Luis Enrique: «Totti? La Roma è con me
una squadra non è fatta da un giocatore»

Luis Enrique e Totti
Luis Enrique e Totti
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Mercoledì 24 Agosto 2011, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 00:02
ROMA - Luis Enrique tira dritto: le polemiche per l'esclusione di Francesco Totti nella sfida persa con lo Slovan Bratislava non scuotono l'allenatore della Roma. Totti? Una squadra non composta da un solo giocatore, ma è un gruppo formato da tante individualità. Io gestisco un gruppo ampio e da questo per ogni partita scelgo i giocatori più preparati. Ogni persona va trattata in modo diverso, lo faccio da padre con i miei tre figli e lo faccio da allenatore ma da tutti pretendo un comportamento uguale per raggiungere il risultato comune. Ho imparato che la forza di una squadra dipende dal gruppo e non dai singoli e sono qui per provare a fare lo stesso».



«Mi sento sostenuto dalla società - ha aggiunto il tecnico - Non mi faccio condizionare dalle voci che circolano. Io giudico in base a quello che vedo in allenamento. È così questa settimana, sarà così la prossima e sarà così per sempre. Non cambierò il mio modo di lavorare, è l'unico che conosco. Dovete capire che voi non vivete le situazioni giorno per giorno - ha detto rivolgendosi ai cronisti - solo io conosco le situazioni. Se un calciatore ha un problema, ne parliamo in maniera diretta. Finora ho parlato più o meno con tutti, nessuno ha avuto qualcosa da ridire».



Domani i giallorossi per andare avanti devono ribaltare lo 0-1. L'approccio del tecnico, polemiche o no, è sempre lo stesso. «La formazione è decisa al 90%, ma non faccio eccezioni: la darò un'ora e un quarto prima della partita, i giocatori la sapranno per primi - dice in una conferenza di un'ora senza chiarire se Totti sarà titolare o no - Se un giocatore vorrà chiamare un giornalista e dire la formazione, affari suoi. Io non l'ho mai fatto».



«Non so se vinceremo, ma in campo manderò sempre gli undici giocatori più preparati. Non abbiamo ancora trovato la quadratura del cerchio ma la mia idea è chiara: raggiungere i risultati attraverso un calcio collettivo, attraverso un sistema in cui tutti sono coinvolti a prescindere dal ruolo. Il giocatore ha un unico obbligo: deve allenarsi e condurre una vita da professionista».



A Bratislava, così come in alcune amichevoli estive, la Roma non ha concretizzato il gioco espresso. «Il gol ci è mancato, ma la squadra ha creato. Negli ultimi giorni ci siamo allenati molto bene in vista di una partita fondamentale: è il nostro esordio in casa, è il mio esordio all'Olimpico. Vogliamo ricambiare l'affetto della gente: di sicuro lo faremo dal punto di vista dell'impegno, ma vogliamo farlo anche con i risultati», dice Luis Enrique.



Luis Enrique guarda con fiducia al ritorno contro lo Slovan. «Vedremo una squadra simile a quello dell'andata, probabilmente ancora più chiusa, ma pericolosa in contropiede e sui calci piazzati. Inoltre recupera quattro titolari, elementi importanti. Noi dobbiamo fare la gara, andando subito all'attacco e prendendo dei rischi. Tenere il ritmo alto sarà l'unico modo per metterli in difficoltà. Abbiamo qualche problema a segnare, un po' mi preoccupa, ma anche all'andata le occasioni non sono mancate».



La società ha messo sul mercato Marco Borriello. Il tecnico, però, ha schierato il centravanti a Bratislava per un quarto d'ora: pochi minuti, sufficienti per impedire all'attaccante di disputare la prima fase di ogni competizione europea con un'altra squadra. «Borriello è un giocatore coinvolto al 100%, mi aspetto molto da lui. Sapevo che era sul mercato, fa parte del mio lavoro esserne a conoscenza. Ma questo non cambia il discorso: lo considero un elemento a disposizione della Roma e ho deciso di utilizzarlo a Bratislava. Quando c'è una partita, faccio affidamento sulla rosa al completo. Non potrà giocare in Europa, con un'altra squadra, fino al 2012: ma questo non mi condiziona».



Luis Enrique attende novità dal mercato in entrata. «Non so se e quanti giocatori arriveranno entro la fine del mercato. Cercherò comunque di plasmare la squadra nel miglior modo possibile, non posso controllare altre situazioni. Aspettiamo il 31 agosto e vediamo».



Sembra vicino il rinnovo del contratto di Daniele De Rossi: «Lui vuole restare, la società vuole che rimanga. Appena sarà a disposizione (in Europa è squalificato, ndr) conterà il suo rendimento in campo. La società sta facendo uno sforzo enorme, i giocatori stanno lavorando: se prima ero motivato al 100%, ora lo sono ancora di più. Se la società non mi sostenesse, non sarei qui. La regola, poi, è la solita: se vinco sono un campione, se perdo sono un bidone. Quando sono venuto alla Roma, l'ho fatto per lavorare ad un progetto nuovo. Come sempre, in questi casi, all'inizio c'è qualcosa da migliorare e da cambiare. Sapevo che il primo anno non avrei trovato le condizioni ideali. I tifosi dall'inizio mi hanno detto sempre “falli correre, falli correre”: queste parole mi hanno sorpreso. Voglio che la gente senta che stiamo lavorando al 100%. Ci teniamo a fare bene, anche perchè uno dei miei obiettivi principali è legare i tifosi a questa squadra, creare un vero senso di comunione».
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