Messi record, Argentina-Venezuela 4-1
Messico umiliato dal Cile: 7-0

Credit Twitter @CA2016
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di Alfredo Spalla
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Domenica 19 Giugno 2016, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 10:52
Definite le due semifinali di questa Copa América: Usa-Argentina e Colombia-Cile. L’Albiceleste e La Roja si qualificano con prestazioni più che convincenti. Una doppietta di Higuain trascina l’Argentina al 4-1 sul Venezuela, mentre un poker di Edu Vargas permette al Cile di travolgere 7-0 il Messico. Le due finaliste del 2015 confermano di essere le grandi favorite per la conquista del titolo. La formazione di Martino sembra essere ancora un passo avanti rispetto ai campioni in carica, tornati però a proporre un gioco fluido e, talvolta, perfino più efficiente rispetto all’era Sampaoli. A Boston, l’Argentina centra un triplice obiettivo, oltre alla semifinale: Messi aggancia Batistuta nella classifica dei marcatori (54 gol); Higuain si sblocca dopo un digiuno che, in gare ufficiali, durava dal 30 giugno 2015 (6-1 al Paraguay); infine, la Selección scaccia «la maledizione di Boston», la città in cui Maradona giocò la sua ultima partita in Nazionale il 25 giugno del 1994. Quell’Argentina aveva vinto la Copa del 1991 e 1993. Oggi, dopo 23 anni di digiuno, il Paese sogna con un nuovo titolo. «Non è facile raggiungere due finali consecutive ed essere in semifinale. Ovviamente vogliamo vincere, ma bisogna ammettere che negli ultimi 3 anni abbiamo centrato obiettivi difficili», ha detto Messi a fine partita. Il match con la Vinotinto inizia in discesa: al 7’ Messi effettua un taglio illuminante per Higuain, che in scivolata incrocia sul palo lontano. Il Pipita si ripete dopo 20’, approfittando di un disimpegno sbagliato di Figuera ed Angel: 2-0. Il ritmo cala e il Venezuela torna a farsi vedere dalle parti di Romero, costretto al doppio miracolo su Rondon. Al 41’, però, l’ex portiere della Samp atterra Martinez causando un rigore. Seijas si presenta dal dischetto, ma opta per un cucchiaio fuori luogo. Romero non ha nemmeno bisogno di muoversi per pararlo. Nella ripresa Messi lascia la propria firma dopo una combinazione rapida con Gaitan. La Pulga affianca Batigol. Il Venezuela non desiste, trovando il gol con Rondón, pronto a sfruttare una distrazione di Otamendi. Un minuto dopo Lamela ristabilisce le distanze; termina 4-1. Il Cile, invece, umilia sorprendentemente il Messico di Juan Carlos Osorio. Un 7-0 meritato che cancella le buone impressioni destate dalla nazionale centroamericana nella fase a gironi. Finisce fra i fischi dei tifosi messicani, accorsi numerosi al Levi's Stadium di Santa Clara. Alcuni lasciano lo stadio già alla metà del secondo tempo, comprendendo la giornata storta della propria nazionale. A fine partita, Guardado non cerca giustificazioni: «Mi sento solo di chiedere scusa al nostro Paese. Non ho nient’altro da dire». Pizzi, invece, può essere più che soddisfatto dei suoi. Aggressività, intensità e fame: il Cile si ritrova in una prestazione esaltante. Una doppietta di Puch (16’, 87’), un poker di Vargas (44’, 52’, 57’, 74’) e un gol di Sanchez (49’) annientano El Tri. Il primo tempo, nonostante la superiorità cilena, si chiude sul 2-0, ma è nel secondo che il Messico crolla psicologicamente, incassando tre gol in 8 minuti. Sul 5-0 la partita diventa uno show della Roja. Le marcature saltano, Ochoa viene lasciato solo, mentre Vargas e Puch chiudono sul 7-0. La stampa messicana s’interroga già sulla permanenza di Juan Carlos Osorio.
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