Ecco tutti i conti dell'Ancona calcio
tra soci bluff e sponsor fantasma

I tifosi
I tifosi
2 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Agosto 2017, 05:15
ANCONA - L’Ancona valeva la metà di quanto costava. I risultati si sono visti sul campo (retrocessione senza appello) e fuori, con la mancata iscrizione in serie D e un buco di bilancio spaventoso. La perdita a maggio sfiora il milione e 300mila euro, ma nel bilancio al 30 giugno 2017 toccherà 1,5 milioni. La situazione debitoria è tragica: le passività superano i 2,2 milioni a fronte di voci attive che si attestano sul milione, un capitale sociale di 200mila euro sottoscritto per appena 53mila e crediti risibili. Ora David Miani, che si è affidato a un nuovo commercialista, cerca di salvare il salvabile: l’amministratore delegato punta ad evitare il fallimento, ma sarebbe un’impresa storica, visti i numeri e la quantità di creditori che battono cassa, con una pioggia di decreti ingiuntivi divenuti in alcuni casi già esecutivi. Istanze di fallimento, tuttavia, non sono pervenute ed è questo a tenere ancora in vita l’Us Ancona 1905. Miani intende percorrere la strada della liquidazione, ma come farà a trovare accordi con i creditori senza più un euro in cassa? Inutile fare affidamento sui premi di valorizzazione di 4 giocatori: il credito da 148.840 euro poteva essere riscosso solo se l’Ancona si fosse iscritta in D. Ma siccome è stata estromessa, dopo aver perso il ricorso contro la prima bocciatura della Covisod (non aveva neppure presentato l’assegno da 500 euro...), addio liquidità. Non una bella notizia per i creditori che anche su quella somma facevano affidamento, visto che i conti correnti sono prosciugati. Ci sono i fornitori che vantano oltre 220 mila euro, tra cui la Manpowergroup che ha fornito gli steward allo stadio e ha richiesto un pignoramento per oltre 30 mila euro. C’è l’ex patron Andrea Marinelli che ha pignorato la sua vecchia creatura per circa 15mila e potrebbe rendere esecutivi altri due decreti ingiuntivi. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA