Davide Tardozzi: «Fidatevi di Pecco, è un vero campione. La Ducati? Non è più come una volta»

Il team manager della rossa: «Pecco merita di vincere. Pensavo fosse andata, ma c'è stata un reazione di gruppo»

Davide Tardozzi: «Fidatevi di Pecco, è un vero campione. La Ducati? Non è più come una volta»
Davide Tardozzi: «Fidatevi di Pecco, è un vero campione. La Ducati? Non è più come una volta»
di Sergio Arcobelli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Novembre 2022, 15:29

Adesso che Francesco Bagnaia è a un passo dal diventare campione del mondo, in casa Ducati si contano i giorni, i minuti che mancano alla conquista del titolo piloti di MotoGp. Fra i più impazienti c'è il 63enne ravennate Davide Tardozzi, team manager di una scuderia che attende un trionfo da quindici anni.

Tardozzi, cosa rappresenta questo momento per voi della Ducati?
«Dopo essere arrivati secondi negli ultimi 5 anni e aver vinto il titolo 15 anni fa con Casey Stoner, è come dire un bel aaaah finalmente'.

Il titolo sarebbe il coronamento di un obiettivo che ci siamo dati già da qualche anno. Ci siamo andati davvero vicini in passato, ma ora aver trovato un pilota come Pecco che può coronare il sogno del titolo piloti per noi è una soddisfazione enorme. Sarebbe un premio per tutta la gente che ha lavorato a questo progetto negli ultimi anni».

Eppure tutto sembrava perduto dopo il Sachsenring.
«Sicuramente al Sachsenring c'è stato un momento di sconforto. Io in primis, dopo la caduta di Pecco e la vittoria di Quartararo, leggendo in classifica il -91 mi è scappato: anche quest'anno è andata'. Lo confesso. Ma poi ci siamo detti: non è finita finché non è finita'. Direi che è stata una reazione di gruppo».

Pecco ha sentito la pressione dell'essere il favorito della vigilia del campionato?
«All'inizio è stato difficile, perché la moto che gli abbiamo dato tecnicamente non era a posto. Ed infatti ha vinto la sua prima corsa a Jerez, solo alla sesta gara della stagione».

Lei che lo conosce bene, cosa ha di eccezionale Bagnaia?
«La mentalità del campione e la velocità del campione. La perseveranza nel perseguire l'obiettivo di un campione. Ho visto piloti veloci e campioni, Pecco è un campione, perché riesce a perseguire l'obiettivo con una determinazione che solo pochi hanno. Ci crede fino in fondo. Ci sono piloti veloci che gli devi dire che sono veloci. E poi ci sono i campioni che lo sanno che sono veloci. E lui fa parte di questa categoria».

Le diverse cadute fanno parte del percorso di crescita?
«È vero, Pecco ha fatto degli errori, è caduto per esempio un paio di volte quando era secondo o in posizione da podio. Ma lui, tra la fine del 2021 ad oggi, ha vinto 11 delle ultime 25 gare disputate più altri 4 podi: questo significa che in più della metà delle corse ha chiuso tra i primi tre. I numeri e i risultati parlano chiaro. Bisogna cominciare a dire che Pecco Bagnaia merita questo campionato».

Quand'è che la Ducati ha fatto un passo decisivo in avanti per diventare la moto più veloce sulla griglia?
«Dal 2015-16 il progetto della nuova Desmosedici è stato azzeccato ed infatti dal 2017 abbiamo iniziato a fare dei secondi posti dal campionato. Ma serviva il pilota che concretizzasse fino in fondo questa evoluzione della moto. Oggi, posso dire con orgoglio che la Ducati è diventata una moto che tutti riescono a guidare: non è più come una volta quando si diceva che riusciva a guidarla solo Stoner. E mi fa piacere che adesso ci siano tanti piloti italiani che vanno forte sulla Desmosedici».

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