Da Pellegrini a Magnini, i campioni del nuoto tornano in vasca: caccia al pass per Tokyo

federica pellegrini nuoto
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Mercoledì 16 Dicembre 2020, 15:42

Eccoli e rieccolo. Olimpionici, olimpici (la differenza fra le due categorie è che i primi hanno l’oro già messo in cassaforte nel recente passato), mondiali, europei, o “solo” italiani, ma ormai non è facile battere la concorrenza in vasca lunga e corta, i campioni del nuoto si ritrovano da domani e per tre giorni a Riccione. Non è “il mare d’inverno” ma la piscina sì, e qui s’assegnano i titoli assoluti e i cacciatori del biglietto per Tokyo olimpica, quella del 2020 ritardata al 2021, hanno la prima occasione per la prenotazione. Il limite è da brividi selettivi. Verranno poi, con crono più afevoli, i campionati di primavera a fine marzo, sempre a Riccione, e il last inute del “Sette Colli” a giugno a Roma. E poi c’è da considerare che l’Italia non fa come gli Usa: non vale “la dura legge del trial”, quando o arrivi tra i primi due della prova o resti a casa. Da noi decidono i tempi e anche il buonsenso.

FEDE IN TEMPO?

Prendete Federica Pellegrini: il crono qui richiesto è di 1:55.4 che, infinita com’è, ha già nuotato 17 volte. Ma come sarà la sua forma dopo questa stagione a singhiozzo, il Covid-19 che la ha aggredita, la preparazione per forza sommaria?  Le hanno dato per buono il tempo di Gwangju 2019, suo quarto mondiale, ma la ragazza è orgogliosa: “Voglio farlo in acqua” ha detto. Forse sarà più abbordabile l’1:56.9 previsto nella finestra aperta a primavera. Federica, però, è la ragazza dell'impossibile, come battere la Ledecky, o le ragazze che quando lei saliva sul podio (Atene 2004) ancora gattonavano. C’è da seguirla con tutta la simpatia e l’ammirazione che merita.

IL NUOVO GREG

Anche Gregorio Paltrinieri è atteso alla prova. Greg il suo tempo in vasca già lo fece l’anno scorso. Ha cambiato tutto: allenatore (ora è Fabrizio Antonelli), “tana” (ha lasciato Ostia e i suoi amici Morini Boys), “visione”. Ha tenuto, come punto fermo, solo il progetto olimpico: tre gare, due in vasca e l’altra in mare e, per come ha potuto, è stato il fondo il suo training dell’anno. Qualcosa di nuovo dopo anni di su e giù per le piscine: onde e gomitate. Certo Riccione è appena una piccola tappa nella grande traversata, ma cercherà conferme.

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STAGNO AFFOLLATO

Dal punto di vista dell’agonismo, la gara più interessante sarà, già a Riccione, quella dei 100 rana donne. Ci ono tre ragazze in competizione: Martina Carraro e Arianna Castiglioni che, pur giovani, potevano pensare fino a qualche tempo di avere il viaggio olimpico garantito anche per la gara individuale. In due per due posti. Ma poi è spuntata Benedetta Pilato: ha quindici anni (i sedici scatteranno a gennaio) ed ha vinto una medaglia mondiale (argento) da più giovane di quanto accadde alla Pellegrini. Però nei 50 metri, distanza non olimpica e che non vogliono metterla in programma, chissà perché visto che è mondiale, neppure a Parigi 2024: per risparmiare su vitto e alloggio degli atleti? Che miseria. Benedetta comunque ha allungato la gittata e stabilito quasi un record a ogni gara che ha disputato, in vasca corta e no. Sarà rana vibrante. Anche tra i maschi, perché se sarà assente per problemi al gomito il capitano azzurro Fabio Scozzoli, sarà della partita Nicolò Martinenghi, giovane di bellissime speranze.

RIECCOLO

A questa categoria di giovani e di belle speranze appartengono anche il farfallista Burdisso, il multitasking Ceccon, il lungagnone Miressi, tipo da stile libero e chissà che non ne spuntino altri (mancheranno i già olimpici Detti e De Tullio, rimasti Morini Boys, e la bionda e la bruna, Margherita Panziera e Simona Quadarella: il Covid ne ha frenato i programmi). Non è giovane (38 anni) ma ha belle speranze Filippo Magnini. Proprio lui, sì: rieccolo. Si era ritirato tre anni fa, ha dovuto combattere una lotta feroce contro chi lo aveva accusato e condannato per “tentativo di doping” ma alla fine della vicenda e dei processi è stato assolto con formula piena. E gli è venuta la “pazza idea”: perché non provarci almeno per un posto in staffetta verso Tokyo? Detto fatto, si è messo di nuovo in costume, in palestra, in piscina ed eccolo tentare una cosa alla Phelps, con le dovute differenze: la poetica del ritorno accompagna parecchi campioni dello sport, che è “come un vizio che non vuoi smettere, smettere mai” per dirla alla Ligabue.

TAMPONI & MASCHERINE

La pandemia ha richiesto organizzazione diversa dei campionati: un programma di tre giorni non batterie e finale, ma a serie, che tengano ben separati gli atleti e azzerino il rischio contagio. Il tutto con tamponi preventivi, mascherine obbligatorie (non in vasca, certo: e poi lì c’è il cloro, pure se non è da bere come consigliava Trump con il detersivo) e distanziamento sociale da tenere scrupolosamente. Ogni sessione una piccola bolla nella bolla generale.
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