Tutto in una notte. La qualificazione alle semifinali di Conference League (la terza a livello europeo negli ultimi 5 anni), la rivincita contro il Bodo/Glimt, il ritorno di Zaniolo, l'Olimpico in “formato Colonia” e una squadra che come ha dichiarato Mourinho nel post-gara è ormai «la bandiera d'Italia». In Europa infatti è rimasta soltanto la Roma. E poco importa che la manifestazione sia la terza per importanza. Un movimento calcistico come il nostro, fuori per la seconda volta consecutiva dai Mondiali, eliminato dalla Champions e dall'Europa League, non si può permettere di aver gusti eccessivamente difficili, esigenti e ricercati. Anche perché, dando un'occhiata alle 8 semifinaliste tra Europa League e Conference League, il livello delle contendenti appare alquanto simile. Tuttavia quello che ha regalato la notte contro i norvegesi, è stata soprattutto una compattezza ritrovata. Pubblico e squadra sono diventati una cosa sola, come da tempo non si vedeva.
Roma-Bodo, le pagelle: Zaniolo è devastante 9, Cristante a tutto campo e cuore 8
MATRIMONIO PERFETTO
Ed è questa la grande vittoria di José.
Nel farlo, sta portando avanti un progetto che già al primo anno potrebbe essere vincente. Perché l'occasione di alzare la Conference League è ghiotta. Ok, il Leicester sarà il terzo club inglese che la Roma affronterà nell'ultimo quinquennio in semifinale in Europa. Ma con tutto il rispetto della squadra allenata da Rodgers, non è né il Liverpool di Mané, Salah e Alisson e tantomeno il Manchester di Cavani, Bruno Fernandes e Pogba. Una buona squadra, che in Premier galleggia al 9° posto, con buone individualità (Tielemans, Schmeichel in porta, Maddison) ma con il grande punto interrogativo legato a Vardy. Fermo per due mesi a inizio 2022 per un problema al ginocchio, il centravanti è tornato, ha giocato due gare e si è rifermato. È out da 8 gare. La sua presenza o meno farà tutta la differenza del mondo. Bene o male, come quella del ritrovato Zaniolo. Nicolò in una notte si è ripreso tutto quello che in questa stagione gli era mancato. Il posto in squadra, la fiducia della gente e di Mourinho più il feeling con il gol. Ora non deve fermarsi. E con lui, la Roma.