ANCONA- Bandiere, clacson, striscioni. Un tripudio a Udine dopo l'1-1 del Dacia Arena (gol decisivo di Osimhen dopo il vantaggio friulano di Lovric), a Piazza del Plebiscito a Napoli e anche nel centro di Ancona, tra il Passetto, il viale della Vittoria e il piazzale del Comune. Quasi come punto esclamativo nel giorno di San Ciriaco tra la Fiera e le bancarelle. Lo Scudetto degli azzurri di Luciano Spalletti, un passato anconetano in panchina nel 2002, è stato festeggiato all'ombra del Conero. Una celebrazione spontanea animata dai tanti napoletani che vivono, studiano e lavorano nel capoluogo e da tutta la gente dorica in virtù del gemellaggio che lega storicamente le tifoserie dell'Ancona e del Napoli. Uno striscione issato sotto il Monumento ai Caduti ("Ancona onora Napoli campione d'Italia"), il ricordo di Ciro Esposito, tanti cori e battimani che sono proseguiti fino a tarda sera. E' anche qui la festa, a 417 chilometri di distanza dal Vesuvio.
LEGGI ANCHE: Napoli campione. L'Italia azzurra (anche le Marche) festeggia il terzo scudetto: è il trionfo di Luciano Spalletti
Il gemellaggio
Tra i tifosi, come detto, c'è un gemellaggio che muove le sue radici dagli inizi degli anni '90.
Luciano Spalletti nella Dorica
Fu una parentesi importante quella di Spalletti nella Dorica. Arrivò nella seconda parte del campionato 2001-2002 (dalla 19°giornata), per sostituire Fabio Brini e condurre l'Ancona alla salvezza in Serie B chiudendo all'ottavo posto. Era il Cavaliere armato di Alessio Scarpi, Drazen Bolic e Sasà Russo. Dei gol di Max Vieri, Marcello Albino e di un giovane Simone Tiribocchi. Era la squadra che gettò le basi per la promozione in A avvenuta l'anno successivo con Gigi Simoni al timone. Luciano da Certaldo, 64 anni, ad Ancona è rimasto legato. Le vacanze sul Conero, le cene da Seta a Montemarciano e i regali ricevuti, tra cui il cappellino del Collettivo diventato un vero e proprio talismano di quell'annata. Senza tralasciare il legame con Giorgio Giacchetti, il vignettista di Camerano deceduto a novembre 2020. E c'è chi, quest'estate, sogna un'amichevole proprio qui e chissà che la società del presidente Tony Tiong non ci stia già pensando.