Basta Ascoli, devi darti una scossa: così si finisce dritti dritti in serie C: è il peggior inizio dei 24 campionati disputati in B

Basta Ascoli, devi darti una scossa: così si finisce dritti dritti in serie C: è il peggior inizio dei 24 campionati disputati in B
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Domenica 6 Dicembre 2020, 01:00

ASCOLI -Un avvio di stagione disastroso. Anzi, il più disastroso di sempre in Serie B. Con i miseri cinque punti conquistati in nove gare infatti, quello in corso è il peggior inizio di campionato nelle 24 stagioni cadette della gloriosa storia dell’Ascoli Calcio. E se poco o nulla può essere imputato al neo allenatore Delio Rossi, moltissimo va addebitato a società, ex tecnico e squadra. Tutti sono colpevoli, nessuno può sentirsi escluso.

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E adesso bisogna lavorare sodo, a testa bassa e senza chiacchiere, per cercare di recuperare.

Perché è vero che c’è ancora tempo per risalire la china, ma è bene ricordare come anche la scorsa stagione l’Ascoli abbia centrato la salvezza solo all’ultima giornata. E questo nonostante dodici mesi fa l’avvio di campionato fosse stato da urlo. A confrontare i numeri di allora con quelli di oggi, si rende ancor più impietoso l’inizio stagione di Pucino (in tanti si chiedono perché sia lui il capitano) e compagni.


Che differenza
Lo scorso anno, dopo nove gare disputate, il Picchio di Zanetti era addirittura al 4° posto in classifica con ben 15 punti in cascina: bianconeri a -3 dalla vetta, con un rassicurante margine di +5 sui playout e +8 sulla zona retrocessione (+9 sull’ultimo posto). Oggi invece la graduatoria è da horror: 5 punti e penultima posizione in classifica (alla pari con l’Entella ultima), a -9 dai playoff e a -18 dalla vetta. Quella vetta che lo scorso anno l’Ascoli aveva toccato in solitaria dopo cinque giornate (come non accadeva da ben 27 anni in B) e che adesso è distante anni luce. Ovviamente nessuno chiede il primo posto, ma nessuno può neppure tollerare un cammino così disastroso: allora erano arrivate cinque vittorie in nove gare, con 4 successi su 5 match al Del Duca (80%), adesso invece un solo squillo da tre punti e peggior rendimento di tutta la Serie B in trasferta. E non che in casa vada meglio, considerando che l’Ascoli è riuscito a far risorgere anche un Pescara che finora aveva perso 4 match su 4 lontano dall’Abruzzo (addirittura 8 sulle ultime 8 partite in trasferta). Forse proprio il ko per 0-2 contro i biancazzurri è una delle poche somiglianze con lo scorso campionato, oltre al difficile andamento in trasferta: allora arrivarono appena tre punti in quattro gare (1-5 alla Juve Stabia), oggi un misero punticino sempre in 360’ (1-1 all’esordio a Brescia). 


Notte fonda
Per il resto, è notte fonda rispetto a qualche mese fa. Imbarazzante ad esempio il confronto con il dato dei gol. Lo scorso anno le 16 reti realizzate in 9 gare valevano il miglior attacco di tutta la Serie B, oggi con appena 5 gol siglati l’Ascoli detiene il peggior attacco del campionato. Allora il pacchetto offensivo faceva brillare gli occhi: 4 gol e 3 assist per Da Cruz, 3 gol e 3 assist per Ninkovic, 3 gol per Ardemagni e una rete per Scamacca, oggi là davanti si piange e si conta un solo gol realizzato da Bajic. E non va meglio in difesa: se i gol subiti sono all’incirca gli stessi (10 lo scorso anno, 12 oggi), allora si era riusciti in due partite (contro Livorno e Spezia) a blindare la porta. 


Difesa colabrodo
In questa stagione invece l’Ascoli ha sempre subito gol: in campionato, in Coppa Italia e anche in tutte le amichevoli pre-torneo. E questo nonostante i portieri Leali e Sarr siano più volte stati tra i migliori in campo, il che è a dir poco emblematico. Brutto, bruttissimo dirlo, ma a questa squadra sembra mancare tutto. A livello tattico e mentale. Senza grinta, sempre in ritardo rispetto agli avversari, tanto vulnerabili in difesa quanto incapaci di fare male in attacco. E con una condizione atletica da mani nei capelli. Pisa, Cremonese, Cosenza e Vicenza rappresentano il tour de force da “zona rossa” delle prossime due settimane: lasciare altri punti per strada sarebbe devastante per il morale e la classifica. A Delio Rossi il compito (pardon, l’impresa) di invertire la rotta. 
Matteo De Angelis 
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