Canil sogna con l'Ancona: «Come sarebbe bello rivedere i dorici in Serie A»

Canil sogna con l'Ancona: «Come sarebbe bello rivedere i dorici in Serie A»
Canil sogna con l'Ancona: «Come sarebbe bello rivedere i dorici in Serie A»
di Peppe Gallozzi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Agosto 2022, 02:30

Mauro Canil, dopo quindici mesi dal suo insediamento nel capoluogo lei è passato nell’organigramma societario dell’Ancona da patron a socio di minoranza. Al netto dei ruoli, sostanzialmente, cosa è cambiato visto che è sempre in prima linea? 
«Sto cercando di portare avanti con impegno e dedizione ciò che avevamo promesso alla piazza anconetana sin dal primo incontro alla Mole Vanvitelliana del giugno 2021. Al di là delle persone e delle quote (Tony Tiong, dallo scorso aprile, detiene il 95% mentre Mauro Canil il rimanente 5%, ndr), conta la strada intrapresa dalla società che non è cambiata e, anzi, si è rafforzata in tutti questi mesi».  
I giovani sono sempre il cuore pulsante di questo progetto?
«Assolutamente sì. Siamo arrivati in punta di piedi e abbiamo messo le cose in chiaro spiegando la nostra volontà di creare ad Ancona un calcio sostenibile che possa auto sostenersi. Grazie allo splendido lavoro del vivaio, guidato da un professionista come Alberto Virgili, contiamo oggi ben diciassette affiliazioni e altre in via di definizione. Tra queste c’è il Matelica perché io stesso, in prima persona, ho voluto lanciare un segnale. Ognuno di noi sa che questi giovani sono il tesoro da custodire e coltivare, la più grande soddisfazione sarebbe un domani poter contare in prima squadra su diversi elementi provenienti dal settore giovanile». 
Emotivamente, per lei che lo sente frequentemente, come è cambiato lo stato d’animo di mister Tiong? 
«I contatti tra me e Tony sono regolari, talvolta quotidiani. Nel vero senso della parola non vede l’ora che inizi il campionato. Ha esaudito il suo sogno prendendo un club gestito magistralmente con professionalità e trasparenza. Dirigenti come Roberta Nocelli, giusto per citare un nome, sono sempre più rari. L’Ancona aveva un avanzo di amministrazione e non debiti, annoverando un gruppo di lavoro degno delle più alte categorie calcistiche italiane». 
Il territorio Ancona, inteso come amministrazione comunale, come ha risposto? 
«In maniera impeccabile. Non mi sarei aspettato mai di trovare una simile situazione di apertura e collaborazione. Badate che non lo dico per fare sviolinate politiche perché non mi interessa nel modo più assoluto questo tipo di approccio. Il sindaco Valeria Mancinelli, l’assessore Andrea Guidotti e tutti i loro collaboratori si sono mostrati disponibili per ogni evenienza e di questo gliene ne va dato atto. Sui tifosi dorici, poi, non ho parole all’infuori di quelle di elogio. Le emozioni che ci stanno facendo vivere sono tangibili e la presentazione al Porto Antico ne è stato l’esempio lampante». 
Sempre parlando di territorio, ma con uno sguardo all’imprenditoria, cosa può dirci? 
«Devo fare una premessa doverosa. Questo è un momento difficile e delicato per le aziende, forse in pochi si rendono conto di quello che si sta passando per le varie crisi che ci sono nel mondo. Non possiamo pretendere più di tanto, ce ne rendiamo conto, e per questo ci tengo a ringraziare in modo sincero chi ha deciso di accompagnarci in questo cammino dando il proprio contributo. A tal proposito cito Marco Pierpaoli di Confartigianato per come si è prodigato per favorire il nostro radicamento territoriale sotto questo piano». 
Il centro sportivo da sogno è diventato un obiettivo concreto e reale?
«Si sono incontrati i nostri desideri e quelli che sono sempre stati di Tony Tiong. Di questo ne abbiamo discusso tanto anche con Roberto Ripa (amministratore delegato insieme a Roberta Nocelli nel nuovo Cda, ndr). In un’epoca laddove le difficoltà legate alle strutture sono all’ordine del giorno, un centro sportivo darebbe una marcia in più nella programmazione e nel progetto legato ai giovani. E’ assolutamente prioritario nella nostra idea di calcio». 
Canil, ma lei cosa sogna quando pensa all’Ancona? 
«Sognare non costa nulla e ognuno di noi può farlo liberamente ma ciò che conta sono la serietà e la trasparenza nel mantenere le parole date». 
Il suo discorso è chiaro, ma se le dicessi una Serie B ad esempio?
«Siccome stiamo fantasticando accetto il gioco e rilancio dicendo che, se proprio devo sognare, fatemi immaginare cosa potrebbe essere la Serie A qui ad Ancona…». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA