Italia, Zaniolo: «Vincere l'Europeo una grande emozione. So cosa vuole Mancini da me»

Italia, Zaniolo: «Vincere l'Europeo una grande emozione. So cosa vuole Mancini da me»
Italia, Zaniolo: «Vincere l'Europeo una grande emozione. So cosa vuole Mancini da me»
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Martedì 31 Agosto 2021, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 01:44

È una missione lasciata incompiuta quella di Zaniolo con la nazionale italiana. Ma gli azzurri, sebbene abbiano saputo fare a meno di lui ad Euro 2020, sono pronti a riabbracciarlo, perché da un talento come quello di Nicolò non si può prescindre, neanche da campioni in carica.

Proprio per questo la sua presenza a Coverciano non sorprende, nella prima finestra utile al ct Roberto Mancini per riconvocarlo e per inserirlo in quella che sarà l'ambiziosa Italia che proverà a qualificarsi ai Mondiali in Qatar del 2022. E davanti ai microfoni parla a cuore aperto, spaziando dal calcio alla vita privata, nonchè al ruolo familiare che ricopre da poco con la nascita del piccolo Tommaso.

Le parole di Nicolò Zaniolo

Quali sono le sue sensazioni per il ritorno a Coverciano?
«Ogni volta che si entra in questo magnifico centro è una sensazione unica. Sono felice di essere qua e far parte del gruppo dei campioni d'Europa».

Su Instagram ha scritto "Sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua". Può descriverlo?
«È stata una grandissima emozione tornare all'Olimpico e ritrovare i tifosi (con il Trabzonspor ndr). Il gol l'ha resa la serata perfetta. Speriamo di farne tanti altri».

Come si vive da un incubo così e come se ne esce?
«La prima volta era tutto nuovo e la sensazione è stata più leggera. La seconda volta in Olanda è stata una mazzata. Venivo da sette mesi di riabilitazione e ho dovuto ricominciare tutto d'accapo. È stata una mazzata, come dicevo, ma mi ha tirato fuori cose che non sapevo di avere dentro. Sono cresciuto come uomo, persona, calciatore. Non tutti i mali vengono per nuocere».

Cosa è riuscito a tirare fuori?
«Piccole cose a cui non facevo caso. Prima andavo in palestra tanto per, ora ci vado altrimenti non mi riesco ad allenare bene. La cultura del lavoro, andare prima al campo, l'alimentazione. Piccole cose che prima degli infortuni non avevo e ora ho. Sono migliorato su questo».  

 

Alì diceva che la volontà deve essere più forte dell'abilità. È d'accordo?
«Assolutamente sì. Se dietro al talento non c'è il lavoro, in campo non si rende al cento percento. Contano entrambi».

A chi ha chiesto aiuto?
«A chi mi vuole bene, alla mia famiglia. Mi sono stati vicino tantissimo. Mi sono detto che volevo tornare più forte, il calcio è la mia passione e volevo continuare»

Cos'è per lei il pallone?
«Tutto. È orgoglio, passione da quando ero bambino e giocavo con gli amici. È tutto».

Lei ha una foto da bambino insieme a Baggio. Cose le fa venire in mente?
«Giovano nella Fiorentina, facevo il raccattapalle al Franchi e lui era premiato. Baggio è un idolo, abbiamo in comune gli infortuni al ginocchio. È un esempio come uomo e calciatore».

Lei è un esempio per i bambini. Nel primo lockdown è diventata iconica la foto di quel bambino nella Milano deserta con la sua maglia. Cosa ha rappresentato?
«È stata una grandissima emozione. Ero molto felice. Essere un punto di riferimento per i più piccoli vuol dire che quello che stai facendo è giusto. Ho provato grande emozione, poi ho scritto alla famiglia su Instagram». 

Com'è stato il lockdown?
«Ero alle prese con il primo infortunio. Mi allenavo spesso in casa con le schede che mi davano i tecnici della Roma. Stavo a casa come tutti, sperando tutto passasse prima possibile. Ho guardato spesso le mie partite».

La Nazionale che emozioni le ha dato?
«Vincere l'Europeo è stato fantastico. Un percorso bellissimo, sono stati una famiglia. Sono felicissimo per loro».

Lei si è accorto di quanto fosse speciale quel gruppo?
«È un gruppo dove tutti sono in sintonia, unito. È stata la chiave per vincere. Sono pronto a inserirmi e sono onorato di far parte di questo gruppo. Darò tutto me stesso con la massima umiltà, spero di poter scrivere altre pagine di storia della Nazionale».

Cosa vi siete detti con Kean?
«Non ci vedevamo da un po', mi mancava. È cambiato e maturato. È un grande amico. Il nostro sogno è tornare a far parte di questo gruppo e vincere».

Cose le ha detto Mancini?
«Ha parlato con la squadra in generale, ma so cosa vuole da me. Mi metto a disposizione».

Cosa vuole promettere?
«Mi metto a disposizione con umiltà.

Ho voglia di spaccare il mondo, ma sempre con la testa e con la calma giusta. Poi spetterà al mister fare le sue scelte».

Chi l'ha emozionata di più alle Olimpiadi?
«Sono stati tutti grandi. Jacobs è stato fantastico».

Papà Igor la tiene sempre con i piedi per terra?
«È il motto della mia famiglia, su qualsiasi cosa. L'equilibrio è una cosa fondamentale, me lo ripetono spesso tutti a casa».

Nei suoi tatuaggi ricorda spesso la famiglia...
«Sì, la famiglia è tutto. È la cosa più importante che ho, li porto sempre con me»

Mamma cosa le ha raccomandato?
«Niente di particolare. Di stare bene e divertirmi».

La paternità l'ha fatta crescere?
«È una cosa bellissima, l'emozione più grossa che ho provato. Ma ora sono in Nazionale e penso a questo».

La foto postata sul suo profilo della manina di Tommaso...
«Come dicevo è stata un'emozione bellissima. Ma preferisco tenerlo per me».

Le responsabilità non le fanno più paura anche se è così giovane?
«Quando si cresce bisogna assumersi le responsabilità. Penso di essere maturato molto, ma devo crescere ancora. La paternità mi sta facendo crescere giorno dopo giorno».

Totti nel 2006 si fa male, poi torna con la Nazionale e vince il Mondiale. Cosa le fa venire in mente?
«È un'icona a Roma. Il giocatore più forte della storia della Roma. Lo ammiro, ma io faccio il mio percorso. Lui il suo l'ha già fatto ed è stato straordinario. Possono essere solo coincidenze».

Il suo rapporto con Mourinho?
«È un grandissimo allenatore, carismatico dentro e fuori dal campo. Fuori dal campo è anche una persona che fa gruppo, sa stare bene con tutti, molto alla mano. Le sue qualità da allenatore non le devo descrivere io. Me lo aspettavo così. Sa essere duro ma anche bravo, siamo felici di averlo e speriamo di conquistare tante cose con lui».

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