Disertò il ritiro, l'Ascoli ricorre in tribunale contro il calciatore Ninkovic: non si è presentato al primo giorno del ritiro

Disertò il ritiro, l'Ascoli ricorre in tribunale contro il calciatore Ninkovic: non si è presentato al primo giorno del ritiro
di Anna Rita Marini
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 01:55

ASCOLI - «Tornerò a giocare anche se per me questo campionato è finito». C’è un calciatore dall’altra parte dell’Adriatico ancora di proprietà dell’Ascoli, Nikola Ninkovic che vuole tornare a giocare a tutti i costi dopo il grave incidente automobilistico nel quale è rimasto coinvolto un mese fa in Croazia mentre stava tornando ad Ascoli. Un sorpasso azzardato, lo schianto e la vita salva per miracolo.

Adesso però Ninkovic sta meglio e vuole riprendere il cammino nel mondo del calcio. In fondo ha solo 26 anni, ma, qualora ci riuscisse non lo farà con l’Ascoli. Le strade tra Ninkovic e l’Ascoli si sarebbero comunque divise a giugno quando all’attaccante scadrà il contratto, dopo due anni di militanza ma il divorzio avverrà prima. 
Ninkovic era arrivato dal Genoa a titolo definito e ai liguri sarebbe andata un percentuale in caso di cessione. Le strade si sarebbero divise comunque forse già a gennaio perchè Ninkovic non si è presentato il giorno del raduno della squadra, non rispettando così la convocazione e quindi il contratto. Il giocatore è rimasto in Serbia per tutta la durata della fase del calciomercato nella speranza di poter essere ceduto ma così non è stato e quando si era deciso a tornare l’ incidente non glielo ha permesso. Il club bianconero ha deciso di adire alle vie legali per far valere la sua posizione, imputando al giocatore di non essersi presentato al raduno e non aver rispettato la convocazione. «Ninkovic ha delle qualità straordinarie – ci ha detto il suo ex compagno di squadra ai tempi del Chievo (2016) Sergio Pellissier, lo scorso anno direttore sportivo del club veneto –. Io lo definisco genio e sregolatezza. Purtroppo a volte agisce d’istinto.

Anche da noi ha provato a fare cose che non doveva, ma in quella squadra, dove giocavo anch’io, c’erano giocatori di personalità che lo tenevano sotto la loro ala protettiva. Per fortuna c’erano anche giocatori slavi che lo capivano meglio di noi». 


L’errore di non presentarsi al ritiro pre campionato è un macigno: «Ninkovic ha passato un anno molto complesso, quando un ragazzo vuole giocare e invece si ritrova fuori si innervosisce. Nikola poi ha un carattere molto particolare, non è semplice da gestire. La sua è stata un’iniziativa sbagliata. Anche io, da calciatore, ho avuto delle problemi con i contratti ma mi sono sempre presentato, perchè i contratti vanno rispettati». Il ricorso per vie legali dell’Ascoli è dunque la conseguenza: «Ritengo sia una scelta logica. Ricordo che l’anno che retrocedemmo in B col Chievo Victor Obinna si comportò allo stesso modo di Ninkovic e la società si mosse come ha fatto l’Ascoli. Alla fine Obinna tornò e disputò un campionato straordinario. E’ giusto che anche i calciatori capiscano le società. Certo, adesso l’incidente che ha visto protagonista Ninkovic, non gli permetterà di tornare, ma se questo incidente potesse cambiarlo, forse tornerebbe più forte di prima. L’Ascoli perde un giocatore che ha fatto la differenza e Ninkovic resta senza squadra, non so in quanti possono cercarlo, sono due situazioni problematiche». Forse era già scritto che le strade tra il giocatore serbo e l’Ascoli si sarebbero divise, ma nessuno poteva immaginare un epilogo così triste. Il club bianconero si è mosso per vie legali, come avrebbe fatto qualsiasi altro club, ma lo ha fatto prima dell’incidente. 

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