Al club etneo viene riconosciuta l'attenuante per la collaborazione. «La collaborazione è empre rarissima e merita una valutazione premiale, l'omertà è spezzata con questi elementi collaborativi», ha detto il procuratore Figc, Stefano Palazzi, chiedendo al Tribunale Federale Nazionale la sanzione ridotta per il Catania e il patron Pulvirenti in base all'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva applicabile «in caso di ammissione di responsabilità e di collaborazione fattiva». La Procura Figc ha chiesto, inoltre, cinque anni di inibizione più preclusione, più altri tre anni di inibizione e un'ammenda di 60mila euro, per l'ex ad Pablo Cosentino e il dirigente Piero Di Luzio. Stralciata la posizione dell'agente dei calciatori Michele Arbotti, attualmente agli arresti domiciliari.
DASPO A PULVIRENTI E COSENTINO
Stadi e manifestazioni calcistiche vietate per 5 anni per l'ex presidente del Catania Antonino Pulvirenti e l'ex ad Pablo Cosentino. Questa invece la disposizione del questore di Catania Marcello Cardona che ha firmato il Daspo, per ordine pubblico, a carico dei due ex dirigenti indagati nell'ambito dell'inchiesta «I treni del gol» su alcune partite comprate dal Catania per evitare la retrocessione dalla Serie B. Accertamenti sono stati eseguiti da Divisione anticrimine e Digos.
Il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive per Pulvirenti e Cosentino è stato emesso anche perchè, è stato sottolineato, «si è registrato a livello mediatico un imponente e preoccupante coinvolgimento di persone sfociato il 20 giugno scorso in una manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato 2.500 persone che scandivano cori e slogan contro Pulvirenti e altri dirigenti del Calcio Catania».
Proprio alla luce del diffuso malcontento registrato nella tifoseria locale, sottolineano dalla questura di Catania, si ritiene che la semplice presenza di Pulvirenti negli impianti sportivi dove gioca la squadra etnea «possa rappresentare un concreto pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica». Il Daspo, si ribadisce quindi, «è emesso per preservare Pulvirenti, Cosentino e tutti gli altri soggetti coinvolti nella vicenda giudiziaria da concreti rischi per la propria incolumità».