coppa delle Coppe contro il Real Madrid e la finale scudetto persa contro la Virtus. Il mio rammarico è quello di essermi ritirato troppo presto; una scelta dettata da varie ragioni ma se potessi tornare indietro, non lo rifarei» ha concluso la leggenda della pallacanestro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA