ANCONA Evitare la classica buccia di banana. E non è una frase fatta. Aquila Montevarchi-Ancona di oggi ha i connotati del “trappolone” al quale la truppa biancorossa deve stare molto attenta. Mister Colavitto lo sa bene. Lo possiamo facilmente immaginare mentre, sul pullman e durante la riunione tecnica, lo ricorderà a modo suo ai calciatori. Per l’Ancona la tappa del Brilli Peri contro il fanalino di coda del girone B è troppo importante. Lo è per la classifica perché un risultato positivo consentirebbe, da un lato, di proseguire l’inseguimento all’Entella (terza) distante quattro lunghezze, dall’altro di mantenere margine sul Gubbio. Lo è per l’immediato futuro in quanto, sabato, al Del Conero arriverà la Reggiana capolista per un big match dal sapore antico. Lo è anche, e soprattutto, per la componente mentale visto e considerato che i dorici hanno voglia di proseguire la striscia positiva e lasciarsi alle spalle l’amaro pari interno con la Vis Pesaro. Uno di quei risultati che entrano, a buona ragione, nei misteri del calcio con tanto di diciotto occasioni da rete confezionate e non capitalizzate.
Previsti cambi in formazione
«Coltello tra i denti»
Tra post-Vis Pesaro e pre-Montevarchi, in modo inedito visto l’incastro del calendario, le parole biancorosse della “vigilia” sono quelle dell’ad Roberta Nocelli: «Con la Vis è stata una partita dominata, ricca di emozioni – ha detto -. Ho visto i ragazzi al rientro negli spogliatoi al termine della gara ed erano dispiaciuti e arrabbiati, li ho aspettati all’inizio del tunnel solo per suonare la carica. E’ vero che abbiamo lasciato due punti per strada ma la guerra è lunga e noi siamo pronti a battagliare in ogni modo. Andremo a Montevarchi e sappiamo che sarà un’altra partita dalle mille insidie, l’importante sarà essere concentrati e determinati, bisognerà lottare con il coltello tra i denti». Su Melchiorri, infine: «Canil lo voleva a tutti i costi nel suo Matelica, ma all’orizzonte Federico aveva l’opportunità di altre categorie. Ciò che lo ha sempre contraddistinto è la sua umiltà, non l’ha persa».
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