La storia di Emanuele Ferraresi: «Io tifoso dell’Ancona, ho giocato due partite in Serie A con l’Ascoli»

La storia di Emanuele Ferraresi: «Io tifosissimo dell’Ancona, ho giocato due partite in Serie A con l’Ascoli»
La storia di Emanuele Ferraresi: «Io tifosissimo dell’Ancona, ho giocato due partite in Serie A con l’Ascoli»
di Fiorenzo Santini
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Giovedì 16 Marzo 2023, 17:36 - Ultimo aggiornamento: 18:05

ANCONA- E’ arcinota la rivalità calcistica tra Ascoli ed Ancona. Ebbene uno dei pochi anconetani che sono arrivati alla serie A lo ha fatto proprio coi bianconeri. Si tratta di Ferraresi Emanuele (nato ad Ancona il 22.4.73) cresciuto nel Posatora e che passò alle giovanili dell’Ascoli nel 1988. Come tutti i ragazzi ha cominciato nella squadra del suo quartiere (allevato da quel grande conoscitore di calcio che è Raffaele Napolitano) mettendosi subito in luce come uno dei prospetti più promettenti; infatti mister Carlo Scacciapiche lo fece esordire in Prima Categoria che non aveva ancora 15 anni.

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Nel mirino dell'Ancona ma preso dall'Ascoli

Ferraresi era nel mirino dell’Ancona del compianto Ardeo Cianforlini ma l’occasione propizia per emergere nel mondo del calcio si presentò nel 1988 con un provino per…. l’Ascoli. L’osservatore dei bianconeri Cucchi aveva organizzato un provino per i ragazzi dell’anconetano a Vallemiano e il Posatora mandò gli elementi migliori: Candelari (curiosamente il padre di Pietro Candelari che è andato recentemente in panchina in Serie A con lo Spezia), Mecarelli , Ferraresi e lo sfortunato Giaquitto che però dovette dare forfait all’ultimo.

Ebbene andarono tutti benissimo tant’è che l’Ascoli li portò tutti nel proprio settore giovanile ed a convitto in Ascoli. Il primo anno per Ferraresi fu assolutamente formativo sia dal punto di vista calcistico che umano ; una grande annata da punta centrale con gli allievi regionali ma anche un anno in cui imparò a gestirsi autonomamente quasi come un adulto. L’anno successivo poi l’esplosione con gli allievi nazionali e l’immediato passaggio alla Primavera di Tribuiani (precedentemente grande talent scout del Giulianova di Curi e Tancredi e della Samb). Nel frattempo la prima squadra però non andava affatto bene tant’è che Eugenio Bersellini (già campione d’Italia con l’Inter) a gennaio fu esonerato ed al suo posto subentrò Aldo Agroppi. Proprio Aldo Agroppi vide subito le grandi qualità di Ferraresi tant’è che, appena se ne presentò l’occasione, lo fece esordire. L’emozionante esordio , subentrando a Cvetkovic, avvenne il 14 Aprile del 1990 al Flaminio (l’Olimpico era in ristrutturazione per i Mondiali) contro la Lazio; mentre la seconda presenza fu il 29 aprile al Ferraris contro il Genoa.Era l’anno del secondo scudetto del Napoli di Maradona; l’Ascoli nonostante grosse individualità (Casagrande, Cvektovic, Chierico, Colantuono) retrocesse ma per Ferraresi rimarrà per sempre e una stagione….indimenticabile. L’unico dei tre anconetani ad essere confermato per tre anni fu proprio lui e nella Primavera ascolana l’anno successivo , sotto la guida di Massimo Cacciatori, Ferraresi fece un ottima stagione segnando ben 20 reti.

La carriera

Purtroppo questo non gli bastò per tornare in prima squadra ed a fine stagione l’Ascoli decise di mandarlo a farsi le ossa in Serie D in Abruzzo. Emanuele preferi’ invece avvicinarsi a casa ed andare in Eccellenza nella Biagio Nazzaro Chiaravalle di Sauro Trillini. Tre stagioni alla Biagio ed una al Marotta (dove ritrovò il suo mentore Raffaele Napolitano) e quindi la decisione definitiva di passare al calcio a 5. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui, proprio per la peculiarità di essere l’unico ……anconetano ad essere arrivato in Serie A nell’Ascoli Calcio:

Il presente e la Mantovani C5

«Per me l’aver giocato in Serie A è, modestamente, motivo di grande orgoglio. Sono sempre stato tifosissimo dell’Ancona e lo sono tutt’ora ma ho anche l’Ascoli nel cuore. Tre anni stupendi che ricordo ancora con grande nostalgia anche per la bellezza della città, una piccola Firenze. Lì sono cresciuto anche umanamente (avevo solo 15 anni quando lasciai Ancona) perché dovevamo autogestirsi in tutto. Oltre Agroppi ,che ha creduto in me a soli 17 anni, ricordo con affetto e stima anche Nicola Tribuiani e Massimo Cacciatori con la cui Primavera arrivammo terzi in Campionato (dietro Lazio e Roma) ed in finale in Coppa Italia; io ero la punta centrale in coppia con Fiorenzo D’Ainzara accanto (questi ha poi fatto un’ottima carriera) e segnai addirittura 20 reti. Purtroppo quando l’Ascoli mi volle mandare in prestito non la presi bene (peccato che allora non ci fossero i procuratori…) e preferii scendere di categoria pur di avvicinarmi a casa. Scelsi poi di passare definitivamente al calcio a 5 ; e per tanti anni ho giocato nella Scudo San Carlo. Il calcio a 5 è rimasto da allora il mio mondo tant’è che oggi alleno e sono dirigente della Acli Mantovani di Posatora ; società questa , a conferma dl mio grande affetto per i colori biancorossi della mia città, affiliata all’Ancona Calcio. Qualche fisiologico rimpianto mi rimane ma sono felice di quanto ho fatto sia nel calcio a 11 che in quello a 5. Poi sono orgoglioso , nel mio piccolo, di rappresentare una sorta di trade-union tra Ancona e Ascoli , due squadre che nella mia vita hanno contato e contano tantissimo».

Articolo a cura del sociologo, giornalista e ricercatore storico Fiorenzo Santini

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